Turbativa d'asta, direttore generale e vertici ospedale Terni davanti al gup - Tuttoggi.info

Turbativa d’asta, direttore generale e vertici ospedale Terni davanti al gup

Luca Biribanti

Turbativa d’asta, direttore generale e vertici ospedale Terni davanti al gup

Sotto la lente della Procura un bando affidato direttamente, senza gara pubblica. Chiesto il rinvio a giudizio, udienza preliminare il 20 marzo
Mar, 19/02/2019 - 13:27

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“Turbativa d’asta” è il reato contestato dalla Procura di Terni al direttore generale dell’ospedale Santa Maria, Maurizio Dal Maso, al direttore amministrativo Riccardo Brugnetta e al responsabile affari generali Andrea Lorenzoni. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, per i vertici dell’azienda ospedaliera i pm hanno chiesto il rinvio a giudizio, con prima udienza davanti al Gup fissata per il 20 marzo.

I fatti risalirebbero al 2017, quando l’ospedale aveva concesso con affido diretto a un’azienda lombarda il progetto relativo a un programma strutturato per la sorveglianza attiva delle terapie dedicate alle infezioni.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal Pm Raffaele Iannella, quel servizio, che prevedeva formazione e al personale e forniture di materiali, avrebbe dovuto essere affidato tramite bando pubblico e non direttamente.

Bando che, stando a una delibera dell’azienda ospedaliera, sarebbe stato pubblicato a conclusione del periodo di sperimentazione.

Nel settembre 2018 i vertici dell’azienda ospedaliera avevano già chiarito la loro posizione con una nota congiunta: “La direzione aziendale   conferma  di avere già fornito tutti i  documenti  e  tutti i chiarimenti richiesti dalle autorità  competenti, in spirito di completa collaborazione, per quanto riguarda il progetto di miglioramento assistenziale realizzato nell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni per la riduzione delle infezioni  ospedaliere, in particolare  quelle del sito chirurgico. Riconfermando la massima disponibilità e collaborazione, la direzione aziendale ha  già oggettivamente dimostrato di avere sempre operato nel rispetto  completo delle  leggi  vigenti,   tant’è che, come già esplicitato alla procura, in realtà non vi è stata alcuna spesa aggiuntiva e alla fine della sperimentazione sono stati riscontrati una sensibile riduzione delle infezioni ospedaliere e un importante risparmio in termini di giornate di degenza, costi diretti e indiretti legati all’assistenza”. Ora la vicenda approda davanti al Gup.

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