E’ il caos all’assemblea della Spoleto Credito e Servizi. O meglio è stato il caos, quello in cui c’è chi sa muoversi per trarne il miglior vantaggio possibile. E’ stata a dir poco drammatica la prima ora dell’adunanza dei soci della holding che controlla Banca Popolare di Spoleto. Alle 9, con una buona ora di anticipo sull’apertura, la sala che ospita la presidenza è già affollata dagli antoniniani che indubbiamente hanno a cuore di seguire i lavori da molto. Più o meno saranno 1.500, stando ai bene informati, quelli che prendono parte alla riunione, la metà dei quali costretti nella sala sottostante dell’Albornoz a seguire i lavori sul maxischermo. Fra i presenti molti dipendenti Bps e un discreto numero di pensionati. Fra le autorità non è sfuggita la presenza del vice sindaco Stefano Lisci.
Le dimissioni – ieri sera a sorpresa il Cda si era dimesso in blocco. Prima la cordata dell’ex dominus (Antonini, Bellingacci e Zuccari), due ore più tardi quella del presidente Protasi, del vicario Solfaroli e dei consiglieri Cucchetto e Raggi. Alle 20 Protasi si presenta all’Albornoz per la prima convocazione dell’adunanza alla quale, com’è prassi, nessuno si presenta.
L’avvio – nel corso della notte, a quanto si apprende, il presidente in carica è stato colto da un malore. La comunicazione arriva in mattinata. Alle 10.20, constatata l’assenza di Protasi, il vicepresidente vicario Solfaroli apre i lavori e comunica di assumere la reggenza dell’assemblea. E’ il finimondo. Dalla sala, che non lo vuole a dirigere i lavori, si alzano una serie di insulti al suo indirizzo. Solfaroli richiama per almeno 3 volte i soci a mantenere comportamenti come da norme statutarie. E’ tutto inutile. Un gruppetto di persone si avvicina al tavolo della presidenza, comincia a volare anche qualche spintone. E’ a questo punto che il vicario dichiara sciolta l’assemblea perché “non è più governabile”. Il notaio Pirone (nella sala sottostante è presente il notaio Ciotola) prende atto della chiusura dei lavori. E’ il caos, ma forse è solo l’attuazione di una precisa strategia studiata da qualcuno a tavolino.
Caparvi presidente – mentre Solfaroli e Cucchetto cercano di abbandonare l’Albornoz (lungo il corridoio è presente qualche provocatore che tenta di far loro anche la cianchetta per farli cadere), ecco che lo storico legale di Antonini e della stessa Bps, l'avvocato Claudio Caparvi, chiede ai soci se acconsentono di fargli assumere la presidenza. Si vota per alzata di mano: chi vota contro deve dichiarare nome e cognome. E’ la pratica di voto che tanto piace ad Antonini che gira nervosamente fra le sedie del piano di sotto (anche perché quello di sopra è blindato) e appena sente che qualcuno non è d’accordo strilla con fare minaccioso: “chi è che vota contro?”. In realtà lo sa benissimo: le impiegate della Scs, infatti, segnano i nomi di chi si astiene o vota contro, riportano i dati al notaio che li comunica a sua volta al presidente pro tempore. Il quale, dai microfoni, fa sapere all’assemblea i nomi di chi ha votato in maniera difforme. Due le votazioni: quella sulla nomina di Caparvi a presidente e quella di non far partecipare ai lavori che non è socio. Per Antonini è fatta.
Via libera – ormai i ‘dissidenti’ alla linea antoniniana sono fuori dall’albergo. Per loro non ha senso continuare in un clima intimidatorio come quello che regna all’Albornoz. I lavori procedono così spediti. Solfaroli attende di confrontarsi con il consulente, il professor Zaccheo, per inviare alla Consob la propria comunicazione circa lo scioglimento dell’assemblea. Probabile quindi che a breve, così come era successo il 28 novembre scorso quando Antonini e Bellingacci furono sfiduciati dalle cariche, sul sito istituzionale compariranno due nuovi comunicati: quello di Solfaroli e quello, c’è da giurarlo, del Cda l’assemblea dei soci sara chiamata a nominare. Il professor Zaccheo comunque sarebbe già al lavoro per presentare lunedì mattina un ricorso d’urgenza affinchè il Tribunale di Spoleto decida sulla legittimità dei lavori riaperti e condotti da Caparvi. Certo, a registrare i 6 ricorsi presentati nell’ultimo mese e mezzo (5 dagli antoniniani), verrebbe voglia quasi di vedere spostare il Tribunale direttamente dentro Palazzo Pianciani.
Indice puntato sui “ribelli” – dalla sala si alza una vecchia conoscenza della Scs, Leodino Galli – già presidente Scs, cugino di Antonini, un tempo molto amici con il parente, poi nemici giurati, da un annetto tornati in splendidi rapporti. E’ lui a fare la proposta choc: sfiduciare quella che fino a ieri era la maggioranza del board (e non espellerla dal libro dei soci come era trapelato). Una proposta che è suonata strana visto che tutta la governance si era dimessa ieri. L’accusa, a quanto è dato sapere, è che i 4 avrebbero influenzato una parte della stampa infangando il buon nome della Scs. Ovviamente non gli è passato per il cervello di menzionare la devastante Relazione della Banca d’Italia, quella che aveva portato Antonini e Bellingacci a dimettersi dalle cariche di presidenza della Bps. Come poi sia possibile, almeno eticamente parlando, che una persona che non può governare una Controllata possa guidare la Controllante, a questo punto lo sa solo il buon Dio e, ovviamente, gli azionisti. La proposta di sfiducia è stata votata. Un escamatoga, secondo alcuni, per poter eventualmente dimostrare che l'ordine del giorno è stato rispettato. Resta da capire come si possa sfiduciare chi non è più soggetto a fiducia come un Cda dimissionario.
La questione etica – fra gli interventi merita menzione quello dell’avvocato Massimo Marcucci che ha chiesto che il nuovo board rinunci agli emolumenti e non abbia alcun rapporto di interesse con le controllate, a cominciare da Bps, neanche di conto corrente. Una voce che è rimasta isolata, nonostante abbia ricevuto un buon numero di applausi.
Il nuovo Cda – pochi minuti fa l’assemblea dei soci ha eletto il nuovo board. Ne fanno parte Giovannino Antonini, Marco Bellingacci, Leodino Galli, Claudio Caparvi, il costruttore Rodolfo Valentini e Pasquale Coreno (probabilmente si tratta dell'ex generale dei carabinieri che ha comandato nella sua carriera anche la compagnia di Spoleto prima di approdare ai servizi segreti) e il professor Gianfranco Binazzi. Questi i nomi che trapelano in attesa delle comunicazioni ufficiali.
Il contratto – nel corso della mattinata fra alcuni soci è spuntato un documento contrattuale, datato 8 marzo, con il quale Antonini (all’indomani del bliz che lo aveva rimesso in sella alla guida della Controllante) avrebbe affidato l’incarico ad un noto studio di Milano di trovare un compratore disposto a rilevare le quote del Monte dei Paschi di Siena pari al 29% del pacchetto Scs, nel caso in cui questa fosse disponibile alla cessione. Non è dato sapere se Rocca Salimbeni sia stata informata di questa ‘manovra’, sembra però che non tutto il Cda di allora ne fosse stato messo a conoscenza. Una questione che probabilmente sarebbe venuta fuori nel corso dell'assemblea ma che, essendo finiti così i lavori, nessuno ha più tirato fuori.
Assemblea ‘inesistente’ – Di pochi minuti fa il comunicato firmato da Solfaroli, Cucchetto e Raggi che ribadisce l’illegittimità dell’assemblea guidata da Caparvi. “Nel corso dei lavori alcuni soggetti e il consigliere Antonini – scrivono i 3 consiglieri – più volte interrompevano illegittimamente le attività dell’adunanza assembleare e chiedevano agli astanti, altrettanto illegittimamente, di procedere alla nomina di altro presidente…Antonini cercava illegittimamente di dirigere i lavori assembleari e proponeva agli astanti di designare per alzata di mano un presidente dell’assemblea….il presidente Solfaroli, dopo numerosi richiami all’ordine e inviti al rispetto della legge e dello statuto, era costretto a constatare l’impossibilità di un regolare svolgimento dei lavori…dichiarando chiusa l’adunanza, chiedeva al Notaio di verbalizzare quanto accaduto e sottoscriveva il verbale… Nonostante la leggittima chiusura dell’assemblea, una parte dei soggetti presenti dichiarava la propria volontà di dar luogo ad una non ben identificata assemblea della Scs da ritenersi, in realtà, del tutto illegittima e giuridicamente inesistente ”. Per leggere tutta la nota clicca qui. Un comunicato che sembra prefigurare l'imminente presentazione di un ricorso in Tribunale.
TO© alla porta – quella fin qui riportata è la cronaca di queste prime 4 ore di assemblea, così come raccontata da alcuni testimoni. Tutoggi.info, infatti, considerato un giornale “non amico” da Antonini & Co. avendo avuto l’ardire di aver pubblicato i contenuti della Relazione di Bankit, è stato infatti gentilmente messo alla porta. Sia chiaro, sappiamo bene che i lavori assembleari di una società non quotata in borsa sono aperti ai soli soci. Ma non si può dimenticare che fino all’ultima adunanza della scorsa primavera i cronisti erano sempre stati ammessi ai lavori. Una possibilità che a microfoni aperti stamani aveva concesso anche il presidente pro tempore Solfaroli. Nonostante ciò chi scrive è riuscito a fare appena 5 passi e una ventina di gradini dell’Albornoz prima di essere avvicinato dall’ex pugile Valentino Giacomelli che intimava di abbandonare la sala. Lo stesso caloroso ‘benvenuto’ non è stato ovviamente riservato alla “stampa amica” che, con la compiacenza delle mascherine, ha potuto così seguire una parte dei lavori nella sala del piano terra (almeno fino a quando Caparvi non ha messo a votazione la fuoriuscita di coloro che non sono soci Scs). Le affettuose attenzioni, stavolta da parte dei vigilantes, non sono mancate neanche nei confronti di altri 2 giornalisti di Tuttoggi.info che della Scs sono però soci. Ad uno dei due (per la cronaca Carlo Vantaggioli), è stato richiesto infatti per 3 volte di mostrare il cedolino di azionista Scs. Una guardia ha mostrato di possedere doti paranormali: “mi sa tanto che lei non è socio?”, ha ammiccato con fare stile Piccolo sapientino il giovanottone in divisa. A questo punto, quando erano appena passate le 11, Tuttoggi.info ha deciso di ritirare tutta la propria squadra.
(Carlo Ceraso – hanno collaborato Giada Martinetti, Leonardo Perini e Carlo Vantaggioli)
Ultimo aggiornamento h. 18.34
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