In attesa della discussione della mozione delle minoranze, l'assessore ribadisce la sua versione sul selfie diventato un caso nazionale
Niente scuse per la storia Facebook associata allo “sciamano” e alla protesta di Capitol Hill. Ma l’assessore Clara Pastorelli, in attesa che venerdì venga discussa la mozione dell’opposizione che biasima l’iniziativa social diventata un caso nazionale, ha voluto spiegare: nessuna volontà di scimmiottare lo ‘sciamano’, né di giustificare la rivolta di Capitol Hill, ma solo un pensiero personale a difesa della democrazia Usa. E quindi nessuna scusa, ma dispiacere per come è stata coinvolta la città di Perugia “suo malgrado e mio malgrado”.
L’intervento di Pastorelli
Queste le parole dell’assessore Clara Pastorelli: ““Preliminarmente è opportuno puntualizzare due circostanze non di secondario rilievo: la prima è relativa alla erronea informativa circa la mia assenza in Consiglio Comunale tenutosi l’11 gennaio scorso (sul punto è sufficiente verificare la registrazione della seduta per avere conferma del fatto che la sottoscritta era collegata – e quindi presente- alla riunione) ed ho potuto seguire la discussione avente ad oggetto la mozione presentata da parte dei gruppi di minoranza, riguardante la mia persona, che si è limitata alla fase procedurale; il secondo aspetto da chiarire riguarda la pubblicazione della discussa storia di Facebook di sabato 9 gennaio, ebbene questo non è mai diventato “un post” e come tale non mai stato rimosso, ciò a dimostrazione che quanto pubblicato ha completato i suoi canonici tempi di 24h”.
“Nessun riferimento allo sciamano”
Nel merito della vicenda, Pastorelli ha proseguito: “Come ho avuto modo di dichiarare agli organi di stampa la sera stessa, mia madre, scomparsa qualche anno fa, era americana, io stessa ho la doppia cittadinanza, ma oltre ad avere un forte legame con gli Usa amo la democrazia e sono contro ogni forma di violenza (compresa quella verbale anche sessista di cui sono stata vittima in quei giorni convulsi). Ci tengo a ripetere che il cappotto che indossavo nell’immagine è un capo che utilizzo frequentemente da diversi anni; il colbacco (che non può essere confuso con il copricapo tipico di uno ‘sciamano’ che ha caratteristiche ben diverse) allo stesso modo è da me utilizzato in modo costante durante la stagione invernale, insomma non c’era nessuna intenzione di ‘scimmiottare’ il ‘capo rivolta’ dell’assalto a Capitol, Hill. Si trattava semplicemente di una modalità per esprimere un pensiero personale in un profilo privato, reso pubblico da altri. Nell’utilizzare la frase ‘spesso ciò che sembra non lo è’ non mi riferivo, in alcun modo, alle violenze di Capitol Hill che, ribadisco a gran voce, condanno in maniera più assoluta e categorica (anche da cittadina statunitense). Credevo fosse chiaro che la storia di Facebook non è stata fatta a sostegno dei golpisti ma di una democrazia, quella Usa, che sta attraversando una fase delicata della sua storia”.
“Scuse? No, dispiacere”
In questi giorni – ha concluso l’assessore – in cui sono stata raggiunta da attestati di stima e comprensione oltre che da critiche spesso sfociate in insulti, ho più volte rivolto il mio pensiero al sindaco Andrea Romizi, ai colleghi della giunta, ai consiglieri di maggioranza che siedono in questo consiglio, ai collaboratori di tutti i giorni e ai cittadini (tutti) di Perugia. Città di Perugia coinvolta suo malgrado e mio malgrado in questa vicenda, sono queste le ragioni che hanno determinato e determinano nella mia persona molto dispiacere per il fatto che sia creata una situazione come quella di qualche giorno fa”.