Preoccupazione sul futuro del trasporto pubblico locale della regione dopo incontro con Tesei e Melasecche
“Come segreterie regionali dei sindacati dei trasporti, alla luce dell’incontro che abbiamo avuto mercoledì 13 aprile a palazzo Donini con la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e con l’assessore ai trasporti, Enrico Melasecche, vogliamo esprimere tutta la nostra preoccupazione sul futuro del trasporto pubblico locale della nostra regione”. Così in un comunicato stampa Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal dell’Umbria.
“Nel Tpl le preoccupazioni del passato purtroppo, si stanno trasformando in drammatiche realtà – scrivono i sindacati – ci è stato infatti ufficializzato il taglio di 3,5 milioni di euro al totale attuale, circa 60 milioni, necessari al servizio tpl su gomma. Taglio che verrà concentrato nel periodo estivo, dal prossimo giugno e che sarà strutturale”. Per i sindacati è dunque alta la preoccupazione in ordine alle ricadute occupazionali: “Su questo aspetto però – affermano ancora le sigle dei trasporti – la Presidente Tesei ha sottolineato di aver avuto rassicurazioni che non vi saranno problemi per i lavoratori coinvolti e l’azienda Busitalia, presente alla riunione, non ha smentito tale affermazione”.
“Su questo impegno, vigileremo attentamente – rimarcano Filt Cgil Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal dell’Umbria – poiché molte sono le perplessità in merito. La grave incertezza di questi mesi derivante anche dalla pandemia, infatti, ha già portato frutti avvelenati in azienda, dove abbiamo visto comparire per la prima volta forme di lavoro interinale. Schierandoci convintamente contro il taglio in essere, attendiamo di capire le effettive ricadute sul personale”.
Oltre a questo, i sindacati restano convinti che i cittadini dell’Umbria debbano poter fruire di un trasporto pubblico di qualità, capace di “servire in modo capillare e continuo tutti i centri della nostra regione”, regione che, sottolineano, a differenza di altre, “ha insita la caratteristica di avere centri urbani di medie dimensioni con scarsa densità di popolazione distribuita su tutto il territorio”.
Rispetto al futuro, la gara di assegnazione dei servizi che a breve dovrà svolgersi, presenta per le sigle del trasporto non poche incognite e genera preoccupazioni soprattutto sulla tutela dei lavoratori del settore presenti e futuri. “A domanda specifica – riferiscono ancora i sindacati – su quanto sarà l’importo messo a bando (attualmente sono necessari come detto circa 60 milioni di euro annui) non è stata data una risposta chiara, come non è stata data nemmeno alla domanda se la gara sarà svolta su base unica regionale o in lotti separati, rimandando la responsabilità degli eventuali frazionamenti futuri alla legge nazionale, che impone determinate scelte”. Ma per i sindacati su questo punto è necessario fare chiarezza in quanto l’agenzia dello stato (ART), che regola e controlla lo svolgimento delle gare sul territorio nazionale, dà delle indicazioni, ma la responsabilità delle scelte specifiche viene espressamente rimandata all’ente affidatario del servizio, nel nostro caso la Regione. “Noi dal canto nostro, ribadiamo la nostra netta contrarietà al sistema delle gare – concludono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Faisa Cisal dell’Umbria – ed al tempo stesso, laddove si volesse procedere comunque ad effettuarne una in Umbria, chiediamo espressamente che questa sia a lotto unico, in modo da tutelare l’idea dell’azienda unica, evitando inutili ritorni al passato che davvero porterebbero solo a spreco di risorse pubbliche”.
Per tutti questi motivi i sindacati si dicono “insoddisfatti” dalla riunione in Regione, che, invece di chiarire alcuni aspetti soprattutto in merito alla gara (importo economico, lotto unico, bacino unico, costo chilometrico, clausola di salvaguardia del personale, etc.) ha aperto “ulteriori incognite che, speriamo, vengano in parte dipanate dalla prossima riunione prevista per il 26 maggio 2022”.