Terni non è solo acciaio e chimica | Cna punta sulle piccole medie imprese - Tuttoggi.info

Terni non è solo acciaio e chimica | Cna punta sulle piccole medie imprese

Mirco Diarena

Terni non è solo acciaio e chimica | Cna punta sulle piccole medie imprese

Mostrati i dati sull’evoluzione economica della città degli ultimi 40 anni | Disoccupazione alle stelle
Mar, 01/03/2016 - 12:52

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Terni non è solo acciaio e chimica. È la sintesi dell’indagine realizzata dal “Centro studi Sintesi” sull’evoluzione sociale ed economica dell’area di Terni negli ultimi 40 anni i cui dati sono stati diffusi questa mattina presso il Caos da Roberto Gianangeli, direttore Cna Umbria, coadiuvato dal presidente territoriale Terni, Gianluca Bellavigna e da Giancarlo Giovannetti, vicepresidente Cna Terni.

Siamo abituati a identificare Terni con la metallurgia e la chimica – ha spiegato Gianluca Bellavigna – comparti che, insieme all’energia, continuano a giocare un ruolo strategico in questo territorio, ma anche qui i settori cosiddetti “made-in” e dei servizi innovativi nel corso degli ultimi decenni hanno acquisito un peso sempre maggiore all’interno delle attività manifatturiere. Per Cna Umbria questo dato rappresenta una constatazione di fatti incontrovertibili da cui ripartire per immaginare il futuro dell’intera area. È innegabile che Terni, a partire dal 1971, si sia trasformata da città industriale e commerciale in città dei servizi tradizionali ed innovativi, vedendo contemporaneamente nascere ed affermarsi, accanto alla grande industria, tante piccole imprese. Ed è proprio il ruolo della micro e piccola impresa ad essere cresciuto nel corso degli anni anche a Terni, arrivando a rappresentare circa il 66% degli addetti totali (circa 33mila). L’artigianato rappresenta il 25% delle imprese attive e i due settori in cui operano il maggior numero di artigiani sono quelli delle costruzioni e del manifatturiero. Il numero totale delle imprese attive è continuato a crescere anche durante la crisi (+103 unità, soprattutto nei Servizi, Commercio e Turismo). Un incremento che non deve ingannare, perché può essere letto anche come parcellizzazione del sistema produttivo dove la mancanza di lavoro ha spinto molti disoccupati ad aprirsi una partita Iva”.

Dall’analisi diffusa da Cna emerge un dato su tutti che obbliga a guardare al futuro da un punto di vista diverso: il tasso occupazionale, o meglio il boom di disoccupati registrato negli utltimi anni, + 150% durante la crisi e ulteriori 3500 disoccupati tra il 2008 e il 2014 nel ternano. In pratica la disoccupazione a Terni è quasi raddoppiata con un tasso di incremento più alto rispetto alla media nazionale.

Come già detto, seppure l’acciaio, la chimica e l’energia continuino a giocare un ruolo da protagonisti nel manifatturiero del Ternano – ha proseguito Bellavigna –, se osserviamo i dati più da vicino notiamo che il Made in Italy, (agroalimentare, sistema moda, sistema casa, carta/stampa, produzione di macchinari) e la meccanica di precisione, rappresentano i settori con il maggior numero di imprese attive (oltre 450) ed anche quello in cui si somma il maggior numero di addetti (oltre 2.500)”.

La ricerca di Sintesi ha analizzato anche l’evoluzione del manifatturiero in termini di esportazioni su base provinciale. Con riferimento al periodo 2009-2014 dai dati emerge che il settore della Metallurgia, pur continuando ad esprimere i 3/5 delle esportazioni totali, ha subito una drastica riduzione, mentre la Chimica si attesta sui 126 milioni di euro con un calo del 20%. I settori del ‘made-in’, invece, aumentano tutti (pur se con percentuali diverse) ad eccezione della meccanica, e nel complesso raggiungono un volume di esportazioni che sfiora i 220milioni di euro, pari al 23% del totale.

L’indagine sul bacino ternano ha evidenziato anche alcuni dati demografici, dai quali emerge un incremento importante della popolazione nel periodo 2001-2014 dovuto soprattutto all’aumento della presenza di stranieri cresciuti di 10mila unità. La popolazione è aumentata anche per un altro elemento che stride con la produttività: l’invecchiamento della popolazione. A terni oltre il 25% della popolazione ha più di 65 anni.

Quello che ci sembra chiaro – ha concluso Bellavigna – è che il ritratto di Terni negli anni è cambiato, si è evoluto, ha visto modificarsi il peso dei vari comparti e, all’interno di essi, di alcuni settori rispetto ad altri. La Cna ritiene che è dalla situazione reale e non più da quella stereotipata che bisognerà ripartire per provare a progettare un nuovo futuro per tutta l’area e per la città di Terni, secondo modelli in grado di valorizzarne il diffuso capitale sociale rappresentato dalle competenze delle persone e delle imprese”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il vicepresidente della Cna di terni Giovannetti che ha sottolineato come non si possa continuare ad investire solo sulle grande aziende e come occorra guardare con più attenzione alle tante piccole e medie imprese che stanno tentando di risollevare l’economia della Conca.

Il futuro di Terni sembra legato proprio a quest’ultime e alla loro capacità di ricercare nuovi mercati, nuove soluzioni e nuovi prodotti in grado di rilanciare l’economia locale.

Partendo da questi presupposti giovedì 3 marzo, alle ore 17.30, presso il teatro Secci, si svolgerà l’Assemblea dell’associazione, a cui parteciperanno rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, tra cui il Sindaco di Terni e la Presidente della Regione, docenti universitari e il vice presidente della Cna nazionale.

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