Il Corpo Forestale dello Stato di Terni, a seguito di una segnalazione pervenuta al numero di emergenza ambientale 1515 del CFS, è intervenuto nei giorno scorsi, in Piazza Risorgimento di Collescipoli per accertare la presenza di esche avvelenate, abbandonate sul suolo.
Sul posto è stata rinvenuta la presenza di una grande quantità di seme di mais, presumibilmente avvelenato, abbandonato a ridosso della fontana posta al centro della Piazza, sulla sede stradale vicina e sulle scale di abitazioni private affacciate sulla piazza.
Il luogo dell’abbandono è stato immediatamente delimitato allo scopo di proteggere l’incolumità di bambini ed animali che inavvertitamente avrebbero potuto entrare in contatto con le sostanze pericolose contenute nel mais rischiando serie conseguenze.
E’ stato immediatamente allertato l’ufficio competente del Comune di Terni e richiesta la bonifica dei luoghi. E’ stato inoltre effettuato un attento sopralluogo nelle strade limitrofe allo scopo di accertare la presenza di ulteriori esche avvelenate.
Campioni del mais raccolto e sequestrato sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale per le analisi di rito volte ad accertare la presenza di sostanze pericolose per uomini e animali e soprattutto ad individuare il principio attivo utilizzato. L’identificazione aiuterà nella ricerca del colpevole.
La macabra abitudine di gettare esche avvelenate per combattere i piccioni ed altri animali ritenuti nocivi è purtroppo ancora radicata e mette in serio pericolo l’incolumità pubblica.
Il danno arrecato all’ambiente a seguito di tale pratica non si limita all’uccisione degli animali che si vogliono colpire e che ingeriscono le esche, ma con effetto a cascata il veleno può entrare nella catena alimentare e diffondersi nelle acque. In particolare i bambini possono entrare facilmente in contatto diretto con il veleno dopo aver contattato, per gioco o curiosità, gli oggetti avvelenati e la terra.
Sono in corso indagini approfondite da parte del personale forestale della locale Stazione di Terni per risalire alla identificazione del responsabile del grave episodio. Infatti l’uccisione di animali, sia domestici che selvatici, mediante esche o bocconi contenenti veleni o sostanze nocive costituisce reato ai sensi del codice penale e delle leggi sanitarie, punito con pesanti sanzioni tra cui finanche quella della reclusione.