La USL Umbria 1 torna a dare informazioni utili per orientarsi sui percorsi di prevenzione e diagnosi precoce del tumore della mammella, entrando in uno dei temi più dibattuti e fonte di polemiche degli ultimi anni: le liste di attesa per la mammografia.
“Se il medico di medicina generale o lo specialista ne ravvisa la necessità – dichiara il direttore generale Giuseppe Legato – le richieste trovano una tempestiva ed adeguata risposta da parte dei servizi aziendali coinvolti”.
Infatti, per le donne sintomatiche e per le prestazioni con carattere di urgenza, la USL Umbria 1 è perfettamente in linea con i cosiddetti RAO o Raggruppamenti di Attesa Omogenei: ciò significa che la donna con segni evidenti, noduli o altri problemi clinici (che rientra nel RAO B: priorità breve con un tempo di attesa massimo di 10 giorni) esegue l’esame mammografico entro 2-5 giorni , mentre la donna con sintomi o che si prepara ad una terapia ormonale o si sottopone a fecondazione assistita rientra nel RAO D (priorità differita con prestazione raccomandata entro 30 giorni dalla richiesta) ed esegue l’esame mammografico entro 10-20 giorni.
Una considerazione più articolata va fatta invece per il RAO P (prestazione raccomandata entro 180 giorni dalla richiesta): in questo gruppo rientrano le prestazioni programmabili, cioè gli esami per donne asintomatiche genericamente definibili “a basso rischio”, che intendono sottoporsi a controllo ma per le quali il medico di medicina generale o specialista non ha ravvisato carattere di priorità breve o differita. In questi ultimi casi attualmente l’attesa media aziendale si attesta sui 300-350 giorni, anche se in alcune sedi i tempi sono più brevi (130 giorni); è proprio in considerazione degli attuali tempi di attesa medi che a tutte le utenti che hanno fatto un esame mammografico a cui viene consigliato un successivo controllo, viene sempre raccomandato di riprenotarlo subito anche a distanza. Inoltre gli operatori del CUP, diventato ormai regionale, offrono la prima data disponibile in qualsiasi struttura del territorio, ma spesso, per motivi personali, le utenti scelgono di prenotare nella struttura a loro più vicina, anche se il tempo d’attesa si allunga.
Discorso a parte va fatto per le donne operate per patologie tumorali che effettuano controlli periodici, per le quali è stata creata una lista d’attesa dedicata e a cui l’esame viene sempre garantito entro i tempi massimi regionali.
Al percorso clinico della mammella si affianca quello della prevenzione, con lo screening di massa, rivolto a donne asintomatiche con età compresa fra i 50 e i 69 anni. Le donne a quest’età vengono chiamate a fare un controllo a scopo preventivo ogni due anni, perché questo è l’intervallo di tempo idoneo ad evidenziare la maggior parte delle patologie della mammella.
L’invito arriva a domicilio e l’esame è gratuito e con prenotazione già fissata, ma comunque modificabile, previo avviso telefonico. Una volta eseguito l’esame, la donna, entro circa 10 giorni, riceve a casa la risposta. Laddove si evidenzino delle anomalie, viene contattata personalmente e presa in carico dal servizio per i gli approfondimenti necessari.
“Nei territori della Usl Umbria n. 1 – spiega Valter Papa, direttore del Dipartimento dei servizi – lo screening mammografico è attivo da più di 10 anni ed è riconosciuto ai più alti livelli sul piano nazionale. Ha dato ottimi risultati in termini di adesione, tra il 70 e il 75%, ed ha fatto registrare una riduzione della mortalità del 30%. La nostra Azienda ha investito molto per sensibilizzare le donne e favorire l’adesione a questo programma di prevenzione, che si fonda sulla mammografia come unico esame valido per il riconoscimento precoce della cancro della mammella. L’adesione allo screening è fondamentale anche per il contenimento delle liste di attesa: è importante far comprendere alle utenti che più aderiscono al programma di screening e minori sono i tempi d’attesa per gli appuntamenti ad accesso programmato. Detto in altri termini, se una donna in età da screening non risponde all’invito, ma effettua poi una prenotazione per un controllo volontario individuale, va ad allungare le liste delle prestazioni programmabili, che dovrebbero restare disponibili per le donne non chiamate con lo screening”.