Alessia Chiriatti
L'Istituto Agrario di Todi affronta una nuova sfida: dopo la produzione del vino per i rifugiati “Asylon”, il Grechetto realizzato in collaborazione con la Caritas Umbria e Libera nell'ottica dell'integrazione e della formazione di chi cerca un riscatto da ciò che la vita gli ha riservato, dopo la nuova cantina didattica – sperimentale e l'aula verde nell'ecoparco botanico di Montecristo, adesso è la volta del completamento del nuovo frantoio oleario. La vera novità è l'impiego dei materiali di costruzione: balle di paglia, terra paglia e intonaci d'argilla, rivalutati in edilizia per la loro salubrità, le proprietà di isolanti termo – acustici regolatori dell’umidità dell’aria, traspirabilità, e per la facilità di posa in opera. Tutti progetti, quelli dell'Istituto Agrario di Todi, che, seppur definiti “fantasiosi”, danno i loro frutti e promettono successo.
Il nuovo frantoio – La natura è al centro della missione dell'Istituto “Ciuffelli”, scuola di agricoltura più antica d'Italia e polo di eccellenza nel settore agro – alimentare: nel solco della tradizione e della innovazione, anche la realizzazione del nuovo frantoio oleario si ricollega a questo atteggiamento di respiro avanguardista, seppur con richiami all'antico. Costruire la nuova struttura dedicata ad una delle eccellenze umbre, l'olio appunto, con materiali naturali, vuole riportare alla luce tecniche abbandonate con il sopravvento di materiali industrializzati: la paglia e l'argilla sono elementi facilmente reperibili in natura, salubri e dalle molte proprietà termiche, acustiche e di isolanti. Il progetto è realizzato in collaborazione con il Centro Panta Rei e con il supporto di esperti, tra cui l'architetto Eliana Baglioni: andrà avanti tutta l'estate, grazie anche all'istituzione di un cantiere – scuola di autocostruzione, con corsi di formazione teorico-pratica. I materiali sono tutti ricavati in loco, dalla paglia, la legno, ai diversi tipi di terra, seguendo il famoso principio dove “tutto si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma”.
La didattica – Il Ciuffelli è anche e soprattutto scuola, che persegue la volontà di tramandare tecniche antiche di produzione agricola, con occhio proiettato verso il futuro: la realizzazione del nuovo frantoio garantisce perciò un percorso formativo sperimentale nel quale si fondono le occasioni offerte dal lavoro e gli strumenti teorici della bioedilizia e dell'autocostruzione, il tutto nell'ottica della sostenibilità in agricoltura e dell'aumento della consapevolezza nei confronti di un modello nuovo di sviluppo. Gli studenti acquisiranno così maggiore familiarità con la filiera dei materiali tradizionali dell'agricoltura come innovativi in bioedilizia, riusciranno a rivalutare le tecniche costruttive tradizionali, e conosceranno i processi produttivi che stanno alla base della costruzione in bioedilizia e del recupero bioedile. L'idea ha suscitato curiosità ed interesse, e questo è provato dal numero degli iscritti ai vari moduli, che proseguiranno fino a tutto settembre, anche dall'estero.
Il futuro – La conclusione del progetto prevede, ad ottobre e sempre a cura dell'istituto agrario, un convegno nazionale su come il complesso rapporto fra uomo e territorio si sia modificato nel tempo e sul progressivo modificarsi del paesaggio: un modo per parlare della necessità di ripensare tale rapporto alla luce di una rinnovata importanza nel nostro quotidiano dei luoghi da vivere e da abitare.
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