Successo e pienone delle grandi occasioni per Fabrizio Bosso e Javier Girotto "Latin Mood" a Spoleto Jazz Season - Tuttoggi.info

Successo e pienone delle grandi occasioni per Fabrizio Bosso e Javier Girotto “Latin Mood” a Spoleto Jazz Season

Carlo Vantaggioli

Successo e pienone delle grandi occasioni per Fabrizio Bosso e Javier Girotto “Latin Mood” a Spoleto Jazz Season

Si chiude la minirassegna del jazz organizzata da Visioninmusica | Un successo inequivocabile per la formula e gli artisti in scena | Spoleto nuova frontiera del Jazz di qualità
Sab, 16/11/2019 - 16:44

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Se a Silvia Alunni di Visioninmusica glielo avessero fatto vedere in anticipo, il pienone del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, per il concerto finale di Spoleto Jazz Season (ieri 15 novembre) con Fabrizio Bosso e Javier Girotto Sextet, non ci avrebbe creduto nemmeno lei.

C’era in effetti una certa cautela nel presentare alla città la prima edizione di questa fortunatissima e graditissima rassegna jazzistica a Spoleto, un contesto dove per lunghi decenni la musica di improvvisazione e creativa ha avuto una limitatissima dignità di palcoscenico, ammaliati e anche ammorbati da un falso concetto di grandezza musicale e di spettacolo, legati ai fasti del Festival menottiano.

Una volta superato l’ostacolo, grazie anche alle sortite corsare di Giorgio Ferrara, nel corso della sua gestione festivaliera, si è scoperto che il jazz piace e che molti suoi beniamini (vedi Stefano Bollani-CLICCA QUI) sono più conosciuti e apprezzati di un cantante lirico o di un attore di teatro.

Senza finire nel pentolone dei luoghi comuni, però, è bene specificare che qualsiasi genere musicale può essere apprezzato se si posseggono gli strumenti di conoscenza per comprendere ed interpretare. E questo può accadere anche, con la proposta intelligente, in “palcoscenici” di qualità come Spoleto.

Ergo, più jazz originale nella città del Festival, e meno coverband per favore!

Il Concerto

Jazz di altissimo profilo, lussuoso, come quello andato in scena ieri sera con il sestetto guidato da Javier Girotto (vecchia conoscenza spoletina, e guarda caso proprio al Festival dei 2Mondi-CLICCA QUI) e Fabrizio Bosso. Con loro un manipolo di straordinari musicisti come Natalio Mangalavite al pianoforte e tastiere, (autore con Girotto e Bosso di molti dei brani suonati) Bruno Marcozzi alle percussioni, Lorenzo Tucci alla batteria ed infine Luca Bulgarelli al basso elettrico.

Per i non addetti ai lavori questi nomi possono anche non dire nulla. Ma se si ha il buon senso di accettare la proposta e di venire ad ascoltare una serata come quella di ieri al Nuovo, allora ci si accorge che uno spettacolo come “Latin Mood” è più di due semplici ore di musica suonata.

Abbiamo infatti assistito ad una vera e propria lezione di composizione e ad un meraviglioso esempio di spettacolo jazzistico dal vivo.

In un concerto jazz contano molto infatti anche le dinamiche con cui ci si divide l’esecuzione dei brani, l’ordine degli assoli ed anche le riprese dei temi principali del pezzo musicale, i dialoghi tra diversi strumenti, gli intermezzi, i fraseggi e infine la maestria dell’esecuzione d’ensemble, quella capacità corale di fare musica che quasi sempre per i jazzisti rappresenta una vera e propria voglia di suonare insieme. Nel mondo del jazz ci si stima e dunque, ci si sceglie. Questo, quasi sempre, è un motivo di grande spinta per la riuscita di un progetto musicale.

Tutti i presenti al Teatro Nuovo di Spoleto, non possono non aver notato la grande complicità e la grande fiducia l’uno per l’altro tra questi sei protagonisti della scena jazzistica nazionale ed europea.


Guarda la foto del concerto


Non ci metteremo qui ora a cantare le lodi dei due bandleader Bosso e Girotto, perchè per loro parla la lunga storia artistica personale. Ci importa molto di più invece sottolineare come sia stato un vero spettacolo nello spettacolo poter osservare con maggior chiarezza la loro capacità estrema di gestire lo strumento (Bosso la tromba e Girotto il sax contralto e baritono), quasi avessero ingaggiato un duello personale con lo stesso.

Più volte ad Umbria Jazz siamo stati testimoni di musicisti, per lo più americani, che nel tentativo di dominare lo strumento, mettevano in scena spettacoli circensi con esiti discutibili (Memorabile la quasi sincope da asfissia di Trombone Shorty che voleva tenere una nota all’infinito- CLICCA QUI).

Girotto e Bosso invece mostrano a Spoleto cosa significa dialogare con se stessi attraverso lo strumento e come trasmettere al pubblico questo sentimento.

“Latin Mood” è un lavoro di grande spessore artistico, dove la contaminazione tra composizione ed esecuzione virtuosa di Bosso e gli stilemi sudamericani, tipici della cultura d’origine di Javier Girotto, creano un nuovo mood (per l’appunto) che definiremmo Euromediterraneo.

Un pubblico entusiasta e consapevole ha applaudito moltissimo e con convinzione il sestetto ed ha chiaramente lasciato intendere che gli spettacoli di alto profilo riempono il teatro, smentendo una certa teoria che vorrebbe aprire sempre e comunque le porte del Nuovo o del Caio Melisso, magari per abbattere i costi fissi improduttivi. Una curiosa ipotesi di lavoro che alla fine rischia di costare molto più di quanto si vorrebbe.

Sicuramente la prima edizione di Spoleto Jazz Season ha certificato che i contenitori spoletini sono pronti per ricevere proposte di qualità anche in questo particolare genere musicale, aprendo un nuovo e qualificato “fronte” nel panorama musicale umbro.

Merito sopratutto di chi, come Silvia Alunni di Visioninmusica, conosce i propri polli e sa cosa serve per attirare pubblico anche fuori dal contesto cittadino in cui si svolge il concerto. La scommessa era infatti tutta qui, e a Spoleto è stata vinta nettamente.

Una occasione che non va persa e di cui va compresa la potenzialità nel lungo periodo, sopratutto ora che la tavola imbandita perugina del Jazz scricchiola. Mettiamoci una “tacchia”, ne abbiamo la possibilità.

Riproduzione riservata

Foto e video: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)

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