Nei mesi di maggio e giugno scorsi, il Commissariato di Città di Castello, aveva effettuato un’intensa attività di verifica e controllo nei confronti di laboratori tessili presenti sul territorio dell’Alto Tevere; i riscontri avevano evidenziato come un buon 80% delle attività tessili fossero gestite da persone di etnia cinese. Ecco i numeri delle operazioni di Polizia: 34 laboratori tessili cinesi controllati; 123 lavoratori cinesi (43 erano donne) sottoposti a verifica, di cui 5 clandestini e 17 “in nero”. Le sanzioni per quest’ultimi ammontarono a 19’500 euro (1500 euro per ogni singolo lavoratore). Ci furono ben 5 sospensioni di attività produttive e 8 laboratori destinati allo sgombero e al ripristino.
Per verificare se le irregolarità emerse allora fossero state corrette nel tempo, a distanza di mesi, è stata dunque programmata e realizzata un’altra attività di accertamento. Nelle ultime tre settimane, infatti, sono stati controllati complessivamente 20 laboratori esistenti alla Camera di Commercio; sette di questi, distribuiti tra i Comuni di Città di Castello, Citerna, Pistrino, San Giustino, non esistono più: i locali sono risultati abbandonati da tempo e le apparecchiature trasferite. I restanti 13, alcuni dei quali non a norma durante i primi controlli, sono risultati assolutamente regolari, sia nello svolgimento delle attività lavorative, che sulle posizioni contributive e di soggiorno degli stessi lavoratori. Solo in un caso, nel Comune di Citerna, frazione Pistrino, è stata inoltrata una specifica segnalazione agli amministratori comunali ed agli assistenti sociali, perché venisse affrontata una situazione di estremo disagio sociale di una famiglia cinese, titolare di un’impresa a carattere familiare.
Valtiberina, La polizia torna a controllare 20 laboratori tessili cinesi/ A norma 13 di questi, 7 abbandonati
Gio, 12/12/2013 - 17:10