Riccardo Foglietta

Questa mattina si è tenuta, all’interno del CAOS (il Centro Arti Opificio Siri), la conferenza stampa che ha sancito la fine dell’edizione 2011-2012 del Fast, il Festival internazionale della creazione contemporanea che si è svolto a Terni nel mese di settembre. Erano presenti l’Assessore alla Cultura del comune di Terni Simone Guerra, i fondatori di Indisciplinarte Massimo Mancini e Linda Di Pietro, ed i rappresentanti del Teatro Stabile dell’Umbria e dell’associazione Demetra Nino Marino e Marco Betti. L’Assessore Guerra ha dichiarato: “Possiamo essere molto soddisfatti della scommessa fatta all’inizio di questa edizione del Festival, anche in virtù di dati numerici che dimostrano come questa sia stata un’edizione particolarmente ricca, a mio avviso una delle migliori. Faccio i complimenti all’associazione Demetra, che ha curato la parte del dopo festival nonostante tutte le difficoltà presenti quest’anno e riuscendo comunque a presentare delle proposte culturali interessanti. Quest’anno si è rafforzato anche il rapporto con il Teatro Stabile dell’Umbria, con il quale sono stati portati avanti in parallelo dei progetti che riguardano il supporto alle realtà locali che si impegnano nella produzione artistica, collaborazione che in futuro avrà un seguito. Sono venuti nella nostra città più di cento artisti provenienti da tutto il mondo, per una programmazione che è durata undici giorni e che ha riguardato diverse tipologie di proposte, distribuite in vari spazi urbani. Il settembre ternano si sta configurando in maniera interessante dal punto di vista dell’offerta culturale e di intrattenimento rivolta agli abitanti della città ed anche a visitatori provenienti da fuori, grazie ad una concentrazione di attività su cui stiamo facendo opera di cucitura all’interno di un quadro coerente.” Secondo quanto riferito dagli addetti ai lavori, insomma, il Festival di Terni sembra ormai essere diventato una vetrina importante, non soltanto per l’attenzione che suscita anche all’estero ma soprattutto per la specificità e la qualità dei prodotti culturali offerti; a conferma di ciò c’è stato il riconoscimento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, grazie al Fondo unico per lo spettacolo. “Nonostante il cambio di nome, il Festival è ormai entrato nell’immaginario degli operatori internazionali” ha sottolineato Massimo Mancini, che ha anche aggiunto: “per noi il nome Fast mantiene la radice Ast, che serve a valorizzare la vocazione produttiva della città, poiché secondo noi il futuro di Terni è nella sua storia più recente, ovvero nella sua capacità di produrre, non soltanto materia ma anche contenuti e creatività. Nonostante il nostro budget equivalga alla produzione di una mezza giornata del Festival dei Due Mondi di Spoleto e ad un quarto di quella di Umbria Jazz, le presenze a pagamento agli spettacoli di questa edizione si sono attestate intorno alle quattromila unità, risultato importante per ovvi motivi di bilancio. Ci dispiace non avere la possibilità, nonostante i tentativi fatti da parte nostra, di coinvolgere nelle nostre attività gli studenti della facoltà di Scienze e Tecnologie della Produzione Artistica, proposta di fronte alla quale abbiamo ricevuto un netto diniego da parte della dirigenza della facoltà.”

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