Umbria, servono dieci donatori di sangue in più a giorno. Volontari in calo per distanze e permessi negati - Tuttoggi.info

Umbria, servono dieci donatori di sangue in più a giorno. Volontari in calo per distanze e permessi negati

Redazione

Umbria, servono dieci donatori di sangue in più a giorno. Volontari in calo per distanze e permessi negati

Gio, 14/06/2012 - 18:00

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Per coprire le esigenze di sangue degli ospedali dell'Umbria non bastano più i circa 140 donatori che ogni giorno si presentano ai centri di prelievo attivi negli ospedali regionali. Ne servono almeno altri dieci, perché per la prima volta negli ultimi anni si è registrato un rallentamento nella crescita del numero dei donatori, solo un più 0,18 per cento contro il 5 atteso e programmato.
L'appello a donare più sangue in Umbria, diventando donatori periodici, è stato lanciato questa mattina, proprio nella 'Giornata mondiale del donatore', a Palazzo Cesaroni nel corso di una conferenza stampa, organizzata congiuntamente dal presidente regionale dell'Avis, Andrea Casale, dal presidente del Consiglio regionale Eros Brega, dall'Anci regionale e dall'assessore alla sanità Franco Tomassoni.

La necessità di sensibilizzare ulteriormente i cittadini a “compiere un gesto di alto valore etico e sociale”, è stata sottolineata in apertura di conferenza dallo stesso presidente Eros Brega che ha ricordato come solo due settimane fa il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità un documento che impegna la Giunta a sostenere e promuovere al massimo l'attività di raccolta del sangue svolta dalle associazioni Avis e Croce rossa italiana dell'Umbria, a promuovere la cultura della donazione ed a riconoscere il ruolo delle associazioni.

Brega ha ringraziato tutti i donatori dell'Umbria per il loro piccolo sacrificio a favore dei soggetti in momentanea difficoltà ed ha auspicato che diventino donatori gli stessi colleghi consiglieri che ancora non lo fossero e che la raccolta del sangue possa essere incentivata in tutti i modi, anche con la raccolta mobile del sangue. A tal proposito Brega ha reso noto che pochi minuti prima della conferenza stampa dal presidente della Avis di Terni Dino Jannaccio ha ufficialmente ricevuto una petizione di 7.729 firme di cittadini residenti nella provincia di Terni, per chiedere di attivare la raccolta mobile, la cosiddetta autoemoteca. Uno strumento, aveva in precedenza spiegato Jannaccio, “che solo in Umbria non esiste e che si rende indispensabile a recuperare quei donatori che a seguito dell'accorpamento di alcuni ospedali umbri, rinunciano anche per problemi con i permessi di lavoro a percorrere parecchi chilometri per raggiungere i nuovi centri di prelievo”.

Fra le cause del lieve calo nelle donazioni di sangue in Umbria, ha precisato il vice presidente dell'Avis Andrea Casale, oltre all'accorpamento dei presidi ospedalieri che di fatto costringono i volontari a percorrere maggiori distanze, c'è anche il problema della crisi del lavoro. Oggi, ha precisato Casale, “con contratti di lavoro precario ed atipico, non tutti i datori di lavoro sono disponibili a concedere il giorno di libertà, regolarmente retribuito, a chi chiede di recarsi a donare. Per questo è necessario puntare a nuove forme di sensibilizzazione, di promozione della raccolta volontaria e di attivazione di nuovi punti fissi di prelievo”. Nel merito della petizione popolare promossa dall'Avis di Terni, per la raccolta mobile del sangue, Casale ha però tenuto a precisare che l'Assemblea regionale dell'Avis, tenutasi ad aprile a Todi, “ha ribadito l'indirizzo politico di esclusione della raccolta mobile sia associativa che pubblica, a tutto favore di un aumento dei punti di raccolta fissi, nel rispetto delle norme di qualità e sicurezza sia per i donatori che per i riceventi”. Ad oggi, ha aggiunto, “non ci sono elementi e un progetto definito che possano farci cambiare idea rispetto al deliberato dell'Assemblea. Valuteremo comunque i requisiti di efficacia, sicurezza e convenienza economico-gestionale della ipotesi autoemoteca”.

L'assessore regionale alla sanità Franco Tomassoni ha ringraziato l'Avis e tutti i donatori, evidenziando come il loro operato, al di là dell'impegno etico e morale, “solleva la Regione ed il sistema sanitario umbro da ulteriori incombenze e da costi economici che sarebbero molto alti”. A suo giudizio più che un calo di donazioni si tratta di una “mancata crescita” che si potrà recuperare con azioni promozionali, come quelle auspicate nel documento sottoscritto dalla Assemblea regionale. A proposito della richiesta di aumentare i punti di prelievo, l'assessore ha ricordato lo sforzo che la Regione sta facendo per salvare il sistema sanitario dalla crisi in atto e dai continui tagli alla spesa pubblica, precisando che i punti prelievo interni agli ospedali esistenti possono avvalersi del personale medico già in servizio senza gravare il servizio sanitario di ulteriori costi aggiuntivi. Subito dopo l'estate, ha detto Tomassoni, “riuniremo un tavolo di lavoro con le associazioni dei donatori per affrontare tutti i problemi logistici ed organizzativi, compresa la scelta più razionale ed idonea da fare, anche rispetto al possibile utilizzo dell'autoemoteca richiesta con la petizione dell'Avis di Terni”.

Sulle opportunità di ampliare il numero dei donatori volontari, l'assessore Tomassoni ha evidenziato un aspetto non secondario del problema. “Chi oggi dona sangue, oltre al nobile gesto di estrema sensibilità verso gli altri, fa anche una accurata opera di prevenzione gratuita su se stesso. Non a caso, ha concluso, a molti donatori vien chiesto di sospendere il loro impegno a seguito di scrupolose diagnosi fatte dal servizio”.

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