“In questo periodo di crisi economica e sociale, in cui gli enti locali sono fortemente penalizzati dai tagli del Governo e molti servizi sono a rischio, è necessario un maggiore coinvolgimento delle Fondazioni bancarie nella vita della città”. Lo afferma il sindaco di Foligno Nando Mismetti, alla vigilia dell’approvazione definitiva della manovra anticrisi varata dal Governo, che impone tagli a Regioni, Province e Comuni. “Il decreto legge 78 – afferma il primo cittadino – tagliando circa il 60% dei trasferimenti dallo Stato, mette in seria difficoltà il nostro Comune imponendo forti riduzioni in servizi essenziali come la sanità, la scuola, la cultura, i trasporti pubblici, l’assistenza sociale, la sicurezza, la manutenzione delle strade. In questo contesto, il ruolo delle Fondazioni bancarie è determinante, per aiutare gli enti locali a mantenere quantità e qualità di tali prestazioni. Nella nostra comunità – prosegue Mismetti – la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno è da sempre protagonista dello sviluppo del territorio, con numerosi e importanti progetti culturali e sociali, direttamente attivati o sostenuti, in un positivo e proficuo rapporto con le istituzioni locali, basato sulla collaborazione e sul rispetto dei ruoli. L’auspicio è che questa sinergia aumenti e che la Fondazione sia sempre più vicina alla città, per affrontare meglio la crisi e tamponare i gravissimi tagli operati dal Governo”.
A proposito del decreto legge 78, Mismetti ricorda che “a causa della manovra, il Comune di Foligno nel 2011 avrà dallo Stato 1,8 milioni di euro in meno, mentre nel 2012 il taglio sarà di 2,8 milioni di euro. Si tratta di riduzioni che, sommate alle altre minori entrate previste, costano al Comune 6 milioni di euro di risorse in meno nel prossimo biennio”.
In un manifesto affisso da oggi in città, il sindaco informa i cittadini sugli effetti della manovra finanziaria del Governo. Mismetti scrive, tra l’altro, che il decreto 78 “è iniquo e socialmente ingiusto, non taglia i veri sprechi, non contrasta l’evasione fiscale, non favorisce l’occupazione, non punta allo sviluppo, scarica la crisi sulle categorie più deboli senza toccare i ceti più ricchi, rovesciando problemi e responsabilità sulle istituzioni più vicine alla gente”.