Se avete intenzione di trasferirvi stabilmente nella campagna tuderte, il cui capoluogo venne promosso nel 1991 dall’urbanista Richard Levine “città ideale del Pianeta”, o se anche avete voglia di acquistare una casa per trascorrere dei soggiorni a godere delle bellezze della campagna umbra, allora non guardate questo video. A meno che non decidiate di rinunciare ad auto e moto, facendo forza solo sulle vostre gambe; sempreché abbiate la fortuna di trovare un marciapiede su cui camminare. Perché il buen ritiro che tanti illustri personaggi hanno voluto ritagliarsi in questa parte dell’Umbria dopo la pubblicazione dello studio del docente della Lexington University, che ancora oggi richiama migliaia di turisti, potrebbe diventare un incubo. Tanto sono ridotte male le strade del comprensorio, per lo più quelle sotto il controllo della Provincia di Perugia (la SP379, la SP379bis e la SP380). Insomma, fatta eccezione del centro storico, tutto intorno alla sommità della città di Jacopone è un vero e proprio colabrodo, strumento di ricchezza solo per meccanici e carrozzieri.
Levine era arrivato ad individuare la ‘città ideale” dopo aver analizzato di Todi il suo microclima (ideale), la piovosità (sufficiente), il basso tasso di umidità, la temperatura mite, le sue caratteristiche di città a dimensione (non troppo grande, né piccola) ma , soprattutto, l’esemplare rapporto con la campagna circostante. Ecco, il problema, sottovalutato nello studio del noto architetto, è come arrivare a questa sorta di paradiso terrestre, decantata, ironia della sorte, anche nel recente promo di una casa automobilistica francese per il lancio di un suo modello.
Anche i Vip, che qui hanno voluto realizzare il loro buen ritiro, cominciano ad essere stanchi. E c’è da comprenderli, di più quelli cui lo Stato ha assegnato le scorte, costrette a percorrere svariati chilometri a passo d’uomo per evitare guai ai mezzi e alla stessa sicurezza delle autorità che accompagnano. Da queste parti si sono sistemati nomi come Lindsay Kemp, la scultrice Beverly Pepper, solo per citarne un paio, o ci tornano per brevi periodi di riposo personaggi del calibro del governatore di Bankit Ignazio Visco, lo storico ed editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia, il direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, il regista Paolo Genovese, lo scrittore e giornalista Corrado Augias e tanti altri volti celebri del mondo della cultura e dello spettacolo.
I residenti sono sfiancati dalla situazione in cui versano le arterie stradali, ma ogni tipo di lamentela e denuncia non ha sortito finora alcun risultato. E va avanti così da anni, almeno dieci. Come nel caso della Provinciale 380, quella che da Todi porta in una delle località più ambite, Romazzano, attraversando Fiore. Il video shock inviato a Tuttoggi da un lettore lo conferma. Andiamo a verificare (vd. foto), percorrendo questa strada più simile a un percorso del Camel Trophy che a quello di una ‘città ideale’. Asfalto frantumato, buche con dislivelli di svariati centimetri: se hai un’auto te la puoi cavare, con la moto c’è rischio di non tornare a casa. La percorriamo incontrando sulla destra un castello rimesso a nuovo ma apparentemente abbandonato, la caratteristica chiesina di Fiore, il piccolo cimitero di Romazzano. Al bivio per quest’ultima frazione comincia la strada comunale: uno sterrato lungo centinaia di metri che le recenti piogge rendono un vero e proprio pantano. Ci vorrebbe una 4×4. Gli abitanti ci segnalano che non è dappertutto così, che poco lontano la situazione è decisamente migliore perché lì la competenza della provinciale è di Terni. “Non ne possiamo più, subiamo continui danni ai nostri mezzi e tutti se ne fregano. Ora per questa strada ci hanno detto he il comune ha stanziato 100mila euro ma va avanti osì da tanto tempo. La strada provinciale poi è un mostro”. Riprendiamo la ‘380’, il fondo sconnesso torna a farsi sentire sulle sospensioni come sulla colonna vertebrale e la cervicale di chi è a bordo, fino a Camerata. Perchè da qui, come per magia, il manto stradale si mostra in buone condizioni: eccolo il paradiso terrestre per gli amanti della 2 e 4 ruote. Un po’ come quando si entra in galleria che piove e, alla fine del tunnel, c’è invece il sole.
Perché le istituzioni locali abbiano dimenticato le strade del comprensorio tuderte non è dato sapere: non può essere solo questione di fondi e neanche di ‘sensibilità’ politica (in comune si sono alternate negli anni amministrazioni di centro, di sinistra e di destra). Già, dunque, allora perché?
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