Jacopo Brugalossi
Non sono bastati il freddo pungente e la pioggia mista a nevischio, a fermare il corteo dei dipendenti delle aziende di Spoleto che subiscono la pesante crisi di questi tempi. Partito alle 8.15 dal piazzale della stazione, è giunto poco dopo le 10 di fronte al Palazzo di giustizia: è qui che a breve si deciderà il futuro della Ims/Isotta Fraschini, la più colpita dalla crisi fra quelle del territorio e con peggiori ricadute sull'economia. Vicino ai lavoratori della ex Pozzi in strada oggi c’erano anche quelli della Panetto & Petrelli, altra storica realtà produttiva di Spoleto da tempo in grave sofferenza.
Accanto a loro e ai sindacati, come era stato ampiamente annunciato, ha sfilato gran parte del consiglio comunale di Spoleto, sindaco Benedetti in testa, cui si sono affiancati l’assessore regionale allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, il parlamentare Gianpiero Bocci, alcuni esponenti politici in corsa per le prossime politiche e i vertici di alcune associazioni di categoria cittadine. Su proposta di queste ultime, inoltre, i commercianti hanno abbassato le saracinesche dei negozi e affisso un foglio con su scritto “Io sto con gli operai”, ricevendo da questi, durante il passaggio del corteo in corso Garibaldi, applausi e cori di apprezzamento.
Di tutt’altro tenore, invece, i cori indirizzati alla dirigenza dello stabilimento Ims/Isotta Fraschini di Santo Chiodo, individuata dai lavoratori come principale responsabile della crisi in cui versa l’azienda. Quando il corteo si è fermato sotto il tribunale gli operai si sono stretti a quadrato ed hanno cominciato ad inveire pesantemente contro l’ingegner Santoro, direttore dello stabilimento, facendo chiaramente intendere che l’allontanamento di quest’ultimo da parte della proprietà potrebbe convincerli a tornare al lavoro. Al di là dei toni usati, la manifestazione si è svolta secondo i canoni della massima civiltà.
Dopo aver sostato diversi minuti sotto il palazzo di giustizia, dove comunque non è attesa per oggi una risposta definitiva da parte del giudice fallimentare, i lavoratori hanno preso la strada del palazzo comunale, desiderosi di ascoltare quali proposte per il loro futuro avesse elaborato il massimo consesso cittadino riunito in seduta straordinaria. Ancora una volta però, di soluzioni concrete se ne sono sentite ben poche. L’unica, forse, è l’apertura di un tavolo di crisi invocata a gran voce dal sindaco Benedetti e dall’assessore regionale Riommi. Quest’ultimo, in particolare, ha sottolineato la difficoltà che la politica ha incontrato nel dialogare con i vertici della Ims/Isotta Fraschini, che hanno presentato la proposta di concordato preventivo senza far presente col dovuto anticipo le proprie intenzioni. Per questo, è ferma intenzione dell’assessorato allo sviluppo economico portare la vertenza, se necessario, all’attenzione del governo centrale.
In Comune non è mancato qualche momento di tensione, specialmente quando sono cominciati gli interventi dei consiglieri e delle varie associazioni cittadine. “Vorremmo sentire qualcosa di più concreto sul nostro futuro, non le solite passerelle politiche”, hanno lamentato diversi lavoratori. E la Sala dello Spagna, dove inizialmente si erano assiepati quasi un centinaio di operai per seguire i lavori del consiglio, si è andata rapidamente svuotando. “Non è per questo che siamo venuti fino a qui”, hanno commentato sconsolati.
Ma la giornata registra un attacco senza precedenti da parte di un amministratore verso Confindustria, anzi, più precisamente la presidente di Assindustria Maria Flora Monini. A lanciarlo l'assessore Maria Margherita Lezi, a suo tempo finita nel mirino dell'imprenditrice che ne aveva chiesto la testa quale assessore allo sviluppo. “Mi domando dove è la presidente di Confindustria – dice alterata la Lezi -, come mai è assente alle iniziative degli operai di quella che è la più importante realtà industriale metalmeccanica del comprensorio? Da parte della categoria degli indutriali non abbiamo visto una sola mossa, una sola presa di posizione in favore degli operai…la Monini si vede solo quando c'è da parlare di marketing, si vede che questo è il suo ruolo. Però si può permettere di dire che gli assessori devono essere cambiati, che la città va rivoluzionata, che questo o quello devono o non devono fare. Oggi non mancava nessuna categoria, tranne quella degli industriali!”
“Caduta di stile” – non si è fatta attendere la replica al duro commento fatto ieri dall’assessore Margherita Lezi all’indirizzo della presidente Confindustria Pitti Monini. A parlare però non è l’imprenditrice-presidente bensì il direttore di Perugia, Aurelio Forcignanò. Il dirigente, vale precisarlo, fa un bel po’ di confusione, quanto meno è stato male informato, perché gli strali dell’assessore non sono stati fatti durante il consiglio comunale, ovvero in seduta pubblica, ma a latere di questo ai giornalisti. Ecco comunque la presa di posizione di Confindustria: “Un caduta di stile gravissima ed ingiustificata quella dell'Assessore Margherita Lezi in occasione del Consiglio Comunale aperto del Comune di Spoleto svoltosi ieri mattina. Un Amministratore non può usare, peraltro nel corso di un incontro Istituzionale, parole offensive nei confronti di persone né, tantomeno, nei confronti di Associazioni di categoria. La Lezi, nell'ambito delle sue competenze e prerogative istituzionali ha il dovere – unico – di affrontare i problemi della Città ed individuare soluzioni, e non quello di cogliere l'occasione di un Consiglio Comunale, soprattutto se convocato su temi così delicati, per esprimere volgari quanto gratuite considerazioni di natura “personale”. La Presidente della Sezione di Spoleto-Valnerina di Confindustria Perugia Maria Flora Monini non ha bisogno di dimostrare a nessuno le proprie capacità che sono invece testimoniate dai risultati dell'azienda di cui è titolare insieme al fratello e dalle numerose iniziative di carattere sociale e culturale che ha realizzato nel tempo. Confindustria Perugia, da parte sua, è abituata ad affrontare i problemi delle aziende, comprese le ripercussioni sul tessuto sociale, con serietà ed impegno operando nel concreto – come sta facendo anche nel caso delle “vertenze spoletine” – e non sotto i riflettori e con atteggiamenti populisti e demagogici come invece altri, tra cui evidentemente anche l'Assessore Lezi, fanno.”
(ha collaborato Carlo Ceraso)
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