L’ultima pensata della Giunta Sisti – che per competenza coinvolge gli assessori Federico Cesaretti e Giovanni Angelini Paroli – per risolvere i problemi della sicurezza in centro storico, quelli derivanti dalla Ztl e, non da ultimo, della pesante crisi economica che attanaglia la città, è di istituire nientepopodimenoche una Commissione di studio tra capigruppo consiliari e rappresentanti delle associazioni di categoria.
La proposta, di cui si aveva notizia dallo scorso febbraio ma che si pensava venisse “stoppata” per la sua a dir poco singolarità – cosa ci sia da studiare quando è tutto evidente anche a un videoleso non è dato sapere, se non probabilmente guadagnare tempo non sapendo come agire o reperire risorse -, appare invece all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale di giovedì 8 maggio: “Istituzione commissione di studio per temi di interesse relativi al centro storico” con relatore il Segretario generale Mario Ruggieri.

Il che farebbe pendant, se il testo che può anticipare Tuttoggi non è stato nel frattempo modificato, con la Proposta del 26 febbraio (oltre due mesi fa) che propone al Consiglio di istituire una (testuale) “Commissione temporanea di studio…con incarico di studiare i temi di interesse del Centro storico con riferimento alla…Sicurezza; Viabilità, parcheggi, ztl; commercio/sviluppo economico; eventi/cultura; valorizzazione della città in tutte le sue forme”.
Ne faranno parte i capigruppo (o loro delegati e 1 rappresentante per ogni associazione di categoria). Un dettaglio che non si sia neanche messa una data entro la quale presentare il fatidico “studio”.
Se non fosse che il tema “sicurezza” andrebbe (e viene) affrontato dalle Forze di polizia che da tempo, insieme ai cittadini, auspicano almeno un potenziamento delle telecamere; che per la Ztl basterebbe riprendere le carte che hanno portato alla realizzazione di ben 3 (diconsi tre) mobilità alternative e 60 milioni di lavori ricaduti sul territorio in cambio di una mitigazione degli inquinamenti (acustici, ambientali, etc.); mentre per il commercio e sviluppo è sufficiente mettere finalmente mano, necessariamente compartecipando alle spese le categorie interessate di commercianti e imprese, ad un piano di marketing atteso da almeno 20 anni.

Agire, non studiare, ma sembra troppo complicato. Così la strada della Commissione di “studio” aiuta quanto meno a guadagnare tempo e rendere responsabili anche chi di responsabilità nell’amministrare non ne ha, direttamente o indirettamente.
Lascia poi un amaro sorriso l’entusiastico post dell’assessore all’ambiente, la grillina Agnese Protasi, che proprio ieri, domenica, plaudeva alla propria intervista tv sul progetto “ambizioso ma cruciale” di “ridurre l’inquinamento causato dalle cicche di sigarette” con installazione di (ben) “20 raccoglitori tra Piazza Polvani e Piazza Campello a Terni (?, errore corretto un’ora dopo, n.d.r.) per raccogliere i mozziconi che verranno poi trasformati in imbottiture per giacche peluche e cuscini”.
Del più grave inquinamento acustico da mala-movida (con relativi problemi di sicurezza per i residenti del centro e quindi con ripercussioni sulla salute e qualità di vita degli stessi) neanche un cenno.
I soliti bulli e sconsiderati hanno anticipato l’intervista della Protasi giusto la notte prima, tra sabato e domenica, quando, durante l’ennesima scorribanda, hanno gettato in terra proprio i raccoglitori, come testimonia la foto di un lettore giunta in redazione.

Tornando alla Commissione sarà interessante comprendere come le forze politiche affronteranno giovedì la discussione su un argomento che rischia di incrinare anche qualche rapporto con altre istituzioni.
Residenti esasperati, via alla causa legale al Comune
Intanto, mentre si pensa a far studiare una improbabile Commissione, anche gli ultimi episodi da mala-movida hanno definitivamente convinto i residenti a ritrovarsi nei prossimi giorni per proseguire l’azione legale nei confronti del Comune.
Che i municipi, laddove inermi, siano responsabili anche civilmente, è ormai acclarato da svariate sentenze della Corte Suprema di Cassazione con risarcimenti anche importanti ai cittadini che rischiano si di creare un crack alle deboli casse del palazzo.
L’accesso agli atti chiesto e sollecitato dall’avvocato, ha dato finalmente le prime risposte mettendo in luce contraddizioni e omissioni. Che vanno ad aggiungersi ai sopralluoghi di tecnici esterni che, a quanto trapela, hanno rilevato con apposite strumentazioni “incredibili” percentuali di rumori, con punte massime alle 5 della mattina, in quello che ci si ostina a chiamare il “salotto buono della città”.
Cosi, a quanto ha potuto visionare Tuttoggi, la risposta della Polizia locale in merito ai controlli della scorsa estate, dal 17 luglio al 22 agosto, sono stati 11, di durata tra i 15’ e 1 ora (durante il ferragosto quando si tiene la tradizionale Tombola), con due sanzioni ad altrettanti locali per “disturbo da sorgente rumorosa da pubblici esercizi” come riportato nell’oggetto della missiva.
C’è poi la risposta della dirigente del dipartimento della transizione ecologica, ambiente – che dipende dalla Protasi e in qualche modo anche a Cesaretti – che dopo due lettere il 7 aprile risponde: “non risultano pervenute Valutazioni di impatto acustico e richieste di autorizzazione permanente e pertanto non è stato rilasciato alcun titolo autorizzativo per l’uso di impianti di diffusione sonora. Gli esercizi devono attenersi alla Legge 447/1995, al Regolamento Regionale 2/2015 e al Piano classificazione acustica del Comune di Spoleto approvato dal Consiglio comunale del 23 luglio 2008 n. 71 che impongono limiti e orari da rispettare”.
Dunque, cosa hanno sanzionato i vigili urbani nei controlli estivi dello scorso anno? La mancata presentazione delle Valutazioni di impatto acustico?
Rimettendo insieme in ordine temporale le richiamate norme, il Regolamento approvato dalla giunta Brunini2 si basa su uno studio ben fatto (tra il 2002 e il 2005) ma che, ad una prima lettura individua aree e inquinamento acustico essenzialmente da traffico veicolare. Così ad esempio viene prevista da quel momento l’asfaltatura con materiale fonoassorbente per via Loreto (Ospedale), viale Matteotti e Via Martiri della Resistenza (viene fatto?) e l’installazione di pannelli fonoassorbenti davanti all’Istituto Spagna (mai eseguito). Interessante sarà confrontare i rilievi acustici del 2005 nella parte alta (passati, tra il 2002 e il 2005, da 62,7 di giorno e 56,0 di notte rispettivamente a 63,4 e 60,1) con quelli attuali, quando mai verranno fatti, interessati anche da emissioni acustiche per “intrattenimento”.
Non da ultimo. Cosa è stato fatto rispetto al Regolamento regionale che, dal 2015, detta che “I comuni provvedono alla classificazione in zone acustiche del proprio territorio sulla base: a) delle destinazioni d’uso, del carico urbanistico…; b) dell’effettiva condizione di fruizione del territorio; c) della situazione topografica esistente; d) degli indicatori di valutazione rappresentativi delle attività antropiche, ricavati dai dati ISTAT”?
Non è andato altrettanto bene l’accesso agli atti alla Siae che ha negato il rilascio dei propri dati, con l’ufficio locale che, rispetto alla media nazionale, non sembra brillare (il condizionale è d’obbligo) quanto a controlli nelle aree di competenza.
Basterebbe non spostarsi di tanto per capire che gli strumenti ci sono, come avvenuto il 12 aprile scorso a Terni dove è stato chiuso un bar per vendita di alcolici a minori, o appena l’altro ieri a Fiumicino dove il sindaco, l’ex Ministro Mario Baccini, ha emesso il divieto per “30 giorni di organizzare eventi o manifestazioni con musica dal vivo o dj set e intrattenimenti danzanti su tutto il litorale”, lungo, per la cronaca 24 chilometri. “La spiaggia è luogo di tutti, soprattutto delle famiglie ed è nostro dovere garantire che rimanga un ambiente sicuro, ordinato e fruibile da tutti” ha dichiarato Baccini.
Come dovrebbe esserlo qualunque via e piazza.
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