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Unioncamere, freno a mano tirato sulla ripresa economica in Umbria

Redazione

Unioncamere, freno a mano tirato sulla ripresa economica in Umbria

La produzione industriale arretra: -0,1%, vanno bene le industrie alimentari, secca frenata nel comparto Moda
Mar, 17/06/2014 - 10:32

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Una battuta d’arresto. Inattesa. Soprattutto se i dati umbri si confrontano con quelli nazionali. L’Umbria fatica ad uscire dalla crisi. La ripresa economica ha ancora il freno a mano tirato. Ma Giorgio Mencaroni, Presidente di Unioncamere Umbria, avverte: “I primi indicatori economici del II trimestre ci inducono ad un cauto ottimismo. La situazione, seppur lentamente, è destinata a migliorare”. Ecco tutti i dati aggiornati dell’indagine congiunturale di Unioncamere Umbria sulle imprese manifatturiere e commerciali con i numeri del Cruscotto Statistico, lo strumento che fotografa in modo periodico lo stato di salute delle imprese regionali.

Le imprese manifatturiere

Il faticoso recupero del settore manifatturiero ai livelli pre crisi, che era apparso chiaro negli ultimi trimestri del 2013, nei primi novanta giorni del 2014 si è fermato. L’indagine realizzata da Unioncamere Umbria su un campione di 400 imprese manifatturiere che operano in Umbria, è articolato in 8 macrosettori di attività. Vediamo i dati.

PRODUZIONE Il decremento della produzione industriale è stato dello 0,1% rispetto allo stesso trimestre del 2013 a fronte di un dato medio nazionale che fa registrare una crescita dell’1,2% ma in linea con i dati del centro Italia, dove il calo è stato dell’1,5%. Gli imprenditori intervistati da Unioncamere Umbria tuttavia prevedono che la situazione sia destinata a migliorare nel corso del 2014.
FATTURATO Leggera frenata anche sul fatturato che arretra dello 0,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, in linea con i dati del centro Italia (-0,7%) e lontano dall’incremento registrato a livello nazionale (1,4%).
ORDINATIVI Anche per gli ordinativi totali ritorna il segno meno rispetto all’analogo periodo del 2013 (‐0,8%). Quasi come i dati del Centro Italia (‐1,0%) ma peggio della media del sistema produttivo nazionale che ha fatto registrare un incremento dell’1,2%. Gli ordinativi provenienti dall’estero fanno registrare un incremento del 2,6% rispetto al 1° trimestre 2013: un buon risultato che però è più basso del dato medio nazionale (+3,4%).
GRADO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI E’ in linea con quello nazionale: alla fine del primo trimestre 2014 è stato pari al 74,8% sulla base delle risposte fornite dalle imprese incluse nel campione dell’indagine campionaria.
PORTAFOGLIO ORDINI Particolarmente marcato risulta il divario tra il sistema produttivo regionale e quello nazionale per quanto riguarda le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini a fine trimestre: per l’Umbria il risultato è stato di 6,5 settimane rispetto alle 8,6 settimane del dato nazionale e alle 9,8 del Centro Italia.
ANALISI DEI SETTORI PRODUTTIVI I risultati migliori arrivano dal comparto delle industrie alimentari, che cresce del 2,4% rispetto allo stesso trimestre del 2013 a fronte di un mercato nazionale fermo. Bene anche il fatturato (+0,6%) migliore della media nazionale (‐0,5%). Benissimo il mercato estero: +4,5%.
La frenata arriva dal settore Moda, che dopo i buoni risultati dell’ultimo trimestre del 2013 ritorna con i numeri in negativo: -2,4% la produzione rispetto a un + 0,7% del dato nazionale. Il fatturato migliora all’estero (+2,8%) ma nel primo trimestre 2014 cala del 2,4%, in linea con gli ordinativi totali (‐2,4%). Preoccupa il portafoglio ordini: la produzione assicurata è di 4,3 settimane rispetto alle 9,6 settimane del dato nazionale. Gli imprenditori del settore sono pessimisti anche per il mercato estero: solo il 6% si aspetta una crescita.
Situazione difficile anche per il settore del legno e del mobile. La produzione arretra (‐2,0%) insieme al fatturato (‐0,8%). E il grado di utilizzo degli impianti è il più basso tra tutti i settori considerati (66,7%).
Le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche nei primi tre mesi del 2014 registrano una flessione produttiva dell’1,2%, a fronte della buona performance del dato nazionale (+2,6%). Scendono fatturato (-1,4%) ed ordinativi (‐1,1%).
Ferme le industrie dei metalli che vanno bene all’estero (+4,1%) ma non si muovono sul mercato italiano: -0,1% la produzione e ‐0,4% per quanto riguarda il fatturato.
Il peggio sembra invece passato per le industrie elettriche ed elettroniche nelle quali si registra una crescita della produzione del 3,3% rispetto al primo trimestre del 2013, molto meglio del dato nazionale (+0,1%). Bene anche il fatturato totale del settore: +1,9%, con un ottimo +9,1% per quanto riguarda il mercato estero. Meglio della media nazionale sia gli ordinativi italiani (+1,8%) e esteri (+7,7%) che il grado di utilizzo degli impianti, arrivato al 77,9%, una quota più elevata del dato medio italiano, fermo al 74,2%.
Prosegue la fase positiva per le industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto: la produzione è cresciuta dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2013 (+2,9% il dato nazionale). Bene il fatturato (+2,2%) soprattutto sul versante del mercato estero (+3,7%). Crescono anche le aspettative degli imprenditori operanti nel settore.
Il settore delle altre industrie, ottenuto accorpando la fabbricazione della carta, la lavorazione della ceramica ed altre attività come riparazione, manutenzione ed installazione, ha confermato nei primi tre mesi del 2014 le difficoltà emerse negli ultimi trimestri. Lo testimonia l’ulteriore arretramento della produzione (‐0,7%), la stagnazione del fatturato, il calo degli ordinativi (‐0,5%) anche se si segnala un buon risultato sul fronte del mercato estero (+6,5%). Discreto il grado di utilizzo degli impianti (80,0) superiore alla media nazionale, ma risulta molto inferiore il numero delle settimane di produzione assicurata.

Le imprese commerciali

I consumi delle famiglie sono ancora fermi. E mantengono negativi i bilanci delle imprese commerciali anche nel primo trimestre del 2014.
L’indagine realizzata da Unioncamere Umbria su un campione di 180 imprese umbre operanti in Umbria è articolata in 3 macrosettori di attività: ipermercati, supermercati e grandi magazzini; commercio al dettaglio di prodotti alimentari e commercio al dettaglio di prodotti non alimentari.
VENDITE Sensibile l’arretramento delle vendite (‐2%) rispetto al corrispondente periodo del 2013. Contrazioni significative del commercio al dettaglio dei prodotti alimentari (‐2,8%) e di quelli non alimentari (‐3,9%). Forte invece la crescita delle vendite nella grande distribuzione: +6,2%. I dati regionali possono essere meglio interpretati se si confrontano con quelli calcolati a livello nazionale il cui risultato complessivo registra una contrazione del 3,7%, mentre il Centro Italia accusa una perdita ancora più pesante (‐5,0%). In particolare va rilevato come in ambito nazionale il segno negativo caratterizzi tutti e tre i settori in cui si articola il campione d’indagine compresa la grande distribuzione (‐1,6). Anche le segnalazioni qualitative
fornite dagli imprenditori intervistati sembrano confermare i deludenti risultati registrati nei primi tre mesi dell’anno: solo il 3% degli operatori indica un aumento delle vendite a fronte di un 39% che comunica una diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni rispetto al prossimo trimestre circa un quarto degli imprenditori interpellati si aspetta un incremento delle vendite, il 9,0% un calo ed il restante 67% una situazione di stabilità. Aspettative in linea con quelle raccolte a livello nazionale.
ORDINATIVI Leggera prevalenza delle aspettative di crescita negli ordinativi: il 22% del campione intervistato presume una evoluzione positiva evoluzione a fronte di un 10% che al contrario si aspetta una riduzione degli ordinativi. i più ottimisti sono gli operatori della grande distribuzione.
GIACENZE L’88% delle imprese inserite nel campione d’indagine ritiene adeguata la dotazione delle proprie giacenze, il 7% la valuta esuberante e il 5% scarsa.

CRUSCOTTO STATISTICO UMBRIA/ DATI CONGIUNTURALI DEL PRIMO TRIMESTRE 2014

Molto interessante l’analisi dei dati relativi al primo trimestre del 2014, che permette una lettura completa dell’economia regionale. Vediamo la situazione nel dettaglio.
Iscrizioni e cessazioni di imprese Le cessazioni di imprese nel primo trimestre 2014 hanno superato di circa il 21% le iscrizioni di nuove aziende. Ma rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni sono aumentate di oltre il 14% (-2% la media nazionale), e le cessazioni sono diminuite di quasi il 7% (in linea con il dato nazionale). Nel saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni, pesa la crisi delle imprese individuali e delle società di persone. Nelle società di capitali, infatti le iscrizioni superano di circa l’80% le cessazioni. E rispetto al primo trimestre del 2013, le iscrizioni di società di capitali sono aumentate di quasi il 42%, mentre il numero delle cessazioni è diminuito del 7%.
Boom dei fallimenti Sono aumentati del 45%, rispetto ad una media nazionale del + 24%. Le imprese entrate invia di scioglimento e liquidazione sono cresciute del +25,5%. Il settore del Commercio registra la maggioranza delle iscrizioni nel primo trimestre 2014 (quasi il 30% del totale delle imprese classificate), seguito dalle Costruzioni con il 15%, Servizi alle imprese e Agricoltura con valori attorno al 12%. Rispetto al primo trimestre 2013, le iscrizioni di nuove imprese sono aumentate in tutti i comparti ad eccezione del comparto Assicurazione e credito che mostra invece una forte contrazione (‐21,4%). Gli incrementi più consistenti hanno riguardato Trasporti e spedizioni (quasi il 60%) e Costruzioni (quasi il 20%).
Cessazioni di attività La maggior parte delle cessazioni (26% ) si registra tra le imprese del Commercio; seguono Agricoltura (19%), Costruzioni (18%) e Servizi alle imprese (12%). Rispetto al primo trimestre del 2014, le cessazioni aumentano in Assicurazione e credito (+14%), Agricoltura (+8,5%) e Turismo (+5,7%); diminuiscono in misura significativa nel Manifatturiero (‐22%), Costruzioni (‐15%) e Commercio (‐11,6%).
Imprese “femminili”, “giovanili” e “straniere” Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, le iscrizioni delle imprese “femminili”, “giovanili” e “straniere” in Umbria presentano dati migliori di quelli nazionali. Nel primo trimestre 2014, il 31% delle nuove imprese iscritte sono di giovani (+13,6%). Quelle “femminili” sono cresciute del 16% e ormai arrivano al 30% del totale. Le “straniere” rappresentano il 14% del totale delle imprese umbre e sono cresciute di quasi il 30%.
Scioglimenti, liquidazioni e procedure concorsuali Le imprese che hanno avviato le procedure di scioglimento e le liquidazione in percentuale sono molte di più di quelle registrate a livello nazionale. Nei primi tre mesi del 2014 le procedure di scioglimento e liquidazione sommate a quelle concorsuali arrivano ad un terzo delle nuove iscrizioni nel trimestre in analisi. Il 62% dei casi riguarda società di persone e il 32% circa le società di capitali. Più della metà di scioglimenti e liquidazioni si registra nel Commercio e nei Servizi alle Imprese; relativamente numerosi anche i casi nelle Costruzioni e nel Turismo. Rispetto allo stesso trimestre del 2013, gli scioglimenti aumentano in tutti i reparti produttivi, ad eccezione del comparto dei Trasporti e spedizioni dove diminuiscono del 37,5%. Nel primo trimestre del 2014, il numero di fallimenti è aumentato del 46%, mentre i concordati e le altre procedure concorsuali sono cresciuti del 40%; in entrambi i casi, si tratta di variazioni superiori a quelle osservate a livello nazionale. La parte nettamente preponderante delle procedure concorsuali ha riguardato le società di capitali e imprese del Manifatturiero e delle Costruzioni. I comparti più colpiti sono quelli dei Servizi alle imprese (+100%) e del Manifatturiero (+71,4%). Calano invece del 100% nei comparti Assicurazioni e credito e Agricoltura.
Apertura e chiusura delle unità locali Un saldo positivo si registra nel saldo tra le unità locali aperte nella regione Umbria nel primo trimestre del 2014 e quelle chiuse nello stesso periodo (45 unità, pari a quasi il 9% delle chiusure), in controtendenza con l’andamento nazionale che vede una netta prevalenza delle chiusure. Il saldo è però negativo per quanto riguarda le unità locali aperte e chiuse in Umbria da aziende della stessa regione. Le aperture in Umbria di unità locali di imprese di altre regioni risultano, infatti, ampiamente più numerose delle chiusure. Interessante osservare che è negativo il saldo tra le aperture e le chiusure di unità locali delle imprese umbre (a prescindere dal territorio ove tali unità locali sono o erano collocate).
Variazione degli addetti nelle imprese È stato considerato un campione di 55.124 imprese attive nella regione Umbria. Nel quarto trimestre 2013, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente questo campione di imprese ha subito una riduzione dell’occupazione del 2,1%: un dato molto superiore all’1,3% osservato a livello nazionale (su un campione di oltre 3,5 milioni di imprese). Assicurazione e credito è l’unico comparto con un andamento positivo dell’occupazione, per altro con un robusto +14,7%. In tutti gli altri comparti, l’occupazione è in contrazione, con i valori negativi più elevati nel Turismo (‐7,4%) e nelle Costruzioni (‐5,3%). L’andamento positivo dell’occupazione è fortemente correlato alla dimensione delle imprese. Rispetto al quarto trimestre 2012, nello stesso trimestre del 2013, il calo dell’occupazione è molto forte (5%) tra le “micro‐imprese”; molto contenuto (‐1,1%) tra le “piccole”; stabile nel caso delle “medie”. Sono in controtendenza le sole “grandi” imprese, che segnano un incremento degli occupati del 3,9%.

I DATI STRUTTURALI DELL’ECONOMIA REGIONALE
Il quadro generale della situazione economica dell’Umbria viene dai dati strutturali del Cruscotto statistico. Sotto osservazione è l’andamento degli addetti alle imprese “fissato” al 31 dicembre del 2013. I dati, di fonte Inps, descrivono l’occupazione assorbita dalle aziende nel territorio.
Addetti alle imprese Nella regione l’occupazione complessiva è pari a 239.789 unità, di cui il 72% rappresentato da dipendenti e il 28% circa da “indipendenti”. Il rilevamento, concluso il 31 dicembre 2013, riguarda un campione di 59.856 imprese registrate nella regione Umbria di cui è disponibile il dato relativo agli addetti totali. Nel 2013 il calo degli addetti è stato del 2,1% (‐2,5% tra i “dipendenti”).
Le società di capitali che in questo campione rappresentano circa il 14% delle imprese, assorbono quasi il 43% degli occupati e oltre il 58% dei “dipendenti”. Le società di capitali, in controtendenza, mostrando un incremento, sia pur modesto (+0,4%), dell’occupazione. Le contrazioni più forti si osservano tra le società di persone (‐6,1% che arriva a ‐ 8,4% per i soli dipendenti), e tra le imprese individuali (‐3,9% e addirittura ‐8,9% per l’insieme dei dipendenti). I Consorzi registrano un dato anomalo, con un aumento dell’occupazione di quasi il 38% (partendo da un valore assoluto piuttosto basso).
La dimensione media delle imprese del campione è di circa 4 addetti (“dipendenti” più “indipendenti”). Quella delle sole società di capitale è di quasi 13 addetti circa, mentre le imprese individuali hanno un valore medio di 1,7 unità.
Per quanto riguarda l’occupazione, il 26% delle imprese umbre è registrato nell’ambito del Manifatturiero; il 22% circa nel Commercio. Seguono con valori tra l’11% e il 9%, nell’ordine: Costruzioni, Servizi alle imprese e Turismo.
Rispetto al quarto trimestre del 2012, nel quarto trimestre del 2013, l’occupazione è in forte aumento tra le imprese di Assicurazione e credito (+16%) e in modo molto più contenuto in Servizi alle imprese (+1,6%). Diminuisce in tutti gli altri comparti, e in modo più forte nelle Costruzioni (‐7,8%), Turismo e Agricoltura (intorno al 4%).

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