Nel giorno della “paura” per le sorti dell'Acquedotto dell'Argentina, la cui acqua da ieri risultava visibilmente torbida, arriva la notizia che i Carabinieri di Spoleto avrebbero denunciato a piede libero 4 persone, dirigenti della Vus e della Asl3, per la vicenda relativa all'inchiesta di fine ottobre sull'inquinamento dell'acqua del servizio pubblico nel comprensorio dell'Alta Marroggia (clicca qui). A quanto riportato nel comunicato stampa inviato alle redazioni dalla Compagnia CC retta dal Capitano Fabio Rufino, determinanti per l'inchiesta anche ai fini delle denunce emesse, sarebbero state le analisi chimiche commissionate da privati cittadini all'inizio del mese di ottobre, che avrebbero in effetti confermato lo stato di inquinamento delle acque.
Il comunicato stampa dei Carabinieri – I Carabinieri di Spoleto, su delega del Procuratore della Repubblica di Spoleto, Dott. Gianfranco Riggio, hanno condotto nelle ultime settimane un’accurata attività di indagine relativa all’inquinamento della rete idrica, che ha interessato molte frazioni del territorio. Dai primi accertamenti, sono emerse responsabilità penali in capo a dirigenti e personale della V.U.S. e dell’A.S.L.
In questa fase si è rivelato di grande importanza il contributo di alcuni cittadini che, effettuando analisi chimiche, hanno rilevato e segnalato le prime anomalie, quali la presenza di enterococchi e coliformi di origine fecale nell’acqua in distribuzione, risalenti ai primi giorni del mese di ottobre. Solo intorno alla metà del mese di ottobre gli enti competenti hanno avviato le procedure finalizzate alla risoluzione della crisi.
In seguito all’escussione di persone informate sui fatti, analisi documentale, e vari sopralluoghi effettuati presso i pozzi di San. Nicolò, è stato possibile evidenziare ritardi e negligenze, caratterizzanti l’incauta gestione dell’evento contingente. Tali responsabilità sono state riscontrate sia in relazione all’organo deputato alla gestione del servizio, sia in capo ai preposti al controllo e alla supervisione. I soggetti interessati sono stati pertanto deferiti in stato di libertà, per i reati di inquinamento colposo e ritardo in atti d’ufficio. Le rispettive posizioni sono al vaglio della Procura della Repubblica di Spoleto.
Terremoto Ase – Nello stesso comunicato per la vicenda dell'acqua inquinata i Carabinieri, su delega della Procura retta dal Procuratore Capo, Dott. Gianfranco Riggio, danno poi un' ulteriore informazione sull'altra scottante vicenda denominata “Verdopoli” e sullo stato dell'inchiesta che nei giorni scorsi aveva portato alla consegna di 7 avvisi di garanzia per una storia di appalti pubblici irregolari per la manutenzione del verde, e che ha visto indagati i massimi vertici dell'Ase insieme ad alcuni imprenditori locali (clicca qui). Ieri mattina, i militari hanno sequestrato nuovi documenti che, è questa la novità, non riguardano più solo le manutenzioni del verde ma anche altri ambiti di intervento dell'Ase. Un vero e proprio nuovo terremoto, che fa ipotizzare un concreto allargamento dell'inchiesta stessa. Ecco il testo del comunicato relativo alla vicenda “Verdopoli”:
Circa le indagini su alcune gare di appalto irregolari riguardanti l’A.Se. di Spoleto, nei giorni scorsi, su delega della Procura della Repubblica di Spoleto, è stata sequestrata ulteriore documentazione inerente tutti gli appalti stipulati negli ultimi anni dalle società i cui titolari erano stati già indagati. Tali appalti, oltre alla manutenzione del verde pubblico, riguardano anche altri settori di intervento dell’A.Se.
Redazione Online
(modificato h 16,26)
Articolo correlato: