Non solo il Beato Carlo Acutis presto Santo. L’Umbria si conferma terra fervida per la chiesa cattolica e oltre al giovane beato milanese sepolto ad Assisi e che a breve verrà canonizzato, arriva anche un nuovo beato, di origini spoletine, l’oggi Venerabile Servo di Dio Giovanni Merlini, che oggi riposa a Roma.
In data 23 maggio 2024 il Santo Padre Francesco ha riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Merlini, Sacerdote e Moderatore Generale della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue; nato a Spoleto, in Umbria, il 28 agosto 1795 e morto a Roma (Italia) il 12 gennaio 1873. “L’archidiocesi di Spoleto-Norcia – afferma mons. Renato Boccardo – si unisce alla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue nella gioia e nell’azione di grazie per il riconoscimento del miracolo, che apre la strada alla beatificazione. Continua così la fioritura di santità che ha reso questo nostro territorio ricco di vita e di testimonianza cristiana”.
Secondo il ritratto tracciato dalla diocesi spoletina, Giovanni Merlini è a Spoleto il 28 agosto del 1795. Inizia a frequentare il seminario diocesano da esterno, nonostante l’ostinata resistenza dei genitori e viene ordinato sacerdote il 19 dicembre del 1818. Nel 1820 fa un incontro che cambierà radicalmente la sua vita: al termine di un corso di esercizi spirituali predicati da San Gaspare del Bufalo, presso l’abbazia di San Felice, in Giano dell’Umbria, decide di accettare la proposta del predicatore romano di entrare a far parte della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue da lui fondata.
A caratterizzare la sua persona ed il suo ministero sacerdotale “è il dono di saper dirigere sapientemente e con mitezza le anime che incontra sul suo cammino, soprattutto quelle dei giovani in ricerca del proprio posto nel mondo. Tra esse spicca eminentemente la cara figlia Santa Maria De Mattias, fondatrice della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Fu quindi, stimato superiore e formatore, grande architetto e progettatore di molte case dell’Istituto. È rinomata, inoltre, la sua vena artistica nella realizzazione di crocifissi per la predicazione, ancora conservati nelle varie case di Missione da lui fondate o abitate.
Sulla scia del proprio padre spirituale San Gaspare, percorse l’Italia ottocentesca in lungo e in largo in predicazione: è celeberrima la Missione Popolare da lui diretta e predicata a L’Aquila nel 1826, nonché la costante e zelante cura pastorale per il paese pontino di Sonnino. (…) Don Giovanni morì a Roma il 12 gennaio 1873 a seguito di un incidente stradale occorso nei pressi di Santa Maria in Trivio, al tempo Casa Generale della Congregazione a Roma, dove ora, accanto al suo maestro San Gaspare, riposano le sue spoglie mortali”.