Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Terni ha portato a termine una complessa attività di polizia amministrativa e giudiziaria nei confronti di una società ternana operante nel settore dei servizi, già oggetto nel 2016 di una verifica fiscale conclusasi con la constatazione di violazioni alle Imposte dirette e all’I.V.A. per oltre 70 milioni di euro.
Nello specifico le “Fiamme Gialle”, dopo una approfondita analisi contabile e documentale, hanno accertato che l’amministratore unico dell’azienda controllata, in concorso con altri imprenditori ed avvalendosi di compositi sistemi fraudolenti che hanno consentito di presentare agli enti erogatori, tutta una serie di documentazione
ideologicamente e materialmente falsa, incluso l’ausilio di società di comodo.
Questo meccanismo aveva consentito alla società di farsi finanziare, in relazione a specifici bandi del Ministero dello Sviluppo Economico e dalle Regioni Umbria e Sardegna, ben 12 progetti di sviluppo in materia di ricerca ed innovazione tecnologica, i cui effettivi costi di realizzazione si sono poi rivelati di gran lunga inferiori agli oltre 5 milioni di euro ricevuti come erogazioni pubbliche.
Oltre al responsabile della società, vero dominus della vicenda, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Terni altre 9 persone che, a vario titolo,hanno preso parte alla commissione dei reati di “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, “Falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”,
“Dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” ed “Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”.
Su richiesta poi del Sostituto Procuratore della Repubblica – Dott. Marco Stramaglia, il GIP del Tribunale di Terni ha disposto il sequestro preventivo di beni “per equivalente” per un importo di oltre 5 milioni di euro.
All’amministratore della società sono stati sequestrati numerosi conti correnti bancari, una lussuosa villa con campo da tennis e piscina, un appartamento di oltre 300 mq ed un locale commerciale.
Dei reati e violazioni compiuti è stata informata anche la Procura Regionale Umbria della Corte dei Conti per l’accertamento della responsabilità erariale a carico degli indagati.