Il consigliere Massimo Monni (Pdl) denuncia come l'emergenza droga a Perugia, “si fa sempre più impellente e complessa” e richiede quindi “una forte azione di coordinamento tra tutti i soggetti competenti”.
“Mentre in Italia i morti per abuso di stupefacenti diminuiscono, in Umbria il dato dei decessi per overdose, in particolare nella provincia di Perugia, si conferma su livelli allarmanti”.
Secondo Monni, “le 24 overdose mortali del 2010 si livellano con le 25 del 2000: un ciclo di due lustri che si chiude come era iniziato, ovvero le 'ricette per la sicurezza' messe in campo fino ad ora non hanno prodotto i risultati attesi, rappresentano un grande fallimento delle Amministrazioni che le hanno perpetrate, tra attendismo, buonismo e tardiva presa di coscienza”.
Monni chiede dunque al sindaco di Perugia e al presidente della provincia di attivare “un'azione comune di intelligence”: “L'emergenza richiede risposte su piani diversi (urbanistica, immigrazione clandestina, microcriminalità, prostituzione, locazioni abusive) e quindi una forte azione di coordinamento tra tutti i soggetti competenti”, ha detto Monni.
Il consigliere si è spinto infine a rilanciare l'ipotesi, ufficialmente accantonata da mesi dall'amministrazione comunale, di un “Centro per l'identificazione e l'espulsione (Cie) a Perugia: “E' necessario attivarsi immediatamente per la realizzazione di un Centro per l'identificazione e l'espulsione a Perugia, come previsto dal decreto Maroni D.L.151/2008, perché l'immigrazione è una risorsa solo se rimane nel quadro della legalità”. Secondo Monni, “Esiste infatti un 'tam tam criminale' strettamente connesso con i crescenti flussi provenienti dai paesi del Magreb in direzione Perugia che raggiungono la nostra città grazie ad una rete che, con tutta evidenza, invita direttamente a spacciare per i vicoli della città”.