In una Sala dei Notari gremita si è affrontato questo pomeriggio il tema degli ecoreati, alla luce della nuova normativa, che individua e persegue i crimini contro l’ambiente come ‘delitti’. Organizzato da Arpa Umbria, l’incontro ha messo in evidenza la fatica che la tutela dell’ambiente ha fatto, nel tempo, nel nostro paese, per mettere in sintonia l’ordinamento normativo con la percezione sociale crescente del bisogno di un ambiente pulito e salubre.
Nel portare i saluti dell’Amministrazione, il Vicesindaco Urbano Barelli, nella sua veste anche di Assessore all’Ambiente, ha sottolineato come “anche nel settore ambientale ci dobbiamo abituare al concetto di sobrietà, perché stiamo consumando risorse come se il pianeta fosse infinito, ma così non è. Mi auguro –ha proseguito Barelli- che gli ecoreati siano strumenti per far crescere il senso di precauzione, perché i disastri si possano prevenire ed evitare. Oggi, del resto, la società pretende che lo stato sia più presente e le sanzioni più efficaci”.
E’ quindi stato compito del Dott. Luca Ramacci, Magistrato della Suprema Corte di Cassazione, studioso ed esperto di reati ambientali prima come pubblico ministero, ora come giudice, spiegare nel dettaglio come i reati di inquinamento, disastro ambientale, impedimento dei controlli, omessa bonifica, traffico di materiale radioattivo prendano corpo alla luce della nuova legge 68/2015, che, tra l’altro, prevede tempi di prescrizione raddoppiati e pene più aspre.
A maggio di quest’anno il Parlamento ha approvato in via definitiva la legge sugli “Ecoreati” che introduce, tra gli altri, nel codice penale italiano i nuovi reati di inquinamento ambientale, di disastro ambientale, i delitti colposi contro l’ambiente, il traffico e l’abbandono di materiale radioattivo, il reato di omessa bonifica e quello di impedimento al controllo.
Una svolta epocale per il nostro Paese, che accusava un ritardo nei confronti della realtà europea. La legge sugli “Ecoreati” e le novità legislative connesse sono state al centro del seminario scientifico, organizzato da Arpa Umbria, che si è tenuto il 5 ottobre presso la Sala dei Notari a Perugia. Ad aprire l’incontro è stato il Direttore Generale di Arpa, Walter Ganapini che ha auspicato come questa legge, così attesa, non perda senso e valore nella sua fase attuativa.
A seguire il vicesindaco del Comune di Perugia Urbano Barelli ha sottolineato il rapporto tra autorità e consenso: “La sempre maggiore sensibilità sociale che si registra sui temi della salvaguardia dell’ambiente chiede che lo Stato faccia sempre di più su questo fronte”.
Luca Ramacci, Magistrato della Suprema Corte di Cassazione, che con l’allora ministro dell’Ambiente Orlando ha lavorato alla costruzione della nuova normativa, ha illustrato il tortuoso percorso che ha portato alla stesura della legge mettendone in risalto luci e ombre in chiave applicativa e attuativa di un testo partorito dopo lunghe mediazioni.
“La legge promulgata dal Parlamento non è perfetta perché, come ad esempio nell’inquinamento ambientale, alcuni termini possono prestarsi a differenti interpretazioni. Ci sono quindi dei difetti ma anche delle importanti novità come la norma che introduce il ‘Delitto dell’impedimento al controllo’ che dovrebbe facilitare il lavoro del Enti preposti. Perciò che riguarda le critiche che la legge ha sollevato in quanto potenziale freno alla ripresa economica credo che il vero ostacolo al rilancio economico del Paese sia rappresentato proprio da chi opera in maniera scorretta violando le regole”. Marco Angelini dell’Università di Perugia ha aperto il dibattito, che ha concluso l’incontro, ponendo l’attenzione su una serie di punti oscuri e di ambiguità della legge che, a suo parere, chiameranno in causa la Corte Costituzionale.