Nessun accordo con l'Usl 1 sul riconoscimento dei tempi di vestizione, Cgil e Uil lasciano il tavolo e annunciano azioni legali ma Cisl li richiama al confronto
La vertenza in atto sui tempi di vestizione degli operatori dell’Usl Umbria 1 spacca i sindacati. Con Cgil e Uil che abbandonano il tavolo mentre Cisl è ancora aperta al confronto e lancia un appello agli altri sindacati.
In Umbria sono interessati dalla situazione circa 9mila lavoratori della sanità. Che chiedono il riconoscimento dei tempi di vestizione durante il turno di lavoro. La vertenza ha già portato a precedenti giudiziari: nei giorni scorsi il Tribunale di Terni ha accolto il ricorso di una infermiera del Santa Maria, sostenuto dalla Uil (qui l’articolo).
E’ per questo, quindi, che lo scontro tra aziende sanitarie e sindacati di categoria si è acuito. Tanto che nei giorni scorsi Cgil e Uil hanno lasciato il tavolo delle trattative con la Usl Umbria 1 evidenziando la chiusura da parte. dell’azienda.
Tempi di vestizione, la posizione di Cgil e Uil
“Lavoratrici e lavoratori della sanità della Usl Umbria 1 hanno diritto a vedersi riconosciuto un giusto indennizzo per i tempi di vestizione non conteggiati, ma l’azienda, anziché cercare di trovare un accordo con le organizzazioni sindacali tira dritta per la sua strada, imponendo con arroganza un modello organizzativo unilaterale che finirà per peggiorare il servizio”. Ad affermarlo in una nota sono i sindacati della sanità della Usl Umbria 1, Fp Cgil e Uil Fpl, che hanno concluso negativamente il tavolo con la direzione aziendale, non trovando alcuna apertura alle proposte avanzate. “Volevamo un accordo che avrebbe portato ad un risparmio notevole per le casse dell’azienda – sottolineano i sindacati – invece, evidentemente, si preferisce portare anche qui la partita in tribunale, con un esito che appare scontato, visti anche i precedenti alla Usl Umbria 2”.
“Recupero tempi di vestizione ritardando l’apertura e anticipando la chiusura di alcuni servizi”
Tra l’altro, secondo le organizzazioni sindacali, il modello imposto dall’azienda sanitaria avrà ripercussioni anche sul numero delle prestazioni erogate all’utenza e quindi sulle liste d’attesa, “visto che – spiegano le sigle dei lavoratori della sanità – si intende recuperare il tempo di vestizione ritardando l’apertura e anticipando la chiusura di alcuni servizi che erogano prestazioni ambulatoriali”. “Siamo di fronte ad un atto unilaterale non solo ingiusto ma potenzialmente dannoso per i servizi alla cittadinanza – concludono Fp Cgil e Uil Fpl – e tutto questo è inaccettabile. Da parte nostra, daremo battaglia, in tutte le sedi preposte, per ottenere il giusto riconoscimento per lavoratrici e lavoratori e difendere la qualità del servizio sanitario pubblico”.
La Cisl chiede di riprendere il confronto
Diversa la posizione della Fp Cisl, che ricorda che il tavolo per il “doveroso riconoscimento ai lavoratori del giusto indennizzo per i tempi di vestizione non conteggiati” è “complicato“. E “che ha necessità di tempo per comprendere se possibile giungere ad un accordo che possa evitare i lunghi e costosi ricorsi giudiziali”.
Nell’apprendere, in questo contesto, dell’abbandono del tavolo da parte dei colleghi di Fp Cgil e Fpl Uil, la Fp Cisl Umbria – si legge in una nota – ritiene che vi siano ancora margini di trattativa con l’azienda.
“Abbiamo infatti contestato – evidenzia la Cisl – la unilaterale applicazione del dettato contrattuale ma, contestualmente, abbiamo riconosciuto l’importante lavoro che stanno effettuando i lavoratori operanti presso il settore delle risorse umane / controllo orario per avere una precisa e reale contezza della situazione. Per tale motivo abbiamo ottenuto di rivalutare e discutere i contenuti del modello organizzativo che, d’altronde, garantisce un diritto contrattuale, cioè il riconoscimento dei minuti per la vestizione, diritto che doveva essere già stato riconosciuto da maggio 2018.
“Importante trattare modalità, tempistiche e metodi”
La FP CISL ritiene importante trattare modalità, tempistiche e metodi, e vuole confrontarsi con l’Azienda al fine di dare risposte capillari a tutti coloro, centinaia di lavoratori, aventi diritto a questo importante riconoscimento.
La FP CISL vuole trattare, confrontarsi e, se necessario, combattere fino alla fine, per ottenere il massimo nell’interesse dei Colleghi, e solo qualora non si ottengano i risultati auspicati adiremo le vie legali. Per quanto sopra invitiamo i colleghi di Cgil e Uil a tornare a sedersi al tavolo poichè un sindacato unito è sempre un valore aggiunto per il raggiungimento dei diritti dei lavoratori”.