(Carlo Vantaggioli)– Danza Macabra (o anche Danza di Morte ndr.) di August Strindberg potrebbe intimorire qualunque spettatore amante del teatro, non fosse altro che per l’ambientazione nordica della storia (un isola) e per il carattere psicologico e fortemente introspettivo del testo del drammaturgo svedese.
E’ forse riflettendo su questa eventualità che, alla presentazione per la stampa della piece in programma nella serata inaugurale del Festival dei Due Mondi, il regista Luca Ronconi, insolitamente vivace e divertito, si affretta a tranquillizzare gli addetti ai lavori su alcune modifiche in chiave leggera, del testo di Strindberg. Non una virata netta verso la desacralizzazione dell’argomento, ovvero la dura presa di coscienza per una coppia, isolana ed isolata, dei fallimenti coniugali, complice l’arrivo di un terzo incomodo, quanto piuttosto un attento e certosino lavoro di “asciugatura”, traduzione ed adattamento del testo ad opera di Roberto Alonge. Via dunque le lungaggini e le contraddizioni testuali, tanto che la scrittura originale passa da una durata di 3-4 ore, ad un ora e mezza della messa in scena spoletina.
Protagonisti del dramma, la coppia reale nella vita, Giorgio Ferrara ed Adriana Asti, che più di un anno fa decisero di proporre a Luca Ronconi la regia della piece, ed il terzo incomodo Giovanni Crippa.
Ronconi dopo averci pensato, appunto, un anno intero, decise poi di rispondere positivamente, proprio per tentare il progetto di rimodellare il dramma in modo tale che il pubblico potesse avere un idea diversa di certe scritture drammaturgiche. “Mi piacerebbe che gli spettatori uscissero da teatro con la domanda del perchè hanno riso mentre l’argomento è drammatico, lasciargli questo dubbio, fargli riscoprire il divertimento, l’ironia”.
Si compiace il direttore artistico del Festival, Giorgio Ferrara, con la barba lunga di scena che attira la curiosità di alcuni addetti ai lavori, mentre spiega la necessità per uno che fa il suo mestiere di organizzatore di Festival, di calarsi nei panni di chi lavora per la riuscita della manifestazione. Eccolo dunque una volta regista, oggi attore con la moglie Adriana, magari in futuro chissà, scenografo o perchè no coreografo. Improbabile una prova come macchinista o direttore di scena.
Ed è sul registro della bravura d’attore che gioca un sibillino Luca Ronconi quando decanta la “solidità” dell’attrice Adriana Asti, mentre gioca a minimizzare le capacità analoghe del M°Ferrara, compagno di accademia nel lontano 1967, quando un Ronconi già regista lo chiamò per la prima volta a recitare per lui, “Sillabava appena…oggi beh, posso dire che è molto migliorato”.
Un rapporto tuttavia solido nel tempo che ha visto molte collaborazioni e che fa dire a Ferrara “Luca (Ronconi ndr.) ancora oggi dopo 45 anni di teatro è il miglior interprete di testi che io abbia mai conosciuto, testi che non stravolge mai.”
E Ronconi aggiunge, rispetto alla moda di decontestualizzare i testi di scena, “invece di stravolgere, dovremmo chiederci piuttosto quanto noi ci siamo allontanati dalle ambientazioni e dai contesti in cui si svolgono le storie che raccontiamo”, rivelando, se mai ce ne fosse stato il bisogno, il rigore concettuale del lavoro di questo regista, che oggi si presenta alla stampa senza velleità “macabre”.
LA LOCANDINA
DANZA MACABRA
Luca Ronconi
August Strindberg
di August Strindberg
traduzione e adattamento Roberto Alonge
con
Adriana Asti
Giorgio Ferrara
Giovanni Crippa
regia Luca Ronconi
scenografia Marco Rossi
costumi Maurizio Galante
luci A. J. Weissbard
suono Hubert Westkemper
produzione
Spoleto57 Festival dei 2Mondi
Teatro Metastasio Stabile della Toscana
in collaborazione con Mittelfest 2014