di Carlo Vantaggioli
Arriva in redazione un commento ad un articolo di TO, che tempo fa portò alla ribalta il risultato di alcune indagini storico archeologiche condotte dall'Ing. Giovanni Tomassini di Ferentillo. Ricordiamo brevemente che nel resoconto si parlava della presenza di un manufatto simile ad un Dolmen ai piedi del Monte Moro in Valnerina. Questa notizia ha da subito attirato l'attenzione di un appassionato di storia locale, il Sig. Carlo Favetti, peraltro collaboratore di un quotidiano a stampa umbro, che con tono nemmeno tanto velatamente polemico, esprimeva delle considerazione sull'opera del Tomassini.
Dice Favetti nell'ultimo commento: “Vorrei sapere se la foto posta a capo dell'articolo firmato dal Vantaggioli, è il dolmen che il Tomassini ha scoperto a Ferentillo. Se fosse di Ferentillo allora dovrei andare dall'oculista per misurarmi la vista. Sapete l'età comincia a non farmi vedere. Carlo Favetti”.
To® di solito evita di commentare a sua volta ciò che i lettori lasciano nella sezione a loro dedicata, se non per puntualizzare le affermazioni o riferimenti inerenti il lavoro della Redazione.
Nel caso del Sig. Favetti, evidentemente molto colpito dal tema, e che lascia per la terza volta un suo pensiero sull'argomento citando l'estensore dell'articolo, occorre una puntualizzazione.
Se si fosse letto attentamente l'articolo all'origine della “vexata quaestio”, ci si sarebbe accorti che forse la vera novità proposta dall'Ing. Tomassini era il suggerimento su un riesame della consistenza di alcuni territori aventi origini e vissuto storico-socio-economico di matrice comune.
Il rinvenimento di un “possibile” Dolmen era solamente il “la” per valutare quella consistenza omogenea riproposta. Lo stesso articolo, circa il ritrovamento, riporta la seguente frase “Se l'informazione dell'Ingegnere sarà confermata, certamente varrà la pena verificare il sito…”.
Ora suscita in noi “ingordigia” giornalistica la presenza ad orologeria dei commenti del Sig. Favetti sul tema e poiché a volte si annida in noi un po' di spirito “sulfureo”, ci vien fatto di pensare che Favetti parli “a nuora perché suocera intenda”.
Nell'ultimo intervento poi, “attaccarsi” ad una foto appare quanto meno pretestuoso.
Tuttavia poiché non è nostra intenzione di liberarci dal peccato senza prima essere assolti, vorremmo riaffermare dinnazi al tribunale “favettiano”, che rivendichiamo la nostra esclusiva, anzi per la sua gioia ed anche quella dei lettori più appassionati siamo in grado di pubblicare delle foto del manufatto, in attesa che un autorevole esperto, interpellato dall'Ing. Tomassini, valuti tra breve la consistenza del valore storico archeologico dello stesso.
Riproponiamo inoltre all'attenzione dei lettori la proposta sull'aggregazione dei territori di natura omogenea, che era all'origine dell'intervento del Tomassini (vedi articolo correlato).
Al Sig Carlo Favetti, affriamo invece una esclusiva tutta dedicata, quando vorrà farci sapere di qualche sua scoperta o studio da lui elaborato, e di cui siamo certi è in possesso, da prezioso “segugio storico della Valnerina” quale è, si che si posa dire ” … Oggi l'alloro è premio di colui che tra clangor di buccine s'esalta, che sale cerretano alla ribalta per far di sé favoleggiar altrui…” come con grande intuizione polemica diceva Guido Gozzano di Gabriele D'Annunzio.
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