"Sviluppumbria succursale di un Assessorato": le perplessità del Pd

“Sviluppumbria succursale di un Assessorato”: le perplessità del Pd

Redazione

“Sviluppumbria succursale di un Assessorato”: le perplessità del Pd

Gio, 01/04/2021 - 18:40

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Paparelli attacca la riforma dell'Agenzia: depotenziata nelle funzioni, nel fatturato ipotizzato e con il nodo del direttore non ancora risolto

Sviluppumbria declassata “a mera succursale di un Assessorato” non piace al Pd. Che lamenta il ridimensionamento del fatturato previsto per l’Agenzia, l’esclusione dall’elaborazione del Recovery Plan regionale e il mancato incarico al direttore generale in sostituzione del dimissionario Mauro Agostini.

A muovere critiche all’assetto definito per la “nuova Sviluppumbria” è il consigliere regionale dem Fabio Paparelli. Che definisce deludente la conferenza stampa dopo l’approvazione del bilancio dell’Agenzia.


Sviluppumbria, la nuova mission:
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“Mera succursale di un Assessorato”

“Ci saremmo aspettati che emergesse un profilo netto dell’Agenzia – attacca Paparelli – e fosse chiarita la sua funzione strategica, oltre che venissero esposti puntualmente i numeri e le scelte qualificanti messe a punto dalla nuova governance”. E soprattutto, i suoi compiti. “L’idea che ne abbiamo e che tutti ne hanno ricavato – prosegue Paparelli è quella di una Società che appare fortemente ridimensionata nelle funzioni e nelle ambizioni, che passa da soggetto centrale dell’implementazione delle politiche economiche regionali, a mera succursale di un Assessorato, nella migliore delle ipotesi”.

Preoccupazioni che aumentano guardando la delibera. Con un fatturato nel triennio che si assesterà su 6.4 milioni di euro, “facendo registrare una significativa riduzione rispetto al passato – ricorda Paparelli – in cui il volume era di quasi 9 milioni. Questa importante contrazione, pari a circa un terzo dei volumi rispetto al 2019, unita alla conseguente riduzione della propria capacità operativa, avviene in un momento in cui invece le aziende umbre avrebbero ancora più bisogno di essere accompagnate e sostenute nel cammino della ripresa del post Covid-19”.

Esclusa dal Recovery Plan

Un ridimensionamento che per Paparelli emerge anche dalla scelta di aver escluso Sviluppumbria dal percorso di elaborazione del Recovery Plan regionale legato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

“La conseguenza di tutto ciò – attacca Paparelli – è dunque inevitabile: il più importante indice di benchmark previsto dalla legge, che regola il funzionamento delle società pubbliche – vale a dire il rapporto tra costo del personale e volume delle attività – passa dal 57 per cento dell’ultimo bilancio approvato nel 2019, al 75 per cento. Ciò significa che stiamo parlando di una Agenzia regionale che non viene messa nella condizioni di essere produttiva. In questo modo si stanno cambiando i connotati di una Agenzia che in passato è stata condotta, con grande rigore gestionale e con forte capacità innovativa, come è avvenuto in particolare per gli strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese, tanto da diventare un punto di riferimento in tutta Italia”.

Il nodo direttore generale

E poi c’è il nodo del direttore generale, ruolo vacante da oltre sette mesi dopo le dimissioni di Agostini. “E’ bene ricordare – sottolinea Paparelli – che, in quarantasette anni di vita, Sviluppumbria ha sempre avuto due figure di riferimento, il presidente o l’amministratore unico e il direttore generale, in un equilibrio di poteri e competenze, così come è scolpito in modo inequivocabile nello Statuto dell’ente. Il mancato imbarazzo dimostrato per questa palese violazione, lascia intendere che forse non è stata compresa fino in fondo la gravità e le responsabilità che questa scelta porta con sé, tanto più se si continua a confondere la trasparenza delle procedure e l’autonomia tra poteri, con un eccesso di burocrazia”.

La proposta di Paparelli: fusione tra Sviluppumbria e Gepafin

“Cambiare gli indirizzi strategici – conclude Paparelli – è legittimo, ma ciò che emerge è piuttosto un tentativo maldestro di cambiarne profondamente la natura. Tutto ciò è aggravato dalla mancanza di un indirizzo e di uno spirito riformista che avrebbe dovuto prefigurare un ulteriore passo verso la semplificazione e l’efficienza, attraverso l’accorpamento di Sviluppumbria e Gepafin, per offrire al nostro sistema economico un unico punto complessivo di riferimento per sostenere la ripresa ed il lavoro”. 

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