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Guerra nel Pdl di Terni: Rossi 'defenestrato', Francesconi in autogol. 5 consiglieri del partito si autosospendono

Redazione

Guerra nel Pdl di Terni: Rossi 'defenestrato', Francesconi in autogol. 5 consiglieri del partito si autosospendono

Ven, 13/04/2012 - 19:20

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Luca Biribanti

Il pesce d'aprile che vide coinvolto l'ormai ex coordinatore comunale del Pdl di Terni, Michele Rossi, ha innescato un vero e proprio terremoto all'interno del partito azzurro locale. Lo scherzo, che ricordiamo coinvolse il nome di Berlusconi come imprenditore interessato all'acquisto di Villa Palma (leggi qui), costò a Rossi il posto di coordinatore che venne scaricato in modo piuttosto freddo dai dirigenti regionali del Pdl con un comunicato particolarmente incisivo (leggi qui). Non si fece attendere la risposta di Michele Rossi, nel frattempo rimpiazzato dal professor Guardalben, che nella circostanza giudicò pretestuosa la scusa dello scherzo e che fossero ben altri gli interessi in ballo nel volerlo farlo fuori dal partito (leggi qui).

L'autogol di Francesconi – In realtà la prima polemica venne aperta da Niccolò Francesconi, l'ex delegato nazionale al congresso fondativo e componente del Direttivo Regionale del PDL in Umbria. “È stato un pretesto per cambiare coordinatore e per questo le nomine non si sono fatte attendere – così si era espresso Francesconi commentando il siluramento di Rossi – E' giusto nominare nuovi coordinatori comunali senza sentire la classe dirigente? Come mai nessuno di questi nostri coordinatori si è mai permesso di attaccare i nostri parlamentari del PDL che con battute hanno offeso milioni di cittadini?”. Quest'ultima sibillina affermazione, lascia perplessi, il politico ammetterebbe insomma che i parlamentari del suo partito (ormai ex) sarebbero responsabili di battute che avrebbero offeso milioni di cittadini. Forse un autogol non proprio banale, visto il delicato momento che il Pdl sta vivendo a Terni. Nel presentare la sua uscita dal Pdl Francesconi non ha certo usato parole tenere nei confronti della dirigenza pidiellina: “Perchè una decisione così affrettata per nominare nuovi coordinatori comunali? Quante riunioni sono state fatte in tre anni da parte del coordinamento regionale del PDL che parla di classe dirigente e big? Come mai anche i congressi provinciali sono stati contestati anche con toni accesi? – Continua l'affondo di Francesconi – Questo comportamento deve fare capire molte cose soprattutto alle persone che nonostante in disaccordo con i vertici del Partito continuano a stare in silenzio per paura. L'abolizione dell'art 18 tanto richiesto dal Pdl serviva per non fare reintegrare il Coordinatore Comunale del PDL Michele Rossi? Come mai in questi anni molti ragazzi si sono persi per strada e sono usciti dal Partito? De Sio e Nevi perchè invece di difendere la nomina di Guardalben e Cecconi non incominciano a fare opposizione come nonostante tutto faceva il Coordinatore Michele Rossi? Non trovandomi d'accordo con il partito e con il comportamento della classe dirigente che prende decisioni senza sentire i direttivi mando le mie dimissioni dal Partito e dal Coordinamento Regionale del PDL invitando lo stesso Michele Rossi a riflettere per come è stato trattato nonostante anni di duro impegno che non può essere negato per il partito”.

I 5 dissidenti – Dopo queste prime fibrillazioni all'interno del Pdl, la notizia di oggi è che 5 consiglieri del partito azzurro si sono autosospesi. Federico Brizi e i consiglieri comunali del gruppo Pdl Carlo Orsini (vicepresidente del consiglio comunale), Stefano Fatale (vicepresidente della prima commissione consiliare), Fabio Biscetti (vicepresidente della seconda commissione consiliare) e Federico Salvati hanno firmato un comunicato in cui fanno capire come da tempo nel partito si respiri un'aria pesante, con imposizioni dall'alto, senza un confronto democratico e una partecipazione condivisa. Particolarmente tagliente quello che scrivono i 5 dissidenti: “Il colpo di mano con il quale si è pensato di sostituire i vertici del coordinamento comunale del Pdl, è un qualcosa che non può essere tollerato sul piano del metodo e del merito e rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso”. “Un vaso da tempo colmato da uno stillicidio di iniziative unilaterali – si legge ancora nella nota dei cinque consiglieri comunali – intraprese dai vertici provinciali e regionali del partito, in dissonanza con il gruppo consiliare a Palazzo Spada”. “L’accordo tra i vertici locali ha ingessato il partito che appare ripiegato su se stesso, poco incline al confronto, non rivolto all’esterno, minoritario e sempre più isolato. Tutto ciò è funzionale non al bene del partito, ma a garantire la sopravvivenza politica dei vertici stessi”.
“Se (e nessuno ci può imputare il contrario) per disciplina di partito spesso si è chiamati ad accettare decisioni che non si condividono per metodo e/o merito, arriva un limite oltre il quale tacere e non intraprendere opportune contromisure, significa condividere responsabilità dalle quali è giunto invece il tempo di prendere le distanze”.
“In ragione di quanto sopra – conclude la nota dei cinque consiglieri comunali – e per il bene del partito che vogliamo torni ad essere credibile, autorevole e vincente, dichiariamo di autosospenderci da ogni attività di partito, con effetto immediato e fino a quando non si verifichi un inequivocabile e complessivo chiarimento politico, o si indichi attraverso un percorso trasparente modalità e data d’indizione del congresso comunale”.

L'onnipresente Melasecche – Come se non bastasse arriva il rimbrotto dell'onnipresente Enrico Melasecche (Udc), che richiama all'ordine il 'partito dell'amore', invitandolo a tornare in trincea nella lotta politica cittadina: Le notizie che giungono in merito al fermento che vive il gruppo consiliare del PdL in Comune non possono non obbligare tutti a qualche riflessione.
Senza entrare minimamente in merito alle ragioni palesi ed a quelle recondite che hanno portato ben cinque colleghi del PdL a sospendersi dalle attività della propria formazione politica per il malessere interno al partito ed al gruppo, travaglio di cui abbiamo profondo rispetto, non possiamo però non rilevare come Michele Rossi, segretario comunale defenestrato, abbia svolto nel corso di questi anni, per quello che era il suo ruolo, una opposizione convinta e pressante e questo risulta palese.
Ci auguriamo quindi che il confronto interno non faccia prevalere una linea di ammiccamento al potere locale lasciando il compito difficile ed impegnativo di tenere testa al potere di Palazzo ad una sola parte della minoranza, preferendo viceversa una posizione morbida, morbidissima, di stampo puramente consociativo .
Il Sindaco Raffaelli all’epoca e Di Girolamo in questi tre anni hanno peraltro entrambi, ripetutamente quanto pubblicamente, dato patenti di stima nei confronti di coloro che hanno preferito tenersi spesso, molto comodamente, in disparte dalla battaglia politica. Tutto questo non giova alla città, al confronto democratico ed al futuro di Terni perché soltanto dal rispetto dei ruolo di opposizione può emergere un progetto alternativo alla mediocrità dell’oggi”.

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