Segnalati 835 casi di sospette reazioni avverse (ADR) ai vaccini anti Covid-19 su un totale di 79.312 dosi somministrate in Umbria
Sospette reazioni avverse al vaccino contro il Covid-19 in poco più dell’1% dei vaccinati in Umbria. In un solo caso (su quasi 80mila somministrazioni) la situazione è stata gravissima, poi fortunatamente risolta. Si è trattato di una donna di 45 anni, vaccinata nel territorio dell’Usl 1 con il vaccino Pfizer: ritenuta in pericolo di vita “con quadro di anafilassi“, è stata prontamente salvata.
A fornire i dati è la Direzione regionale alla Salute. Dal 1 gennaio al 22 marzo 2021, in Umbria, risultano inseriti nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) 835 casi di sospette reazioni avverse (ADR) ai vaccini anti Covid-19 su un totale di 79.312 dosi somministrate.
Vaccino, sospette reazioni avverse in linea con il dato nazionale
La percentuale di segnalazioni sul totale delle dosi di vaccino somministrate è pari all’1,05%. Il tasso di segnalazione per 100.000 dosi in Umbria, pari a 1050/100.000 dosi, è sostanzialmente in linea con il dato medio nazionale che è di 729 segnalazioni per 100.000 abitanti (risalente al 26 febbraio 2021, circa un mese prima dell’attuale dato umbro).
Nel dettaglio, le reazioni avverse hanno riguardato per il 75% il vaccino Pfizer (ma la percentuale sul totale delle somministrazioni è appena dello 0,79%), per il 20% l’Astrazeneca (0,22%) e per il 4% il Moderna (0,04%). Mentre l’1% riguardava vaccinazioni non legate al Covid-19.
Problemi più per le donne
Nel 79% dei casi, la reazione avversa ha interessato il sesso femminile, con un rapporto Femmine / Maschi pari a circa 3:1. Nel 96% dei casi (799 su 835) di segnalazione si è trattato di una reazione avversa giudicata “non grave”.
Al momento della segnalazione, l’86% (722 su 835) delle reazioni avverse segnalate era definitivamente risolto, il 4% (34 su 835) è stato giudicato in “miglioramento”, l’8% (70 su 835) risultava “non ancora guarito”, l’1% (7 su 835) riportava una “risoluzione con postumi”. In circa l’1% (3 su 835) delle segnalazioni il dato di esito non era disponibile. Per quanto riguarda i casi gravi, per 5 persone è stata necessaria l’ospedalizzazione (o il prolungamento dell’ospedalizzazione), mentre per 30 si è comunque verificata un’altra condizione clinicamente rilevante. Infine, come detto, 1 persona è stata ritenuta in pericolo di vita.
Il tipo di reazione avversa
Relativamente al tipo di reazione avversa al vaccino, sono state segnalate prevalentemente quelle già note per questi vaccini. Tra le principali: reazioni locali o sistemiche (febbre, brividi, dolore in sede di iniezione, stanchezza, malessere) in circa il 33% dei casi; reazioni interessanti il sistema muscoloscheletrico (mialgia, artralgia) circa il 20% dei casi; disturbi interessamento il sistema nervoso (cefalea, parestesie) circa il 18% dei casi; disturbi del tratto gastrointestinale (nausea, diarrea) nel 9% dei casi. La durata media delle reazioni è stata di circa 4 giorni.
Nella maggior parte dei casi il segnalatore della reazione avversa al vaccino è stato il medico (56%), seguito dal farmacista e dal cittadino (entrambe 16%) e da altro operatore sanitario (12%).