Anche se il cammino appare ancora lungo e travagliato l’amministrazione si prepara a indire un nuovo bando sui servizi educativi e la refezione scolastica. Per questo importante passo il Co.Sec (Comitati Servizi Educativi) chiede garanzie, parole impresse nero su bianco sul prossimo bando. “Non ci bastano i piatti in coccio – dicono dal Co.Sec – il cotto e mangiato o le cucine messe a norma, vogliamo la certezza che ci siano controlli a garanzia degli utenti: i bambini. In questi anni ci sono state segnalate molte irregolarità e non c’è stata nessuna sanzione da parte del Comune alla ditta che gestisce il servizio. È stata perfino trovata una vite in un piatto e nessuno ha fatto niente per denunciare l’accaduto. È strano perché a Pomezia il Pd, che sta all’opposizione, per una vicenda analoga ha suscitato un vero e proprio polverone. Prima dell’uscita del bando va anche rifatta una rimodulazione delle fasce Isee. Le quattro fasce del servizio mensa e le sei dei servizi educativi non rispondono alle reali esigenze dei cittadini e penalizzano le fasce più povere, come è già accaduto in passato quando si è provveduto a un aumento indistinto delle tariffe del 10% nel 2013 e del 30% nel maggio di quest’anno. Bisogna salvaguardare chi ha le famiglie con reddito più basso“.
Parlando di refezione scolastica l’attenzione non poteva che cadere anche sull’enorme debito che l’amministrazione deve all’azienda All Foods, il gestore del servizio: “Nel 2013 – proseguono dal Co.Sec – il Comune aveva disposto uno stanziamento, tramite la cassa depositi e prestiti, di 700mila euro, una cifra che avrebbe permesso di risanare il vecchio debito con All Foods. Dove sono finiti quei soldi? E dove sono finiti i soldi dei genitori? Quel 37% delle spese di refezione“.