TRIBUTI & TERREMOTO: COMUNE SPOLETO “RIMBORSI DALLO STATO LEGITTIMI E TRASPARENTI”. I CC INTERROGANO I CITTADINI. 2 LE INCHIESTE. CHE ORA RISCHIANO DI ALLARGARSI A 40 COMUNI UMBRI - Tuttoggi.info

TRIBUTI & TERREMOTO: COMUNE SPOLETO “RIMBORSI DALLO STATO LEGITTIMI E TRASPARENTI”. I CC INTERROGANO I CITTADINI. 2 LE INCHIESTE. CHE ORA RISCHIANO DI ALLARGARSI A 40 COMUNI UMBRI

Redazione

TRIBUTI & TERREMOTO: COMUNE SPOLETO “RIMBORSI DALLO STATO LEGITTIMI E TRASPARENTI”. I CC INTERROGANO I CITTADINI. 2 LE INCHIESTE. CHE ORA RISCHIANO DI ALLARGARSI A 40 COMUNI UMBRI

Ven, 20/11/2009 - 23:00

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Ne bis in idem. E’ nel brocardo di latina memoria, che ruota tutta la vicenda che sta coinvolgendo il Comune di Spoleto in merito ai tributi Ici e Tarsu relativi alle abitazioni dichiarate inagibili a seguito del terremoto del 1997. Non due volte per la medesima cosa. Ovvero, non si può pagare due volte lo stesso tributo. Che invece è quanto sarebbe successo. A rinfocolare la notizia – ufficialmente innescata dal consigliere regionale Zaffini che sull’argomento presentò una apposita interrogazione – è stato nei giorni scorsi Il Messaggero. All'indomani della ordinanza del giudice tributario che ha condannato il Municipio a rifondere 175 mila euro di tributi che la Banca Popolare di Spoleto aveva versato. Ma andiamo con ordine, cercando di ricostruire la complessa vicenda.

I fatti – il Municipio in pratica potrebbe aver incamerato molti più soldi di quelli che avrebbe dovuto. Da una parte, attivando i benefici concessi dalla legge che consentiva agli enti locali, per gli edifici dichiarati inagibili, di avere dallo Stato il ristoro dei mancati tributi versati dai proprietari. Dall’altra, di quei proprietari che, forse perchè non informati o chissà per quale altro motivo, hanno invece continuato a fare il loro dovere di bravi contribuenti iniettando così nelle casse municipali diversi quattrini. Secondo alcune stime si potrebbe addirittura arrivare alla non piccola cifra di 4,5 milioni di euro. Che in ipotesi, se dovessero essere restituiti (allo Stato? ai cittadini?), potrebbero portare al collasso finanziario del Comune. Ad attivare la pratica fu il d.g. Angelo Cerquiglini che si era accorto che il Comune non aveva mai attivato la possibilità offerta dalla Legge 61/98, quella sulla ricostruzione post-terremoto.

La nota del Municipio – stante la polemica, questo pomeriggio il Comune ha emesso un comunicato dove spiega di aver operato in modo legittimo e trasparente. “L’iter procedurale – dice il d.g. Cerquiglini nelal nota stampa – è stato lo stesso seguito dagli altri 40 comuni umbri interessati. La richiesta di accesso al procedimento, prevista dalla normativa vigente, prevede infatti la possibilità di ricevere dallo Stato una somma compensativa equivalente alle minori entrate certificate dal Comune richiedente”. “L’invio della documentazione per la richiesta dell’importo – prosegue invece la nota – è stata calcolata sulla base del totale degli immobili dichiarati inagibili in seguito all’effettuazione dei dovuti sopralluoghi, per una superficie media pari a 120 metri quadrati l’uno. Nell’arco dei dieci anni interessati dal 1997 al 2007 la stima è stata ridotta a seguito del completamento delle opere di ristrutturazione degli immobili originariamente inagibili. La media annuale della restituzione di somme non riscosse è pari a 450.000 euro. L’operazione effettuata dall’Amministrazione comunale ha permesso quindi il recupero degli introiti mancati”. E’ lo stesso Cerquiglini a chiudere il comunicato “Abbiamo lavorato unicamente sulla base di una necessità riconosciutaci dallo Stato, sia dal punto di vista delle stime effettuate, sia per quanto riguarda le somme non ricevute a seguito del terremoto. Se non lo avessimo fatto il Comune di Spoleto, oltre ai danni subiti dai cittadini per il terremoto, non avrebbe avuto, a differenza degli altri 40 comuni dell’Umbria, la possibilità di recuperare le somme non riscosse e quindi di destinarle al 50% a servizi e per il restante 50% ad investimenti per tutta la collettività”.

Il giallo…. – sta tutto nella frase, dal sapor ragionieristico, della “restituzione di somme non riscosse…”, come recita il comunicato. Ma realmente tutti quei tributi non sono stati riscossi dai cittadini? Difficile dirlo per tutte e 924 le pratiche di inagibilità rilasciate nel tempo dagli uffici tecnici. Di certo li ha pagati, e se li è visti ora restituire dalla Commissione provinciale tributaria, l’istituto di credito spoletino. E non sembra un caso isolato.

…e le indagini – da alcuni giorni, infatti, i carabinieri della locale Compagnia stanno ascoltando diversi cittadini. Dal Comando viene mantenuto il massimo riserbo e non c’è possibilità di avere uno straccio di conferma. Sono diversi i proprietari di abitazioni, dichiarate a suo tempo inagibili, convocati in questi giorni in caserma e che hanno lasciato ai militari copia dei versamenti effettuati negli anni. Questo almeno quantopuò anticipare TO®. Ma non è tutto. Sarebbero due infatti i fascicoli aperti: il primo dalla Corte dei Conti, il secondo dalla Procura della Repubblica di Spoleto. A dimostrazione che sulla vicenda gli inquirenti vogliono vederci chiaro. Inchieste che potrebbero presto allargarsi a quei “40 comuni” che, come ribadisce Cerquiglini, hanno operato allo stesso modo. Anche se finora nessuna azione o provvedimento giudiziario è stato inoltrato dagli inquirenti al Comune. Chi resta in silenzio è il consiglire regionale Zaffini che dal telefonino fa sapere di non aver nulla da dire sulla vicenda. Forse perchè, a quanto risulta a TO®, Zaffini nei giorni scorsi sarebbe stato ascoltato sia dai magistrati contabili perugini, sia dalla Benemerita spoletina.

Cosa fare? – di certo i cittadini che hanno pagato impropriamente, possono ottenere indietro i tributi versati. Le modalità le abbiamo chieste ai legali di TO®. In pratica, nel termine di prescrizione dal pagamento del tributo (5 anni), deve esser avanzata formale istanza di restituzione dele somme versate al Comune. Contro il rifiuto o l’inerzia dell’Ente, decorsi 90 giorni dalla domanda, il contribuente che ne ha diritto può proporre ricorso alla competente Commissione Tributaria Provinciale.

Il crostino, la frutta e l’ammazzacafè – se la vicenda finirà senza conseguenze per il Comune, ovvero senza somme da restituire o peggio, per il d.g. Cerquiglini – che aveva ‘scovato’ la legge rimborsatributi, sfuggita al suo predecessore Americioni – sarà una bella vittoria. E forse risulterà anche meglio speso l’aumento di stipendio che la Giunta, che a settembre lo ha riconfermato nell’incarico, gli ha deliberato la scorsa settimana (si mormora circa 20mila €). In caso contrario, sarebbe fin troppo facile parlare di un clamoroso e costoso flop. Per il neo sindaco Benedetti si tratta comunque di un’altra bella gatta da pelare. Ricevuta anche questa in eredità dal predecessore Brunini. Da queste parti si dice “lasciar un bel crostino a qualcuno…”. Ma dal Palarota al lodo Asfalti Syntex, alla odierna vicenda dei tributi post terremoto, più che un crostino, l’ex sindaco, politicamente parlando, pare aver lasciato tutto un intero pranzo. Con tanto di dolce, frutta e ammazzacafè. Prosit.

(C.C.)


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