Luca Biribanti
C'è voluto un maxischermo, allestito in Piazza San Pietro, per consentire a tutti i pellegrini di Terni di ascoltare le parole del Santo Padre che ha ricevuto la delegazione della diocesi Terni-Narni-Amelia questa mattina nella sala “Paolo VI”. Oltre all'effige dorata di San Valentino, un'edizione speciale delle 5 pastorali del Santo e oggetti d'arte dell'artigianato umbro, al Pontefice è stata donata una maglia della Ternana con il numero 16 e il nome Joseph e un elmetto bianco, simbolo dei lavoratori. Il Vescovo di Terni, Mons. Vincenzo Paglia ha salutato Benedetto XVI con un accorato discorso sulla situazione della crisi del lavoro per i giovani e quella che sta attraversando il polo chimico di Terni: “Padre Santo, siamo venuti con gli operai e le loro famiglie per confidarle le nostre preoccupazioni, che sappiamo essere non solo nostre. Com'è possibile un futuro sereno se un giovane su tre non trova lavoro? Non poche industrie sono in grande sofferenza. Penso al polo chimico della nostra città, che potrebbe trovare una soluzione, ma interessi di parte mettono a rischio qualche migliaia di posti di lavoro e impediscono lo sviluppo. La questione centrale è il lavoro, di un lavoro sicuro, dignitoso e stabile”.
Il ricordo di Karol Wojtyla – Il Papa ha risposto all'appello ricordando la figura di Giovanni Paolo II che 30 anni fa visitò le acciaierie di Terni per portare un messaggio di speranza ai quei lavoratori che, allora come oggi, rischiano di perdere il proprio: “Oggi, vogliamo ricordarlo in maniera speciale per l'amore che mostrò per il mondo del lavoro; quasi lo sentiamo ripetere le prime parole che pronunciò appena giunto a Terni: “Scopo precipuo di questa visita, che si svolge nel giorno di San Giuseppe è di portare una parola di incoraggiamento a tutti i lavoratori ed esprimere loro la mia solidarietà, la mia amicizia e il mio affetto” (Discorso alle autorità, Terni, 19 marzo 1981). Faccio miei questi sentimenti, e di cuore abbraccio tutti voi e le vostre famiglie. Nel giorno della mia elezione, mi sono presentato anch'io con convinzione come un umile lavoratore nella vigna del Signore', ed oggi, assieme a voi, vorrei ricordare tutti i lavoratori e affidarli alla protezione di san Giuseppe lavoratore”.
Sul tema del lavoro – “In questo orizzonte si colloca anche il tema del lavoro, che oggi vi preoccupa, con i suoi problemi, soprattutto quello della disoccupazione. E' importante tenere sempre presente che il lavoro è uno degli elementi fondamentali sia della persona umana, che della società. Le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono difficili e precarie le condizioni della società stessa, le condizioni di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune. Nell'Enciclica Caritas in veritate – come ricordava Mons. Paglia – ho esortato a non lasciare di 'perseguire quale priorità l'obiettivo dell'accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti' (n. 32). Vorrei ricordare anche il grave problema della sicurezza sul lavoro. So che più volte avete dovuto affrontare anche questa tragica realtà. Occorre mettere in campo ogni sforzo perché la catena delle morti e degli incidenti venga spezzata. E che dire poi della precarietà del lavoro, soprattutto quando riguarda il mondo giovanile? E' un aspetto che non manca di creare angoscia in tante famiglie! Il Vescovo accennava anche alla difficile situazione dell'industria chimica della vostra Città, come pure ai problemi nel settore siderurgico. Vi sono particolarmente vicino, mettendo nelle mani di Dio tutte le vostre ansie e preoccupazioni, e auspico che, nella logica della gratuità e della solidarietà, si possano superare questi momenti, affinché sia assicurato un lavoro sicuro, dignitoso e stabile. Il lavoro, cari amici, aiuta ad essere più vicini a Dio e agli altri. Gesù stesso è stato lavoratore, anzi ha passato buona parte della sua vita terrena a Nazaret, nella bottega di Giuseppe. L'evangelista Matteo ricorda che la gente parlava di Gesù come del 'figlio del falegname' (Mt 13,55) e Giovanni Paolo II a Terni parlò del 'Vangelo del lavoro', affermando che era 'scritto soprattutto dal fatto che il Figlio di Dio, diventando uomo, ha lavorato con le proprie mani. Anzi, il suo lavoro, che è stato un vero lavoro fisico, ha occupato la maggior parte della sua vita su questa terra, ed è così entrato nell'opera della redenzione dell'uomo e del mondo' (Discorso ai lavoratori, Terni, 19 marzo 1981). Già questo ci parla della dignità del lavoro, anzi della dignità specifica del lavoro umano che viene inserito nel mistero stesso della redenzione. E' importante comprenderlo in questa prospettiva cristiana. Spesso, invece, viene visto solo come strumento di guadagno, se non addirittura, in varie situazioni nel mondo, come mezzo di sfruttamento e quindi di offesa alla stessa dignità della persona. Vorrei accennare pure al problema del lavoro nella Domenica. Purtroppo nelle nostre società il ritmo del consumo rischia di rubarci anche il senso della festa e della Domenica come giorno del Signore e della comunità”.
Il saluto ai lavoratori – “Cari lavoratori e lavoratrici, cari amici tutti, vorrei terminare queste mie brevi parole dicendovi che la Chiesa sostiene, conforta, incoraggia ogni sforzo diretto a garantire a tutti un lavoro sicuro, dignitoso e stabile. Il Papa vi è vicino, è accanto alle vostre famiglie, ai vostri bambini, ai vostri giovani, ai vostri anziani e vi porta tutti nel cuore davanti a Dio. Il Signore benedica voi, il vostro lavoro e il vostro futuro. Grazie”.