Ci sono voluti 11 anni per emettere la sentenza, che si pensava definitiva, per l’esplosione avvenuta alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno nel 2006. Morirono quattro lavoratori di una ditta di manutenzioni di Narni, titolare compreso, la Manili impianti. L’allora legale rappresentante della Umbria Olii, Giorgio Del Papa, dopo 11 anni fatti di processi e azioni legali che hanno fatto scalpore (tra ricusazione di giudici, ricorsi in Cassazione paralleli alle udienze penali e una maxi richiesta di risarcimento alle stesse vittime di quella tragedia, o meglio ai loro familiari), è stato condannato a 4 anni e 9 mesi di reclusione per omicidio colposo plurimo. Ad oggi, però, a due mesi dal pronunciamento dei giudici, è ancora un uomo libero. Perché la sentenza definitiva è stata impugnata, sotto due diversi fronti e davanti a due diverse Corti: quella di Appello di Firenze e la Cassazione.
Umbria Olii, difesa chiede la revisione del processo
Il legale di Giorgio Del Papa, l’avvocato Giuseppe La Spina, ha infatti impugnato davanti alla Suprema corte la decisione della Corte di appello di Firenze, che aveva ricalcolato la pena come disposto dalla Cassazione due anni fa, confermando la colpevolezza dell’imputato in merito alla morte dei quattro lavoratori. Secondo il difensore dell’ex titolare della Umbria Olii, il conteggio sarebbe sbagliato e per questo chiede che la pena vada ancora una volta ricalcolata. Se gli ermellini accoglieranno il ricorso si vedrà, ma intanto l’esecuzione della sentenza è in stand by.
Già prima della sentenza di due mesi fa, però, Del Papa aveva anche avviato un’altra azione legale. Chiedendo la revisione del processo. Secondo il suo battagliero difensore, infatti, i tre gradi di giudizio non sarebbero bastati a fare piena luce sull’accaduto. Così ieri davanti alla Corte d’appello di Firenze si è aperto un nuovo processo, con i giudici che dovranno valutare se le nuove prove apportate dalla difesa siano significative per riaprire il caso e giudicare di nuovo l’imputato. Il collegio, però, è incompatibile, essendo in parte lo stesso che ha ricalcolato la pena e quindi dovrà esserne costituito uno nuovo, con l’udienza rinviata fra sei mesi.
Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del Messaggero, gli elementi di novità apportati dalla difesa sarebbero delle immagini in alta definizione delle telecamere di videosorveglianza interne alla Umbria Olii. Quelle che ripresero quei drammatici istanti di quel sabato all’ora di pranzo di 11 anni fa, quando alcuni silos saltarono in aria spezzando le vite di Maurizio Manili, Tullio Mottini, Guseppe Coletti e Vladimir Todhe, davanti all’impotente gruista Klaudio Demiri, miracolosamente illeso. Immagini mostrate più volte nei vari gradi di giudizio, ma che ora sarebbero più nitide e comprensibili. Nel nuovo processo, comunque, sono poche le parti civili costituite. Tra le famiglie delle vittime soltanto una lo ha fatto. Per tutti, come denuncia il Messaggero, la vicenda giudiziaria è divenuta molto onerosa visti i continui colpi di scena e visto che da Del Papa non sarebbe arrivato nessun risarcimento visto che risulterebbe nullatenente.