(Jac. Bru.) – Molestie e tentativi di violenza sessuale nei confronti di una donna sposata e di 13 anni più grande di lui, della quale presumibilmente si era invaghito. Queste le pesanti accuse mosse nei confronti di un 33enne di origine marocchina residente in una frazione del Comune di Spoleto, che avrebbe a più riprese fatto visite non proprio “di cortesia” ad una 46enne residente nello stesso paesino, dove gestisce insieme al marito una nota attività commerciale.
Gli episodi si sarebbero consumati tra il febbraio e l’agosto del 2007, quando l’uomo avrebbe avvicinato la sua “preda” all’interno del negozio, dove si trovava da sola, proferendo al suo indirizzo frasi volgari e di esplicito contenuto sessuale e toccandosi nel frattempo le parti intime. Stando al quadro accusatorio degli episodi analoghi si sarebbero consumati anche a casa della donna, nella quale il presunto molestatore si sarebbe introdotto approfittando della chiave lasciata nella serratura. Raggiuntala in cucina avrebbe ricominciato a farle proposte oscene, strusciando il suo corpo contro quello di lei e desistendo dai suoi intenti solo quando la donna per difendersi avrebbe afferrato un coltello da cucina.
Il giovane sarebbe tornato alla carica solo pochi giorni dopo quell’episodio, mentre in casa c’erano anche il figlio minorenne e la domestica. Sarebbe stato proprio il bambino, in “collaborazione” con il cane, a metterlo in fuga.
Il processo si è aperto ieri di fronte al pubblico ministero Roberta Maio e al giudice Roberto Laudenzi, il quale però ha rimandato gli atti in procura poichè il reato di violenza sessuale è di competenza collegiale. Sarà ora il presidente del collegio a stabilire la data della prima udienza.
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