Università, acceso dibattito in consiglio comunale. Di Girolamo: "Faremo valere le nostre ragioni" - Tuttoggi.info

Università, acceso dibattito in consiglio comunale. Di Girolamo: “Faremo valere le nostre ragioni”

Redazione

Università, acceso dibattito in consiglio comunale. Di Girolamo: “Faremo valere le nostre ragioni”

Mar, 26/07/2011 - 12:50

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“La questione che riguarda complessivamente il polo scientifico e didattico di Terni si va delineando proprio in questi mesi”, ha detto il sindaco Di Girolamo introducendo ieri sera l’informativa al consiglio comunale sulla presenza universitaria in città. Il sindaco ha tracciato quindi un quadro generale della situazione dell’università italiana, alla luce della riforma Gelmini e delle più recenti valutazioni sui singoli atenei, soffermandosi in particolare sui punti di forza e di debolezza dell’ateneo di Perugia. Ha anche ricordato la soppressione generalizzata di ben 863 corsi di laurea negli ultimi due anni, oltre ai tagli sulle spese per la ricerca di circa il 25%.
“Come istituzioni umbre – ha detto il sindaco – abbiamo lavorato per cercare di garantire la sostenibilità e l’autonomia dell’ateneo regionale anche in riferimento al polo ternano”. “Abbiamo agito su due terreni: il primo è stato quello relativo al recente accordo quadro sul rapporto tra il sistema sanitario regionale e l’università”. Un accordo che contiene una serie d’impegni che dovrà essere concretizzata in un protocollo d’intesa entro 90 giorni per definire in maniera più specifica compiti e aspetti patrimoniali. “Dentro l’accordo si prevede l’attivazione a carico dell’università della nuova sede della facoltà di Medicina a Colle Obito nell’anno accademico 2010/2011”. Il sindaco ha parlato anche di un percorso che si sta portando avanti, a carico della regione, per aumentare la dotazione delle borse di studio “azzerata o quasi a livello nazionale”.
Di Girolamo ha poi ricordato che il consorzio per l’università di Terni ha finanziato l’attivazione di 15 contratti triennali per ricercatori per sostenere il mantenimento dei corsi di laurea in medicina, ingegneria, economia e scienze delle formazione. “Resta invece al momento non effettuabile l’attivazione del primo anno del corso di laurea in scienze politiche che necessitava ulteriori 5 contratti, difficili da sostenere a livello economico. Quindi non ci sarà il primo anno, ma la situazione è recuperabile nei prossimi anni”.
“Con l’attivazione della nuova sede di medicina si porrà anche il problema di una revisione della logistica delle sedi”. Sarà affrontato in maniera più dettagliata, ha detto il sindaco, dopo che avremo certezze sulla possibilità che nel polo di Terni vengano ospitati i dipartimenti, “strumenti da noi considerati essenziali, fondamentali”, mentre le scuole e le piattaforme tecnologiche, sono strumenti importanti ma parziali.
“Su questa materia – ha concluso il sindaco – c’è un confronto interno tra Università e istituzioni” che con la Regione in testa sostengono questa richiesta del Polo di Terni. “Lo statuto dovrà essere approvato entro ottobre e noi siamo in continuo contatto con il rettore, il senato accademico e cerchiamo di far valere le nostre ragioni che sono sostenute dall’intero consiglio comunale”.

Intervenendo nel dibattito sulla situazione del polo universitario ternano che ha fatto seguito all’informativa del sindaco, Enrico Melasecche (Udc) ha sottolineato come, a suo parere, Di Girolamo abbia tracciato una fotografia dello situazione attuale. “Resta valido l’atto d’indirizzo già approvato dal consiglio in precedenza: il problema è capire cosa possa fare il sindaco per attuare questo percorso tutt’altro che facile”. “Terni è ignorata nello statuto: non possiamo pensare se, come dice Bistoni, questa sarà l’università della ricerca, Terni possa limitarsi alla didattica e a soli tre centri di ricerca, importanti qualitativamente, ma che rappresentano ben poca cosa rispetto a quello sul quale abbiamo investito, pur con i numerosi errori fatti in questi anni”.
Per David Tallarico (PTca) il sindaco ha svolto una relazione dettagliata, “ma la difesa del Polo di Terni è un dovere di quest’assemblea e di tutta la città”. “Abbiamo investito sull’ateneo circa 25 milioni di euro: a noi è ben chiaro. A Perugia forse meno”. “Il consiglio comunale di Terni – ha detto ancora Tallarico -già a gennaio, all’unanimità, ha espresso una linea ben precisa: Terni vuole la presenza dei dipartimenti, perché se li è guadagnati sul campo e su questo non dovremo abbassare la guardia”.
Secondo Giorgio Finocchio (Pd) “il consiglio comunale ha dato indicazioni precise sul consolidamento del polo universitario ternano, già da due anni. Il tema dei dipartimenti è stato indicato come prioritario già prima della riforma Gelmini e poi è stato sostenuto con ancora più forza”. “Terni – ha aggiunto Finocchio – sconta un problema storico di posizionamento nei confronti di Perugia. E la battaglia sarà molto complicata e dura, esplicitata ancora di più dal ragionamento e dalle dichiarazioni del rettore Bistoni durante l’ultimo convegno che si è tenuto in città”. “Un intervento, quello di Bistoni, offensivo e inconcludente nei confronti della città e di chi l’’ha pronunciato”. “L’approvazione dello statuto è stata rimandata a settembre per motivi tutti interni all’università e non certo per la discussione sul polo ternano e così mentre in Italia si discute perfino sullo spostamento dei ministeri, non si capisce perché in Umbria non si possa parlare nemmeno dello spostamento di un dipartimento universitario”.
Anche Alida Nardini (Pd) ha detto che “non possiamo rassegnarci ai discorsi pronunciati dal rettore Bistoni sui dipartimenti. Abbiamo già subito il taglio delle sedi, come contribuito al taglio dei costi e alla razionalizzazione. Questo è stato il sacrificio del polo ternano. Vista la qualità del lavoro fatto e gli investimenti sostenuti, dobbiamo ora pretendere i tre dipartimenti, mobilitando l’intera comunità”.
Per Leo Venturi (Terni Oltre), occorre che Terni si giochi “il ruolo che ci siamo guadagnati in questi anni”. “Dobbiamo entrare con dignità dentro il sistema universitario dell’Umbria, altrimenti c’è un problema di capacità di rappresentare il nostro territorio, su questo tema e anche su altre questioni”.
Cinzia Fabrizi (LB) ha sottolineato come la presenza dell’università sia fondamentale per lo sviluppo della nostra realtà: “Arretrare sarebbe una grave sconfitta non solo per la città, ma per la regione”. “E’ fondamentale che le esigenze del nostro territorio vengano portate all’attenzione della presidenza della regione e che il sindaco sia in grado di dire con chiarezza cosa mette a disposizione il nostro territorio non solo a livello di istituzioni”.
“L’università è troppo importante per tutto il territorio – ha detto Paolo Garofoli – e sulle dichiarazioni di Bistoni servivano prese di posizione ancor più dure. Il rettore si è dimenticato che nel nostro Polo abbiamo un prorettore: senza dipartimenti non avrebbe senso”. “Occorre creare le condizioni perché questo territorio non sia considerato per l’ennesima volta i serie B, o di serie C”.
“Se l’università è regionale – ha fatto notare Antonio Baldassarre (LB) – allora credo che chiedere una presenza forte a Terni non sia un problema di campanilismo, ma un’esigenza dell’Umbria intera”. “Terni deve avere un pezzo di università regionale, se così non fosse la Regione commetterebbe un gravissimo atto politico contro questo territorio”. “I dipartimenti sono importanti, decisivi, ma devono stare insieme alle scuole e alle piattaforme, ovviamente collegate ai dipartimenti che richiediamo”. “Fondamentale è il ruolo della Regione che ha mezzi e strumenti convincenti nei confronti dell’ateneo. Se Terni perderà questa partita la Regione ne sarà comunque responsabile, perché può condizionare le scelte dell’Università”.
Anche Carlo Orsini (Pdl) ha sottolineato che “stiamo attraversando un momento decisivo”. Ha ricordato le lotte e le fatiche immani per ottenere quello che si è ottenuto per l’università finora, quasi ci fossero state fatte delle concessioni, da una regione sempre troppo peruginocentrica”. “Oggi stiamo vivendo un altro momento delicato, ma allo stesso tempo avvilente per il nostro territorio. La Regione non può non prendere in considerazione la posizione forte e univoca del secondo capoluogo umbro. Se non lo facesse mi auguro che non prevalga la ragione di partito, ma un concetto di dignità, di giustizia e di correttezza”.
“A breve – ha detto Paolo Maggiolini (Gm) – sapremo che cosa è capace di fare la Regione per questo territorio e quanto conta questa città. Come è possibile buttare a mare un’intera comunità che è parte importante per l’intera regione? Mi auguro che non avvenga, altrimenti non so quale reazione si potrà manifestare da parte della popolazione. In questo senso il sindaco ha un impegno grave per far valere le nostre ragioni in ambito regionale, verso un’istituzione che rappresenta, o almeno dovrebbe rappresentare sempre, tutta la popolazione regionale”.
Giampiero Amici (Pd) ha notato che tutti gli interventi segnalano un’attenzione e un’assunzione di responsabilità generale verso questo problema. “Sulla nostra piattaforma di richieste sono iniziate le trattative: la cosa che mi preoccupa è che la città appare un po’ stanca, invece è proprio in questa fase che dobbiamo essere più presenti. Dobbiamo far sentire oggi più di ieri la nostra volontà e la nostra determinazione ad ottenere risultati . Dobbiamo precisare le questioni fondamentali: i dipartimenti, le piattaforme, le scuole”. “Se i dipartimenti – ha concluso Amici – come dice il rettore non hanno importanza, perché devono essere collocati tutti a Perugia?”. Amici ha infine proposto di raccogliere in un documento elaborato dal consiglio, le posizioni degli studenti, di tutto il mondo della scuola, delle associazioni, dell’intera città.

Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, intervenendo a conclusione del dibattito, ha ricordato il ruolo decisivo svolto dalla Regione finora nel confronto con l’Università, nella difesa del decentramento universitario, “spesso contro l’orientamento prevalente dello stesso senato accademico”. Ha sottolineato anche l’intervento della presidente Marini che “in sede pubblica ha difeso con forza la scelta dei due poli dell’università umbra”. Il sindaco ha infine rimarcato la scelta politica effettuata dalla Regione nel sostegno all’università, con l’aumento delle risorse messe a disposizione, contrariamente ai tagli da parte del governo nazionale, concludendo con un appello alle classi dirigenti e alle forze della città, “specie quelle che dall’università sul territorio possono avere i maggiori vantaggi” a sostenere le istituzioni in questo passaggio delicato.

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