Mense Perugia, Nas “alimenti pericolosi” | Controlli in tutta Italia, 588 indagati - Tuttoggi.info

Mense Perugia, Nas “alimenti pericolosi” | Controlli in tutta Italia, 588 indagati

Alessia Chiriatti

Mense Perugia, Nas “alimenti pericolosi” | Controlli in tutta Italia, 588 indagati

A Perugia i genitori chiedono al Comune nuova gara d'appalto | Da Palazzo dei Priori cautela
Sab, 16/07/2016 - 11:33

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Perugia, Alessandria, Ancona, Milano, Latina, Caserta, Cosenza, fino a Sassari, Cagliari e Lecce. Sono solo alcune delle città toccate dai controlli dei Carabinieri dei Nas effettuati nelle mense scolastiche e nei punti cottura delle scuole primarie. Il capoluogo umbro è dunque solo una dei centri finiti nel ciclone delle ispezioni: sul tavolo del sostituto procuratore di Perugia, Claudio Cicchella, è finito il provvedimento nel quale sono stati iscritti 13 indagati, tra presidenti e amministratori delegati delle ditte appaltanti il servizio delle mense del comprensorio perugino, ora difesi dagli avvocati Biancalana, Berretti, Bonsignore, Bernardini, Becchetti e Belardoni.

Nella relazione dei Nas, per All Food, Cir Food, Elior Ristorazione, consorzio Abn e per la Ditta B+ Cooperativa sociale si parla di interessamento, da parte dell’autorità giudiziaria, per la “somministrazione di alimenti pericolosi per la salute pubblica: cosci di pollo contenenti numerosi frammenti ossei, prosciutto cotto e frittata contaminati da listeria monocytogenes e staffilococchi coagulasi positivi, yogurt scaduto di validità e pane con muffa”. Sempre dalla relazione dei Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione si scopre che nel perugino si è già proceduto “alla contestazione di illeciti amministrativi per un totale di € 15.500”.


L’inchiesta in Italia

Preoccupante il quadro dipinto dalle ispezioni dei Nas in tutta Italia: tra il 2015 e il 2016, sono state 101 le persone segnalate all’autorità giudiziaria, e 487 quelle segnalate all’autorità amministrativa. 37 le strutture chiuse, 928 le sanzioni comminate, tra penali e amministrative, per un totale di 491.496 euro. Più di 4mila i chili di alimenti sequestrati. Le operazioni dei Nas hanno condotto a sequestri e chiusure per un valore complessivo di 13mln di euro. I principali reati contestati sono quelli di frode in pubbliche forniture, commercio di alimenti nocivi, somministrazione di alimenti in cattivo stato di conservazione, esercizio abusivo di docenza nella scuola dell’infanzia. E ancora omissioni e abuso di atti d’ufficio, inadempienza in pubbliche forniture, fino ad arrivare a carenze igienico sanitarie, all’irregolarità nell’etichettatura degli alimenti, all’inottemperanza della normativa del divieto di fumo.

La situazione non è certo rassicurante nel cuneese, dove è stato “sospeso il servizio di mensa scolastica per gravi carenze igienico sanitarie e strutturali (muffe diffuse alle pareti, esfoliazione intonaci nei locali cucina, sporco diffuso dei piani lavoro), tali da non garantire la salubrità dei pasti, con potenziale rischio per la salute dei minori. Segnalate 2 persone alle competenti Autorità”. O ad Ancona, dove sono stati “sequestrati 3.700 chili di prodotti carnei, classificati come sottoprodotti di origine animale e privi di indicazioni utili alla loro rintracciabilità, rinvenuti all’interno di celle frigorifere autorizzate allo stoccaggio di soli prodotti carnei freschi. Il titolare si approvvigionava di alimenti prossimi alla scadenza e, dopo averli riconfezionati, rietichettati e attribuito in maniera artificiosa una nuova data di scadenza, indebitamente, li sottoponeva a procedura di congelamento per fornirli successivamente alle mense come freschi”.


La situazione a Perugia

A Perugia i genitori fanno sapere a TuttOggi.info di aver appreso dell’inchiesta della Procura dalla stampa e di aver fatto richiesta di accesso agli atti per conoscere i reati contestati agli indagati. Ma come è immaginabile, i tempi burocratici per ottenere le risposte sono molto lunghi. I comitati dei genitori a Perugia si erano in verità mossi per tempo, già subito dopo l’assegnazione dell’appalto arrivata ad agosto scorso. Di yogurt scaduto, pane ammuffito e cibo in razioni ridotte si era infatti già parlato. Ora i batteri nella frittata e nel prosciutto cotto cambia tutto. E alla luce dell’inchiesta i genitori hanno chiesto un tavolo con il sindaco Romizi, con l’assessore Waguè e con i dirigenti del Comune, con lo scopo di ottenere una nuova gara d’appalto e il riconoscimento di un ruolo attivo nella scelta del cibo per i propri figli. “Non vogliamo essere tagliati fuori”, né vogliono più essere sentir parlare di “madri ignote, alle quali non era opportuno affidare compiti di gestione del servizio”. A breve i genitori si incontreranno di nuovo tutti insieme, anche per decidere, fanno sapere, se costituirsi parte civile nell’inchiesta ora in corso.

Palazzo dei Priori nel frattempo invita alla cautela. Nessuna dichiarazione affrettata, proprio perché in ballo c’è l’alimentazione e la salute dei bambini. Non prima di aver valutato tutti gli elementi e tutti i documenti sulla vicenda. Non prima del vertice tra sindaco, assessore e dirigenti che dovrebbe svolgersi già lunedì prossimo. Fiducia nella magistratura, questo sì.


L’opposizione a Palazzo dei Priori

Dalle altre parti politiche di opposizione sedute in Consiglio comunale arrivano invece, impietosi, i commenti dopo l’apertura dell’indagine da parte della Procura di Perugia. “Come per il servizio rifiuti, anche per le mense scolastiche, l’Amministrazione dimostra la sua totale inadempienza in termini di controllo effettivo del servizio, così come la legge prevedrebbe, e i cittadini, questa volta i bambini, ancora una volta, si devono affidare alla Magistratura per la tutela dei propri diritti ad un servizio di qualità”. A scriverlo è il capogruppo del M5S a Palazzo dei Priori, Cristina Rosetti. Per il M5S, nonostante i 46 controlli eseguiti con il coinvolgimento dei genitori, il Comune “non ha mai applicato il pieno rispetto delle norme di legge in materia di adeguatezza e qualità del servizio e di monitoraggio permanente dello stesso, in vigore già dal 2008. Dopo la deliberazione di settembre 2015, che prevedeva il coinvolgimento dei genitori nel controllo delle derrate alimentari e l’elaborazione di un sistema di monitoraggio permanente del servizio in ogni sua fase con verifiche semestrali dell’adeguatezza degli standard, i controlli dei genitori rimanevano per lo più lettera morta e non avevano alcuna valenza giuridica nei confronti delle società di gestione dei servizi”.

Ci va duro anche il Partito Democratico: “le posizioni politiche ed amministrative del Sindaco Romizi e della sua Giunta sono passate dal ‘magna e sta zitto’ ai bambini e ‘mamme ignote’ ai genitori alle riunioni d’emergenza per risolvere il problema che ha portato Perugia ad essere presa come esempio negativo a livello nazionale. Ciò dimostra che le preoccupazioni dei genitori, riportate anche da noi all’interno delle sedi istituzionali, erano ampiamente fondate. Quello che l’assessore Waguè definiva un sistema fuori legge, alla prova dei fatti, si è dimostrato di gran lunga più legittimo e sicuro, grazie alla selezione delle derrate da parte dei comitati mensa ed al controllo continuo e costante che effettuavano i genitori, infatti negli anni passati mai si erano avuti problemi di questo tipo. La gestione dei servizi educativi e all’infanzia da parte di questa amministrazione è a dir poco fallimentare: chiusura degli asili, licenziamento delle precarie storiche, esternalizzazione delle mense. Tutto in ossequio alla commissione per la revisione della spesa e alle sue conclusioni dove si evince che le risorse impiegate per i servizi all’infanzia siano considerate spese superflue e sprechi. Viste le posizioni di totale chiusura da parte dell’assessore al ramo, Waguè, e della latitanza strategica del Sindaco Romizi, è urgente e necessaria l’apertura di una fase nuova con interlocutori credibili e seri. Abbiamo già ufficializzato la richiesta di rivedere l’attuale linea politico-amministrativa sui servizi educativi e all’infanzia e di rimuovere le deleghe all’assessore Waguè. La questione è già stata discussa due volte in Commissione, ma rimandata per l’assenza strategica del Sindaco Romizi. Nei prossimi giorni invieremo un’ulteriore lettera di richiamo a lui e al Presidente del Consiglio Comunale, Varasano, per sollecitarne la presenza quando saranno di nuovo ufficialmente convocati nella prossima seduta, soprattutto alla luce delle recenti indagini. Invitiamo pertanto il Sindaco a riferire nelle sedi opportune, sia in Commissione che in Consiglio, evitando di sottrarsi al confronto su un tema così importante e spinoso come quello dei servizi educativi e all’infanzia”.

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