Ternana, finisce in 'rissa' tra Longarini e Cozzella - Tuttoggi.info

Ternana, finisce in ‘rissa’ tra Longarini e Cozzella

Luca Biribanti

Ternana, finisce in ‘rissa’ tra Longarini e Cozzella

Avvocati diffidano il patron rossoverde e impugano licenziamento "Illegittimo"
Gio, 01/10/2015 - 21:05

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Si è conclusa nel peggiore dei modi l’avventura di Vittorio Cozzella come ds della Ternana Calcio, tra pesanti accuse e avvocati: dopo il licenziamento, l’amministratore unico, Simone Longarini, neo patron rossoverde che ha iniziato il repulisti all’interno dell’organigramma societario, ha usato parole estremamente dure nei confronti dell’ex ds definendolo come “il primo degli anarchici”. Secondo Longarini, infatti, Cozzella avrebbe “operato per interesse personale e non per il bene della società”.

La replica di Vittorio Cozzella non si è fatta attendere ed è arrivata direttamente tramite i suoi legali Crescimbeni-Lavari: si diffida lo stesso (Simone Longarini) – si legge in una nota –  in proprio e nella qualità di amministratore unico della Ternana Calcio S.p.A., alla immediata rettifica delle dichiarazioni rese nella conferenza stampa di mercoledì 30 Settembre 2015, in quanto assolutamente inveritiere nonché offensive e lesive dell’immagine e della professionalità del signor Cozzella il quale – contrariamente a quanto asserito dal signor Longarini nella suddetta conferenza stampa – ha svolto con impegno, serietà, diligenza, e professionalità il proprio incarico di direttore sportivo della Ternana Calcio S.p.A”.

Gli avvocati, inoltre, annunciano che il licenziamento per giusta causa dello scorso 3 agosto è stato impugnato, perché a loro parere, illegittimo: “assolutamente illegittimo poiché viziato nella forma, nella procedura e nella sostanza; ciò avuto riguardo al fatto che il signor Cozzella non ha mai posto in essere le condotte inadempienti a lui contestate con il provvedimento espulsivo ed avendo, al contrario, rispettato integralmente i propri obblighi contrattuali”. All’orizzonte si profila una causa civile “per il riconoscimento della illegittimità del licenziamento e per il risarcimento dei danni tutti subiti in conseguenza dello stesso, ivi compresi quelli all’immagine ed alla professionalità”.

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