Sa.Mi.
Aggiornamento ore 14.30
In cambio del sesso, questa volta con una donna, avrebbe anche promesso “l'interessamento per far ottenere la scarcerazione'' di un noto capo clan romano, sarebbe questo il nuovo retroscena trapelato dai capi di imputazione per il pm romano. Inoltre avrebbe messo a conescenza il viados posto sotto inchiesta di una imminente perquisizione nella sua abitazione, consentendogli così di vanificare l'iniziativa della magistratura.
Favori fatti in cambio di prestazioni “a luci rosse” e a cascata una serie di accuse che vanno dalla concussione alla violazione del segreto d’ufficio fino alla corruzione. Così Roberto Staffa, il magistrato che consegnò al carcere il boss del Brenta Felice Maniero, è oggi sotto inchiesta e detenuto nel carcere di Perugia dato che l’inchiesta è in mano per competenza alla procura del capoluogo umbro.
Incastrato dal viados. Stando a quanto emerge dalle indagini, come si legge su Repubblica.it “l'inchiesta sarebbe partita dalle accuse di una transessuale fermata, circa un anno e mezzo fa, a Roma durante un'operazione antiprostituzione denominata 'Fungo', nel quartiere Eur, in cui era emerso un 'commercio' di transessuali provenienti dalle favelas sudamericane. Sarebbe stata la stessa trans, in sede di interrogatorio dopo il fermo, ad affermare che i loro rapporti sessuali venivano consumati dentro l'ufficio del pm. Interrogata dal gip, ha dichiarato di conoscere il pm dal quale era ricattata in cambio della sua protezione. E ancora. Rapporti con la familiare di una persona finita in carcere. C'è anche questa contestazione per il pm Roberto Staffa. E sesso in cambio del permesso di soggiorno per motivi di giustizia: così almeno un immigrato – probabilmente un viados – avrebbe ottenuto grazie al magistrato il permesso dall'ufficio immigrazione della Procura di Roma, ignaro della vicenda”.
Permesso di soggiorno in cambio del sesso consumato negli uffici della Procura. Il magistrato “avrebbe consumato alcuni dei rapporti sessuali, oggetto di scambi di favori, proprio nel suo ufficio di piazzale Clodio: alcuni incontri a luci rosse sarebbero avvenuti nella sua stanza al quarto piano della palazzina B della Procura di Roma. I militari si sono recati nella sua abitazione. I reati contestati sarebbero legati a favori fatti dal magistrato in cambio di sesso, fatto anche con una donna, chiuso a chiave nel suo ufficio, per concedere un permesso di colloquio con un detenuto oppure in cambio del permesso di soggiorno per motivi di giustizia. Il ministero della Giustizia ha chiesto alla Procura di Perugia che, compatibilmente con il segreto istruttorio, invii all'ispettorato gli atti sul caso di Roberto Staffa”.
Ora in carcere a Perugia, domani l'interrogatorio di garanzia. Intanto si dovrebbe svolgere domani, probabilmente nello stesso carcere di Capanne, a Perugia appunto, l'interrogatorio di garanzia da parte del gip. Il fascicolo è in mano al procuratore capo di Perugia Giacomo Fumu e al sostituto Angela Avila.
Separato dagli altri detenuti. Avrebbe intanto trascorso una notte tranquilla, in una cella singola del carcere di Perugia destinata ai nuovi arrivi, e separato quindi dagli altri detenuti. Sarebbero numerosi i documenti acquisiti dai magistrati di Perugia nell'ambito dell'indagine, materiale ora al vaglio degli inquirenti che stanno operando nel massimo riserbo. Staffa sarebbe stato tra l'altro sottoposto a intercettazioni telefoniche e telematiche.