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Terni, sconti su luce e gas ma è truffa – Giovani rappresentanti incastrano utenti

Redazione

Terni, sconti su luce e gas ma è truffa – Giovani rappresentanti incastrano utenti

Ven, 12/04/2013 - 15:18

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Continua la lotta della Questura di Terni ai tentativi di truffa ai danni dei cittadini e all'immigrazione irregolare. Negli ultimi giorni altre 2 operazioni si aggiungono a quelle portate già a termine dagli agenti. Un italiano di 23 anni, di origini meridionali, è stato denunciato ieri dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico per tentata truffa. Il giovane si era presentato a vari residenti del quartiere Borgo Rivo, come operatore incaricato di una società di gas e luce, cercando di convincere le persone a passare da una società all’altra, illustrando i vantaggi ottenuti nel cambio. Ad incastrarlo il comportamento troppo insistente nei confronti di un cittadino al quale ha chiesto di vedere le ultime bollette, dicendo che i costi erano davvero esorbitanti e che per questo avrebbe avuto diritto ad un rimborso. Nel frattempo, con insistenza, gli ha fatto firmare il nuovo contratto con la società che rappresentava. Uscito il giovane di casa, l’uomo, un po’ perplesso, ha telefonato alla sua vecchia società, che ha negato che egli avesse diritto a qualsiasi tipo di rimborso. Allora l’uomo è sceso di corsa in strada ed ha trovato il giovane alla fermata dell’autobus. Gli ha detto quanto riferito dalla società e il ragazzo ha preso il contratto sottoscritto poco prima e lo ha stracciato di fronte a lui. A quel punto, visto l’anomalo comportamento, sicuramente poco professionale, l’uomo ha richiesto l’intervento del 113 e la Squadra Volante ha portato tutti in questura.
Dai successivi accertamenti, è stato appurato che il giovane, davvero era incaricato da una società di luce e gas, realmente esistente, di reperire nuovi clienti, ma nella stessa giornata, sempre nello stesso quartiere, era passato anche da altri residenti, raccontando storie diverse, per indurli a sottoscrivere dei nuovi contratti, e lo stesso avevano fatto altri giovani, arrivati in città con lui.
Sono state sentite altre persone che hanno raccontato di come la firma del contratto era stata loro “estorta” con un altro stratagemma. Sempre lo stesso giovane (e in alcuni casi anche altri, che non sono stati rintracciati), ha detto di lavorare per la stessa società di cui esse erano clienti, ma che, sottoscrivendo un nuovo vantaggiosissimo contratto, avrebbero risparmiato notevolmente. Per avvalorare le sue parole, faceva chiamare un call centre alle stesse persone, che dopo aver ascoltato una voce registrata dovevano rispondere ad alcune domande dell’operatore. Questa modalità di sottoscrizione, si chiama “contratto vocale” ed è un contratto a tutti gli effetti. Solo dopo, quando il giovane se ne era andato, leggendo bene i documenti, le persone si rendevano conto che il nome della società era diverso, non era quella di cui loro erano già clienti, ma era quella per il ragazzo lavorava.
Il ragazzo è stato denunciato per tentata truffa e gli altri residenti hanno sporto querela, qualora dovessero ricevere un danno economico, sotto forma di costi più alti, dalla società con la quale hanno sottoscritto i nuovi contratti.
E’ stato perciò appurato che la società in questione esiste davvero, i ragazzi sono realmente autorizzati alla sottoscrizione di nuovi contratti, ma la metodologia di approccio usata è sicuramente poco ortodossa e scorretta. La Questura di Terni per questo motivo avverte di leggere attentamente tutta la documentazione presentata e di telefonare alla vecchia società per avere conferma di quanto raccontato, prima di firmare un nuovo contratto.

In una seconda e distinta operazione un cittadino egiziano è stato denunciato ed un altro espulso, in un’operazione della Squadra Volante durante i controlli straordinari disposti dal Questore di Terni, Luigi Vita, per contrastare l’immigrazione clandestina, con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine di Perugia. Il gestore egiziano di un negozio di frutta e verdura del centro, regolare in Italia, è stato denunciato per impiego di manodopera clandestina perché come addetto alla vendita aveva messo un suo connazionale privo di permesso di soggiorno. Il clandestino è stato portato all’Ufficio Immigrazione e gli è stato notificato un provvedimento di espulsione.

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