Nessuna embolia, nessuna malattia da decompressione: i tre sub perugini Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gianluca Trevani, morti domenica scorsa nel mare al largo di Grosseto durante un’escursione subacquea, potrebbero essere morti per avvelenamento. L’esame autoptico sui corpi dei tre sommozzatori si è concluso oggi pomeriggio: ad eseguirla i medici legali dell’Università di Siena, Emanuela Turrillazzi e Sara Vita, dell’Università di Foggia, alla presenza dei periti di parte Laura Paglicci Reattelli e Wlater Patumi. Solo l’esame istologico farà definitivamente chiarezza sulla morte dei tre sub, e sull’eventuale presenza di monossido di carbonio.
Un’ipotesi, quella dell’avvelenamento, ancora tutta da verificare, ma che rimane tuttavia la più accreditata: sarebbero dunque state escluse le cause patologiche, come la distensione polmonare e l’infarto. E’ dunque necessario fare maggiore chiarezza sulle bombole utilizzate dai tre sub quel giorno, seppur quasi scariche di aria. Sono stati inoltre predisposti altri accertamenti anche sul compressore utilizzato per riempire le bombole, sull’attrezzatura e sui computer subacquei in uso ai tre sommozzatori. Resta per ora un solo indagato, ossia Andrea Montrone, titolare dell’Abd Diving di Talamone che ha fornito le bombole aFabio, Enrico e Gianluca.
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