Università, domani delegazione di Terni a Perugia per il consiglio regionale: "Vogliamo ciò che ci spetta" - Tuttoggi.info

Università, domani delegazione di Terni a Perugia per il consiglio regionale: “Vogliamo ciò che ci spetta”

Redazione

Università, domani delegazione di Terni a Perugia per il consiglio regionale: “Vogliamo ciò che ci spetta”

Lun, 19/09/2011 - 20:53

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Si è svolto fino a pochi minuti fa, nella sala consiliare, il lungo dibattito sulle prospettive dell'università ternana. La situazione è tutt'altro che semplice dopo le ultime notizie arrivate da Perugia, che continua a tagliare dipartimenti e risorse al polo di Terni, rinunciando alla vocazione regionale che nel progetto iniziale del decentramento era stata stabilita negli accordi. Ad aprire il confronto è stato il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo che ha richiamato l'intervento dei giorni scorsi della presidente Marini, che aveva difeso il polo di Terni e i diritti della città: “Noi vogliamo continuare a stare dentro la sfida per l'università: il polo di Terni è frutto di un lavoro trentennale e di una strategia di programmazione e di investimenti coerente, passata attraverso un filo rosso che ha attraversato amministrazioni di destra e sinistra. Perché tutti abbiamo capito che in una città industriale come la nostra, l'università costituisce un'infrastruttura indispensabile per lo sviluppo Con tali obiettivi abbiamo lavorato nel confronto con l'università sapendo che il polo di Terni non è un decentramento, ma un investimento fatto dalla Regione dall'Università e soprattutto dagli stessi cittadini ternani, dagli enti e dalle associazioni locali. Perciò – ha continuato Di Giorlamo – possiamo dire che nessuno ce l'ha regalato il polo universitario. Noi vogliamo continuare a scommetterci, pur sapendo che nulla può essere come prima. Per questo abbiamo accettato sacrifici e tagli, come ha fatto l'Università di Perugia, attestandoci sul mantenimento delle nostre tre facoltà storiche, che hanno i maggiori legami con il territorio. Per questo ritenevamo anche giusto e conveniente che nello Statuto venisse riportato il Polo di Terni come elemento costitutivo dell'Università di Perugia, senza superbia ma come riconoscimento giusto di quello che è stato fatto in questi anni”. Il consiglio si è schierato compatto sulla linea tracciata dal sindaco, sostenendo la necessità di un'azione compatta per salvaguardare il futuro dell'università. Per il il Psi è intervenuto Giuseppe Boccolini: “La partita è tutta da giocare e noi siamo in piedi”. “Occorre però fare sistema con Narni, con la Provincia, con le associazioni professionali però ora occorre passare dalle parole ai fatti: non possiamo rinunciare ad un valore aggiunto quale è l'università sul quale la città ha investito tanto, direttamente e attraverso il patto di territorio”.
“Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso” ha detto Giocondo Talamonti (FdS). Che ha proposto gesti eclatanti con la presenza dei consiglieri comunali in regione e poi al rettorato. “Terni – ha aggiunto Talamonti – ha bisogno di Perugia e Perugia di Terni per costruire insieme un'università dell'Umbria”. “A Terni – ha detto ancora Talamonti in risposta a Bistoni – sappiamo leggere e anche interpretare quello che c'è scritto nell'articolo 2 della bozza del nuovo statuto”. “Per questo dobbiamo essere domani a Perugia per manifestare il nostro dissenso e le nostre proposte”.
Per Riccardo Giubilei (Pd) “il Senato accademico non può dire di non conoscere quali siano le richieste e le aspettative del territorio ternano: ci sono atti chiari e unitari fin dal 2009”.
“Genera amarezza arrivare a dover monitorare la situazione in queste ultime ore ed è anche amaro constatare che ci dobbiamo muovere noi come consiglio comunale, mentre in consiglio regionale se ne parlerà per la prima volta domani. L'amarezza viene poi dalla constatazione che per ottenere cose che ci spettano occorre la mobilitazione dell'intero territorio”. “Se per avere interlocuzione dobbiamo arrivare a questo punto c'è qualcosa che non funziona al meglio nei rapporti tra le istituzioni”.
Anche Giorgio Finocchio (Pd) ha ricordato da quanto tempo il consiglio comunale stia trattando il tema dell'Università. “Bistoni non può dire di non conoscere le nostre posizioni, anche perché era presente a Palazzo Spada nel 2010 alla seduta straordinaria dedicata al polo ternano”
“Nello statuto il decentramento è considerato solo una possibilità. Le nostre richieste sono ben precise: chiediamo almeno delle spiegazioni e delle risposte precise e dettagliate, perché non esiste che questa città dopo tanti investimenti non possa rivendicare il suo futuro nell'alta formazione”. “Vogliamo ascoltare un dibattito in Regione”, “ma alla fine Terni può anche pensare di fare meglio da sola: è una grande città ha capacità e laboriosità”. “Se vogliamo ottenere qualcosa – ha concluso Finocchio – la battaglia deve essere dura: non possiamo convocare un consiglio comunale formalmente in un'altra sede, ma possiamo farlo di fatto”.
Dario Guardalben ha definito epocale per Terni il dibattito sul Polo universitario “che tutti riteniamo una realtà pesante, presente, sostanziosa della nostra città. Non è vero quanto ci è stato detto – ha aggiunto – lo statuto può essere modificato. Ma di fronte ad un'insensibilità da parte del senato accademico, al momento l'unica realtà che può dire la sua e tutelare gli interessi di Terni è la Regione ed è in quella direzione che deve andare la nostra pressione. Vediamo cosa ha da proporre la Regione”.
Valdimiro Orsini (Pd) ha ricordato i fiumi di parole spesi per confermare l'importanza del polo ternano. “Ma oggi il senato accademico si appresta a licenziare uno statuto che di fatto cancella l'esperienza ternana. Ci sentiamo presi in giro e dobbiamo mettere in campo forme di protesta dure per difendere i nostri diritti e il futuro del nostro territorio”. “La chiave sta nell'interlocuzione che la presidente della Regione deve avere con l'università, anche mettendo in discussione la convenzione per la sanità”.
“Oggi – ha detto nel suo intervento Francesco Ferranti (Pdl) – paghiamo anche scelte sbagliate del passato, molti corsi aperti a Terni erano solo fotocopie, e non sono state fatte scelte programmatiche su facoltà che sarebbero state più utili e radicate sul territorio, come ingegneria, medicina e chimica. Abbiamo comunque un'esperienza trentennale che ha coinvolto l'intera città e che è stata più volte sostenuta dal Governo. Dobbiamo ripartire dai corsi più rappresentativi”.
“Terni – ha detto Paolo Garofoli (Gm) – è strategica per sostenere l'Umbria e portarla fuori dalla crisi. Perché questo accada la nostra città non può però essere privata dell'università e del ruolo che l'ateneo può giocare negli ambiti della ricerca dello sviluppo e dell'innovazione”. Giampiero Amici (Pd) ha detto che “domattina in consiglio regionale dopo le comunicazioni della presidente Marini deve aprirsi un dibattito nel quale devono intervenire tutti i gruppi consiliari regionali”. Per Federico Brizi (Pdl) “è triste dover andare a chiedere, a distanza di anni dai primi atti d'indirizzo quello che dovrebbe essere scontato. Questa situazione denota il poco peso specifico della maggioranza locale che governa il Comune di Terni, rispetto all'omologa maggioranza regionale. Una maggioranza quella di centro-sinistra di Terni che non è in grado di farsi interprete della tutela e delle istanze del territorio e che quindi è politicamente sconfitta e perdente”.
Secondo Paola Ciaurro la bozza dello statuto del senato accademico è”un insulto per il nostro territorio. Il concetto di università dell'Umbria è sempre più lontano e fantomatico: Perugia ha sicuramente un'università antica, ma un territorio completamente diverso da quello di Terni la cui vocazione industriale andrebbe valorizzata e accompagnata dalla presenza universitaria”.
Domani alcuni consiglieri si sono dati appuntamento al consiglio regionale di Perugia per creare una rappresentanza cospicua della volontà ternana di esserci e non stare a guardare mentre 'mamma Perugia', con discutibili atteggiamenti di chiusura, continua a voler tagliare il cordone ombelicale con Terni. L'obiettivo sarà quello di far aprire un dibattito dai capigruppo di partito su quali siano le reali intenzioni di Unipg, facendo chiarezza una volta per tutte sulla possibilità di portare a compimento il progetto di università umbra.
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