Coprifuoco dalle 21, chiuse alcune aree, divieto di mangiare e bere per strada e un solo componente a famiglia a fare la spesa
Troppi contagi, ordinanza per nuovi divieti a Perugia. Il Comune, accogliendo le indicazioni della Regione e delle autorità sanitarie, ha emesso oggi l’ordinanza n. 103. Sulla chiusura delle scuole (anch’essa chiesta dalla Regione ai Comuni), si deciderà nel pomeriggio, dopo un ulteriore confronto tra i sindaci e la governatrice Tesei.
Covid, i contagi
nel Perugino e al Trasimeno
L’ordinanza e i nuovi divieti
Sulla base dell’ordinanza, a partire da oggi (30 gennaio) fino al 14 febbraio prossimo, nel capoluogo saranno in vigore le seguenti limitazioni:
- il coprifuoco sarà anticipato alle ore 21 fino alle 5,00 del mattino, salvo le comprovate esigenze di lavoro, necessità o salute, da dichiarare mediante autocertificazione;
- è fatto divieto di consumare alimenti e bevande all’aperto nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico, per l’intera giornata, né sarà possibile, sempre per l’intera giornata, la distribuzione degli stessi mediante distributori automatici;
- per l’acquisto di beni alimentari, effettuare al massimo una spesa al giorno e da parte di un solo componente del nucleo familiare;
- è fatto divieto di svolgimento di attività sportive e ludiche di gruppo nei parchi ed aree verdi, nonché il divieto di utilizzo delle aree gioco dei medesimi;
- resteranno chiuse al pubblico, per l’intera giornata, le seguenti aree: la scalinata della Cattedrale di San Lorenzo, sia nella parte che si affaccia su Piazza IV Novembre, che su quella che si affaccia su Piazza Danti, lasciando libero accesso alla Cattedrale; la scalinata di Palazzo dei Priori, lasciando libero accesso alla Sala dei Notari ed alla Sala della Vaccara;i Giardini Carducci; il percorso pedonale che collega i Giardini del Pincetto a Strada del Mercato.
I negozi restano aperti
Perugia non è in zona rossa: non ci saranno quindi variazioni per le attività commerciali, che rimangono assoggettate alle normative della zona arancione. Si raccomanda ai titolari delle attività commerciali la rigorosa osservanza dei protocolli e linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento, con particolare riguardo al contingentamento degli ingressi rispetto alla superficie dei locali e alla misurazione della temperatura corporea.
L’appello ai perugini per limitare i contatti
Si ribadisce, inoltre, il divieto di sospensione dell’attività dei centri sociali e dei centri ricreativi, come stabilito dal D.P.C.M. del 14 gennaio scorso e dall’Ordinanza della Regione Umbria n. 7 del 22 gennaio,
Il Comune invita la popolazione a limitare le interazioni con persone non conviventi allo stretto necessario, evitando situazioni in cui non sia possibile rispettare il distanziamento e utilizzando rigorosamente e in maniera adeguata i dispositivi di protezione e igiene previsti.
“A preoccupare – spiega l’amministrazione – è soprattutto la situazione epidemiologica, evidenziata dalla Regione Umbria e in particolare la possibile evoluzione nel breve periodo. Come comunicato dalla Regione Umbria le incidenze elevate sopra i 200 casi su 100.000 abitanti, rendono piu difficile il tracciamento dei contatti con un conseguente aumento del tasso di contagio. Invitiamo tutti – conclude – alla collaborazione nel rispetto di queste ulteriori misure, indispensabili per evitare un peggioramento della situazione”.
Scuole, decisione rinviata
Il nodo sulle scuole non è stato sciolto. Anche il Comune di Perugia ha rinviato, per il momento, la decisione di sospendere l’attività didattica in presenza in attesa di un nuovo confronto tra i sindaci dei comuni interessati e la presidente Tesei, prevista per il pomeriggio di oggi.
Dopo il nuovo incontro, i sindaci di Perugia, Foligno, Marsciano e Corciano sono pronti ad emanare l’ordinanza per la chiusura delle scuole. Tutti i sindaci, comunque, attendono la comunicazione della Sanità regionale. A quel punto le ordinanze per lo stop alle scuole potranno essere prese per motivi di sanità, materia per la quale l’autorità competente sul territorio è il sindaco.
Alcuni primi cittadini, tuttavia, insistono per un provvedimento della Regione. D’altra parte, qualora decidessero di non chiudere le scuole andando contro il parere della Regione e dell’autorità sanitaria, si esporrebbero a possibili responsabilità in caso di nuovi focolai.
(aggiornamento ore 17.30)