Apparentemente aperto e chiuso a tempo record il dibattito sulla vivibilità e sullo spopolamento del centro storico, dopo l'arrivo una tariffazione più equa
Una tariffazione della tassa di soggiorno senza pace quella di Assisi: dopo l’introduzione a dicembre di una scaletta di valori per stelle, girasoli e varie era scattata la protesta di proprietari di appartamenti e case vacanze per la maxi ‘stangata’ a cinque euro a persona per i primi tre giorni, e dopo lo stand by è arrivata la cancellazione in favore di una misura più progressiva. Con il centrodestra che però, dopo la ‘sfiducia’ del Pd al sindaco, apre un altro fronte chiedendo le dimissioni dell’assessore Leggio.
Il prossimo consiglio comunale del 24 marzo dovrebbe approvare la nuova tassa di soggiorno ad Assisi, con la novità di uno ‘scalone’ per chi affitta appartamenti e case vacanze. Secondo quanto deciso nell’ultima seduta di giunta, a pagare cinque euro rimarranno solo quelli che fanno pagare una tariffa a notte sopra i 101 euro. La tassa di soggiorno scende a tre euro per chi ha una tariffa compresa da 61 euro a 100,99 euro e per chi fa pagare da un euro a 60,99 euro il balzello si abbassa a due euro a persona e per pernottamento.
Rimane invariato il resto della tariffazione: i clienti degli hotel a 1-2-3 stelle pagheranno 2 euro, quelli a 4 stelle 3 euro, delle residenze d’epoca 3 euro. Per quanto riguarda bed & breakfast, camere, strutture ricettive religiose, case per ferie, altre strutture extralberghiere, campeggi e ostelli la tassa è di 2 euro, la stessa degli agriturismi a 1-2-3 girasoli (per quattro e cinque girasoli, la tariffa è di 3 e 4 euro).
Il tutto, almeno apparentemente, con buona pace del dibattito che la maxi tariffa avrebbe dovuto aprire sullo spopolamento del centro storico di Assisi, in parte causato anche dalla trasformazione di molti degli appartamenti ex residenziali in b&b, case vacanze e stanze in affitto per turisti: in entrambi i casi, un trend che nessuna giunta di nessun colore sembra potere e volere invertire. E di cui, portato a casa il risultato di avere una tariffazione più equa, nessuno sembra voler discutere. A meno che non si tratti di chiedere le dimissioni dell’assessore Leggio, che i sei consiglieri di minoranza unita chiedono non solo per “l’evidente conflitto di interessi dell’assessore Fabrizio Leggio, imprenditore del settore alberghiero che, non astenendosi dal partecipare ai lavori della giunta, ha contribuito col proprio voto all’approvazione di una delibera che ha portato all’approvazione di un regolamento fortemente penalizzante verso una categoria con cui lo stesso assessore, come imprenditore, è in evidente concorrenza”, ma anche perché la tassa presentata come un modo per discutere e arginare lo spopolamento del centro storico è “una evidente mancanza di una visione complessiva della materia e di un vero piano per il turismo e per il centro storico”.