“Bellezza e riaffermazione di una scoperta importante e bella per la cultura della nostra città. Dispiacere e disagio perché non ha avuto l’attenzione che meritava da parte delle istituzioni” – parola di monsignor Giuseppe Piemontese che, nell’ambito della presentazione del libro “Leonardo Da Vinci, le radici umbre del genio” di questa sera al museo diocesano, ha benedetto la scoperta dello storico dell’arte Tomìo e ‘tirato le orecchie’ alle istituzioni locali che non hanno mai dimostrato simpatia per lo studioso milanese.
Il problema è proprio questo; la simpatia. Non si comprende, altrimenti, come una scoperta simile, ormai avvalorata anche in ambito accademico, non possa suscitare l’interesse di un’amministrazione comunale che conferma la vocazione ‘provincialistica’ della precedente, nonostante il centrodestra (per la prima volta alla guida della città dopo Ciaurro) si sia proposto come alternativa di discontinuità rispetto alle passate giunte di sinistra.
Risultato? Presentazione disertata dal Comune, alla quale invece hanno partecipato la Regione, con il delegato Eros Brega, il Comune di Narni, che ha annunciato l’organizzazione di un convegno nazionale sul rinascimento umbro con la Cascata di Leonardo protagonista, e il Vescovo in ‘imbarazzo’ per l’assenza di un rappresentante dell’amministrazione comunale.
“Mi propongo come pacificatore in questo senso – ha sottolineato Monsignor Piemontese lanciando un messaggio chiaro – e voglio precisare che nella formazione spirituale di Leonardo influì anche la figura di un francescano come Luca Pacioli”. Con la moderazione del giornalista Marco Frittella, e una sala piena, la Diocesi ha offerto, a suo modo, il ‘patrocinio’ a Leonardo, concedendogli quella dimora finora negata dal Comune di Terni.
Un ulteriore stimolo per unire il turismo delle acque, quello culturale e quello sacro. Occasione che, al momento, ha colto soltanto Perugia che – ha sottolineato Eros Brega – “ha accolto la scoperta di Tomìo con l’approccio scientifico che merita. Le due città devono collaborare per valorizzare questa scoperta, ma Terni deve uscire dalla tendenza provinciale che la caratterizza e superare i suoi limiti”.
È ovvio che uno storico dell’arte non abbia alcun interesse a rapportarsi con la politica e che preferisca confrontarsi con tecnici ed esperti della materia, così come avvenuto a Milano e Perugia, dove Tomìo è stato trattato in modo ‘asettico‘.
È stato accolto come uno studioso, le sue scoperte messe al centro di un dibattito culturale e le istituzioni hanno capito l’occasione per promuovere il territorio e portare turisti nelle rispettive sedi. A Milano con il convegno sulla rilettura dei paesaggi lombardi di Leonardo, a Perugia con l’arrivo alla Galleria Nazionale della tavola P8 eccezionalmente concessa dagli Uffizi in occasione dei 500 anni dalla scomparsa del Genio, a Narni, invece, più precisamente a Sant’Agostino, in un affresco di Pier Matteo D’Amelia (“Madonna con le sante” del 1482) sarebbe riconoscibile il paesaggio della Cascata, a testimonianza che il disegno di Leonardo era diventato pubblico. Oggi la diocesi che ‘ha benedetto’ la scoperta di Tomìo, garantendo il supporto del quale è possibile per la diffusione.
“Io mi rapporto con i professionisti e i tecnici non con la politica – ha sottolineato Tomìo – Ringrazio Perugia a Terni per il rispetto che ha avuto nei confronti della mia professionalità. Così come a Milano anche a Perugia la mia scoperta è stata accolta in modo asettico e con approccio scientifico. Terni ha subito 2 traumi: l’industrializzazione post Unità e i bombardamenti, ma è stata ‘simbolicamente’ la prima capitale d’Italia. Ma alcuni studiosi locali, per l’invidia che li contraddistingue, non crederanno neanche a questo”.