Sub morti a Grosseto, parla il sopravvissuto / "Sommozzatori esperti" - Tuttoggi.info

Sub morti a Grosseto, parla il sopravvissuto / “Sommozzatori esperti”

Alessia Chiriatti

Sub morti a Grosseto, parla il sopravvissuto / “Sommozzatori esperti”

Ancora da chiarire la dinamica del dramma / Predisposta autopsia / Proclamato lutto cittadino a Bastia Umbra
Lun, 11/08/2014 - 16:53

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E’ tutto nelle mani del sostituto procuratore di Grosseto Stefano Pizza: sarà lui a coordinare le indagini sulla morte dei tre sub perugini avvenuta tragicamente ieri a 11 miglia al largo di Grosseto. Un’immersione “regolare e tranquilla” tra i 30 e i 40 metri, si comprende dalle prime dichiarazioni, che i quattro sub esperti, tra cui solo l’istruttore e presidente del Thalassa Club di Perugia, Marco Barbacci, è riuscito a salvarsi, stavano affrontando nelle acque delle isole Formiche. Fabio Giamo, 57 anni, Gianluca Trevani, 35, e Enrico Cioli, 37, invece, non ce l’hanno fatta.

IL RACCONTO DELLA TRAGEDIA

L’autopsia – Il sostituto procuratore Pizza ha intanto predisposto l’autopsia sui corpi delle tre vittime, oltre che i dovuti accertamenti sull’attrezzatura in uso ai quattro sommozzatori. Pare che solo le bombole fossero state noleggiate presso il diving Abc di Talamone, mentre il resto dell’attrezzatura, come Gav (il giubbotto ad assetto variable) ed erogatori, fosse di proprietà dei quattro. Un primo esame delle salme è già in corso all’obitorio di Grosseto. Presenti, insieme ai medici legali, anche lo stesso magistrato oltre a personale della Capitaneria di porto. Non è invece chiaro se l’autopsia si svolgerà già in giornata. Gli accertamenti sulle bombole da sub sono stati disposti per capire se la morte possa essere stata eventualmente causata da un mal funzionamento dell’attrezzatura.

Parla il sopravvisuto – Una dinamica ancora affatto chiara, nonostante le prime indiscrezioni fatte trapelare ieri dopo l’incidente, e per la quale il condizionale resta d’obbligo. “Quando sono uscito dall’acqua ho cercato di rianimare Fabio Giaimo per diversi minuti ma inutilmente. Poi, per lo sforzo e per il caldo mi sono sentito male”: a parlare è lo stesso Marco Barbacci, che aveva organizzato l’uscita alle Formiche. Immersione alla quale lui stesso era presente e che ora ha raccontato ancora sotto choc. Marco non sarebbe stato con Giaimo al momento dell’incidente, ma avrebbe cercato di aiutarlo una volta riemerso, senza risalite frettolose o prive del rispetto delle regolari soste di sicurezza. Contrariamente a quanto era stato detto all’inizio, inoltre, per Barbacci non è stato necessario il ricovero in camera iperbarica. Si sarebbe trattato dunque di un’immersione “ricreativa”, a profondità comprese tra i 30 e i 40 metri. “Ho un’idea precisa di cosa sia successo – ha detto Barbacci all’ANSA – ma c’è un’indagine in corso e quindi preferisco non rivelarla”.
Un gruppo di una decina di persone, tutte dotate di brevetto, divise come prassi a coppie. A diverse profondità ma nella stessa area. Tutti con la propria attrezzatura ma con le bombole noleggiate dal diving di Talamone. “Io – ha spiegato Barbacci – ero con un neo brevettato. Dopo dieci-quindici minuti Giaimo ha segnalato di avere un problema fisico e il suo gruppo ha così cominciato una risalita di emergenza, più veloce del normale, ma sempre in assoluta sicurezza”.
Sempre in base alle prime dichiarazioni, l’istruttore avrebbe proseguito ancora per qualche minuto la sua immersione e una volta tornato in superficie si sarebbe reso conto del grave problema di Giaimo (mentre le altre due vittime erano su un’altra imbarcazione). “Gli ho praticato – spiega ancora – la rianimazione per diverse decine di minuti, poi mi sono sentito male e mi hanno portato in ospedale. Non sono comunque stato in camera iperbarica e il problema non ha avuto niente a che vedere con l’immersione”.

Sommozzatori esperti – “Erano sommozzatori esperti”: così dichiarano dal club subacqueo Thalassa di Perugia, di cui i sommozzatori facevano parte. C’è poca voglia di parlare dello sciagurato incidente di ieri alle Formiche di Grosseto. Giaimo, medico anestesista-rianimatore all’ospedale di Castiglione del Lago, aveva da poco ottenuto il brevetto da istruttore. “Aveva 150 immersioni alle spalle – ripete un suo amico – e quella di ieri, vista la profondità, non presentava rischi particolari. Doveva essere solo una gita…”. Sub considerato particolarmente esperto anche l’istruttore che tra l’altro è presidente del club Thalassa. Degli altri sono tante le foto che li ritraggono in vacanza, tra escursioni subacquee e la passione per il mare, che ha legato a filo doppio i loro destini.

Lutto cittadino – Intanto a nome dell’intera cittadinanza bastiola, il sindaco e l’Amministrazione comunale hanno deciso di proclamare il lutto cittadino, dopo il tragico lutto che ha colpito le famiglie, e la cittadinanza tutta, per la perdita di Enrico e Gianluca. Stefano Ansideri, primo cittadino di Bastia Umbra, ha dichiarato a riguardo: “A nome mio, dell’Amministrazione comunale e di tutta la Comunità di Bastia Umbra esprimo il più sentito cordoglio per la perdita di Enrico e Gianluca, due giovani profondamente inseriti nella nostra collettività sociale ed economica. Siamo vicini alle famiglie drammaticamente colpite da questo lutto, alle quali vanno il pensiero e la condivisione per una scomparsa dovuta forse ad una tragica fatalità. Nella dolorosa giornata in cui l’intera cittadinanza potrà portare l’ultimo saluto a Enrico e Gianluca sarà dichiarato il lutto cittadino”.

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