Può la musica abbattere le barriere (di qualunque tipo siano), unificare e guarire? La risposta positiva è stata data durante il seminario organizzato dalla Provincia di Perugia dal titolo “L’altro ritmo del jazz”. Tanti gli interventi di esperti di musicoterapia e di operatori nel settore del trattamento della disabilità e dell’inclusione sociale. L’incontro è stato coordinato dalla consigliera provinciale Laura Zampa, delegata ai Progetti di integrazione delle persone con disabilità. Quello di ieri è stato solo il primo di una serie di incontri tra arte e inclusione sociale. Il seminario è stato realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale Asad guidata da Liana Cicchi e con l’associazione di volontariato “Oltre la parola”, responsabile Donatella Floridi. “Siamo qua – ha esordito la Zampa – per dare voce a una realtà che spesso non ce l’ha. E come è nostra tradizione, ascolteremo prima dell’inizio dei lavori ‘Fratelli d’Italia’ ”. Il video con L’Inno di Mameli, realizzato presso il centro “Aldo Moro” di Gubbio, è stato una sorpresa, in quanto i cantanti erano giovani con gravi disabilità: grande era comunque l’allegria. “Siamo contagiati dalla loro gioia di vivere” ha concluso la Zampa. Nel suo intervento il presidente della Provincia Marco Vinicio Guasticchi ha spiegato: “No alla ripartizione tra competenze di questo o di quell’ente: queste ci sono laddove un’amministrazione dà una risposta. Noi vogliamo dare sostegno a tutti i soggetti che si sentano abbandonati”. L’assessore ai Diritti umani Donatella Porzi ha parlato poi di globalità dei linguaggi. “Io sono un’insegnante di sostegno e sono molto sensibile all’argomento in questione – ha continuato – L’importante è offrire a tutti (anche attraverso la musica) la stimolazione più variegata possibile, un aiuto per non essere esclusi”. Carlo Biccini del “Forum del terzo settore” ha spiegato che l’articolo 118 della Costituzione non è stato ancora attuato. “le disuguaglianze stanno aumentando” ha concluso. Poi Stefania Guerra Lisi e Gino Stefani dell’università Popolare di MusicArteterapia hanno spiegato l’importanza del jazz come veicolo, nella sua spontaneità, di un pedagogico ‘metodo globale’. Rossella Cestini dell’Asl 1, Alessandra Faina dell’Asl 2 e Anna Toni dell’Asl 3 dell’Umbria hanno elencato le tante importanti iniziative per il sostegno, dal punto di vista socio sanitario, alla popolazione disagiata e con disabilità. Emanuela Dentini e Lorenzo Capolsini del centro Speranza di Fratta Todina hanno incentrato il discorso sul lavoro fatto intorno all’unicità della persona, Stefania Polito ha presentato un progetto realizzato presso il centro Cecconi di Perugia, Stefania Bellillo della cooperativa la Locomotiva di Foligno ha raccontato l’avventura di Liberorchestra e del successo che ha raggiunto in seno al Festival del Jazz folignate. Musica per superare i limiti, abbiamo detto, e infatti il motto dell’orchestra ‘mista’ è stato “Non mi riconoscerai perché pensi di riconoscermi”. Michela Renzacci della cooperativa la Rondine ha poi mostrato le innumerevoli applicazione della Biodanza. In sintonia con gli altri interventi quello di Adelaide Colombo della cooperativa sociale il Cerchio di Spoleto, che ha presentato il progetto “Saxmin” realizzato in collaborazione con l’associazione Peter Pan. Nella seconda parte dell’incontro Annalisa Morganti dell’università degli studi di Perugia ha esposto un interessante studio sulla qualità della vita negli anziani con disabilità e Floriana Falcinelli della facoltà di scienze della formazione ha parlato di una “sfida per un progetto di vita”.