Marmore al contrario, a Sanremo la "gaffe" dello spot dell'Umbria - Tuttoggi.info

Marmore al contrario, a Sanremo la “gaffe” dello spot dell’Umbria

Redazione

Marmore al contrario, a Sanremo la “gaffe” dello spot dell’Umbria

Il video appello di Vittorio Sgarbi che invita a venire nella nostra regione nasconde un piccolo grande errore
Mer, 15/02/2017 - 09:30

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Venite in Umbria e ritrovate la vostra anima”. Un appello, quello di Vittorio Sgarbi, andato in onda nelle pause tra un cantante e un altro, dal palco dell’Ariston di Sanremo 2017. A riflettori ormai spenti sulla kermesse musicale italiana in cui l’Umbria esce a testa alta con un quarto posto del tifernate Michele Bravi, resta la coda lunga dei commenti, l’immancabile scoperta di plagio e qualche polemica. Tra queste, fa capolino lo spot promozionale della Regione Umbria. Quindici secondi per parlare al cuore degli spettatori di tutta Europa, del cuore verde d’Italia attraverso sette immagini scelte per rappresentare il territorio, accompagnate dalle parole del noto critico d’arte.

Dritti al cuore

Sette le immagini, dicevamo, scelte per rappresentare la nostra Umbria accompagnate dal parlato del noto critico d’arte.  Si parte con un panorama dall’alto: Todi forse. Forse Orvieto. Magari una panoramica volutamente generica, come a rappresentare una e tutte le Gubbiocittà arroccate dell’Umbria. Fortezze che come scrigni, nascondono bellezze. Scelte di stile. Poi, a seguire, ben riconoscibili: Gubbio, Assisi, Perugia, le cascate delle Marmore prima nel disegno attribuito solo pochi mesi fa a Leonardo Da Vinci poi ancora le Cascate e per finire le isole del Lago Trasimeno. Scelte di ordine e contenuto. Non se ne abbiano a male Spoleto o Foligno o Città di Castello o Trevi o Montefalco. In un quarto di minuto non si può raccontare tutto il “tesoro d’Italia“.

Sanremo

Ma neanche essere troppo “partigiani”. Il video è stato fortemente voluto dal vice presidente della Regione Fabio Paparelli, ternano doc che, nell’intento di risollevare il territorio colpito dalla crisi del turismo post sisma, il cosiddetto “danno indiretto, ha scelto di “sfruttare” la vetrina img_4688televisiva più importante e scintillante della tv pubblica per lanciare un messaggio positivo al grande pubblico. Il progetto, realizzato in collaborazione tra l’assessorato, consorzi turistici umbri e la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, prevedeva che lo spot fosse mandano in onda durante le tre giornate centrali del Festival. E così è stato.

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Piccolo grande errore

E qui viene quella che a un occhio malizioso potrebbe sembrare partigianeria. Non solo le ternane cascate delle Marmore, le più alte d’Europa, compaiono due volte sulle sette immagini scelte a rappresentare l’Umbria, ma le suggestive immagini ricadono proprio nel momento in cui il professor Sgarbi pronuncia “cuore verde d’Italia”. Scelte d’amore. Ma a guardare bene, qualcosa non torna. Cascata delle MarmoreLa nebbiolina di vapore delle acque delle Marmore che formano, magicamente, un cuore tra la boscaglia, nasconde un piccolo grande errore: un’immagine rovesciata, speculare, dove tutto ciò che nella realtà sta a sinistra si riflette a destra, come in uno specchio. Una piccola manipolazione del “reale” che stona come una nota presa male dal palco di Sanremo, se a farlo è proprio una Istituzione. E così è. La Regione Umbria ha prodotto e mandato in onda a livello europeo l’immagine sbagliata di uno dei simboli dell’Umbria. E qui resta tutta da capire la scelta. Si tratterebbe, quindi, di un semplice errore nel montaggio, una svista durante l’editing? O forse, solo un “romantico” effetto voluto per agevolare il riconoscimento dell’abbinamento immagine-parlato (ovvero quando Sgarbi dice “cuore verde dell’Umbria”) e che vede il cuore iconograficamente posto sulla sinistra. A pensar male, che si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca, si potrebbe addirittura ipotizzare un vecchio trucco del mestiere per mascherare l’utilizzo di immagini di cui non si hanno i diritti, bypassando – si fa per dire – la questione copyright.

L’esempio Marche

Ma non è solo l’Umbria ad andare a caccia di turisti. Stesso intento che ha mosso anche il governatore della Regione Marche, Luca Ceriscioli, a voler trasmettere 5 spot promozionale in ognuna delle serate del Festival di Sanremo a “prezzi solidali” da parte di Rai: 150mila euro in tutto, con uno sconto dell’80% rispetto alle tariffe normali per aiutare le regioni colpite dal terremoto a ripartire. Prezzo, questo, che abbiamo ragione di credere sia stato proposto anche per la trasmissione del video promozionale dell’Umbria, anche se non è chiaro se ad impegnare questa somma sia stata la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia o la Regione. I video marchigiani, già utilizzati sui canali Rai nel periodo natalizio e mandati in onda al prezzo di favore di 200mila euro l’uno, vedono come testimonial del territorio l’attore Neri Marcorè. Un pezzo da 90, fortemente legato al territorio e apprezzato da un pubblico composto da diversi target: più o meno giovani, uomini e donne, per una società eterogenea. Qualità queste, forse, non condivise con Vittorio Sgarbi, che sebbene molto legato all’Umbria – il professore è attualmente direttore artistico del museo di Amelia e molteplici sono le collaborazioni con festival e fondazioni – sicuramente non è figlio di questa terra. Scelte di sponsor. Ad equilibrare questa prima mossa, infatti, la scelta di utilizzare Monica Bellucci per un nuovo spot di promozione del territorio.

Simboli al contrario

Insomma, che sia piaciuto o meno, lo spot dell’Umbria mandato in onda a Sanremo rende l’immagine sbagliata di uno dei suoi simboli. Come a pubblicare l’immagine del Duomo di Spoleto dall’altra parte della piazza o ruotare la fontana di Perugia di 180° gradi. Chissà cosa ne pensa il professor Sgarbi. Chissà se l’assessore Paparelli saprà illuminarci sulla scelta?
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