Spoleto l’avvelenata, la città che, non bastassero i danni da sisma e quelli inferti dal covid, è costretta a registrare una lacerazione della politica che non ha precedenti e che dimostra come la sindacatura di De Augustinis sia arrivata al capolinea.
Certo giovedì l’approvazione del bilancio ha dato un po’ di ossigeno per tirare avanti. Ma gli appena 8 (o 9?) voti con cui il documento programmatico è passato, dovrebbero quanto meno imporre una riflessione sul caso di continuare l’esperienza.
Ipotesi che la Giunta non ha alcuna intenzione di prendere in considerazione, a cominciare dallo stesso sindaco che, volente o nolente, dovrà ammettere di non avere avuto la capacità di aggregare le forze politiche, nemmeno quelle di maggioranza”.
Passi per l’opposizione, ma non riuscire neanche tra quelle che lo hanno sostenuto conferma la poca propensione all’ascolto e a quanto andavano chiedendo coloro che oggi si sono addirittura sfilati dalle forze a sostegno.
L’avvelenata, ex leghisti preparano ricorso, out 3
Gli espulsi dalla Lega stanno da ieri studiando il ricorso da proporre alla Commissione garanzia. Anche se non tutti potranno aderirvi: solo 3 infatti (Cretoni, Militoni e Zengoni) sono “associati ordinari militanti” mentre gli altri (Flavoni, Fagotto Fiorentini e Pompili) sono iscritti al partito di Salvini quali “sostenitori”.
Per questi ultimi, a noma di statuto, l’esperienza con la Lega può essere definitivamente accantonata. Non è dato ancora sapere se aderiranno ad un altro movimento (Laboratorio sarebbe pronta ad accoglierli) o entrare nel Gruppo misto.
Il ricorso dei ‘militanti’ invece dovrebbe essere presentato già martedì prossimo ma occorrerà attendere almeno una settimana prima di conoscerne l’esito.
Di certo l’espulsione pone seri dubbi sul prosieguo delle attività consiliari: Cretoni riveste la carica di presidente del consiglio comunale, Fagotto di presidente commissione urbanistica.
C’è poi la situazione del capogruppo Militoni che, out Fagotto e Pompili, rappresenterebbe solo se stesso e Cretoni, contro i 3 fedeli alla linea del partito (Fedeli, Loretoni e Proietti).
Bisognerà comunque attendere il prossimo consiglio per capire se l’opposizione, in senso ristretto o allargato (con i ribelli del centro destra), vorrà affrontare il problema.
Cretoni intanto a Tuttoggi conferma che l’attività amministrativa va avanti e spera di convocare per la prossima settimana il consiglio comunale con la partecipazione di Guido Bertolaso (annunciato per la verità da De Augustinis per questa appena passata), che per la Giunta spoletina potrebbe rivestire più i panni di mediatore con la Regione – dopo lo strappo sulla questione ospedale covid – che di quello di consulente nella lotta al covid.
Spoleto avvelenata e il bilancio “azzoppato”
L’approvazione del bilancio, resa possibile grazie all’astensione dei “ribelli” del cdx, su cui ha pesato l’assenza di 2 consiglieri del piddì (Trippetti ed Erbaioli impegnati nel loro lavoro di sanitari, il primo medico rianimatore in reparto covid dove sta espletando 2 turni al giorno), ha scatenato una ridda di polemiche e veleni sui social.
Per la verità, va detto a fini di cronaca, che se gli interventi in aula si fossero limitati ai soli capigruppo, la Erbaioli, presente in aula fino alle 19 (quando ha dovuto abbandonarla per andare a prendere servizio al nosocomio folignate), avrebbe potuto votare: ma personalismi, distinguo e una incontinente voglia di apparire un po’ di tutti i gruppi, hanno portato ad allungare i lavori fin oltre le 6 ore.
A votare contro il dup si sono ritrovati solo Pd, Alleanza civica, Spoleto popolare e Ora Spoleto.
Che l’esito, seppur striminzito, fosse scontato già dall’apertura dei lavori dell’aula, si comprende anche dall’orario di invio dei comunicati stampa inviati dagli astenuti della Lega e dei dem: appena una manciata di minuti dopo la chiusura dei lavori, alle 21,40 circa, da far ipotizzare che fossero già stati stilati.
Così la Lega (Fedeli, Loretoni e Proietti), alle 21.56: “Prendiamo atto dell’approvazione del bilancio di previsione. Un documento che noi consiglieri della Lega non abbiamo condiviso, in quanto ci è stata preclusa ogni possibilità di partecipare alla sua stesura e di offrire il nostro contributo in termini di esperienze e proposte. Ancora una volta non siamo stati resi partecipi delle scelte più importanti che il sindaco vuol compiere per la città di Spoleto. Nelle voci di bilancio si prevede l’ampliamento e il rafforzamento dell’edilizia scolastica, ma oltre ai contributi già introdotti nel piano di interventi post sisma, non si comprende quali fonti di finanziamento siano state previste per far fronte a questa necessità. Nell’anno 2021-2022 il pareggio di bilancio verrebbe raggiunto solo grazie ai proventi derivanti dalle sanzioni amministrative e dalle contravvenzioni. Nel leggere il documento di bilancio ci accorgiamo della totale assenza di una visione di sviluppo per la città. Tante promesse senza coperture finanziarie“.
Delle 22.01 quello del Partito democratico: “Un voto contrario contrario, sia al Documento unico di programmazione, sia al Bilancio preventivo 2020-2022, quello del Partito Democratico nel Consiglio comunale di oggi.
Lisci e Laureti hanno sottolineato come il Dup si prefigura senza una visione di futuro e incapace di predisporre un vero piano di rilancio della città una volta usciti dall’emergenza pandemica. Non vi è nulla che richiami alla profonda crisi che stanno vivendo famiglie e imprese per le quali l’emergenza Covid si è aggiunta ad una profonda crisi che la nostra città stava già scontando. Non si può tacere quanto invece hanno messo in campo i tre consiglieri rimasti alla Lega, i consiglieri di FdI e la consigliera di FI che durante tutto il lungo dibattito in Consiglio, e da alcune settimane, hanno attaccato il Sindaco e la Giunta in maniera sistematica, smontando punto per punto tutto l’impianto del Dup, salvo poi astenersi alla votazione finale. Tanto rumore per nulla. Ma aspettiamo di vedere le prossime mosse”.
Poi la chiosa che non chiarisce la posizione del Pd: “Resta il fatto che il Sindaco non ha più una maggioranza e il Consiglio comunale di oggi ne è stata la prova. Ed è questo ora il tema che il Sindaco dovrà affrontare senza perdere tempo”. Un invito a dimettersi o una qualche disponibilità a dare una mano alla Giunta? Il capogruppo Lisci, raggiunto al telefono da TO, si limita a confermare che quello è “un invito al Sindaco e a tutti i gruppi a venire in aula e fare chiarezza una volta per tutte sui rapporti di forza”.
Più netto il commento del giorno dopo dei 3 di Ac e Sp (Frascarelli, Profili e Settimi): “Ieri in Consiglio Comunale tutta l’opposizione ha votato contro, tutti noi abbiamo messo in evidenza l’assenza in questi documenti di una visione della città e di una programmazione di attività che ne realizzi gli obiettivi. Anche molti consiglieri “di maggioranza” hanno preso le distanze. I numeri sono chiari, su 16 voti sui quali contava la maggioranza ad inizio sindacatura, da ieri è emerso evidente che a sostenere il Sindaco sono rimasti in 9 su 25! Un motivo ci sarà! Questa debacle è figlia dell’atteggiamento del sindaco, un uomo solo al comando”.
C’è anche l’assist al Pd: “Anche il PD che oggi da qualcuno viene accusato di aver salvato il Sindaco con le loro assenze, in realtà votando contro ha ribadito con forza la distanza da questa amministrazione. I documenti presentati ieri dalla Giunta sono l’esempio dell’assenza di visione. La Giunta ha deciso di non rinegoziare i mutui, che avrebbe determinato circa 400 mila euro in più nelle casse del comune, soldi utilissimi in questo momento per aiutare famiglie ed aziende in difficoltà diminuendo le tasse. Invece il sindaco insieme ai suoi ultimi 8 sostenitori hanno fatto l’ennesimo pasticcio, hanno scelto di non alleggerire le bollette della tassa dei rifiuti di famiglie ed aziende di ulteriori 400 mila euro! Nella scelta scellerata c’è anche il paradosso di aver distribuito il carico della tassa per il 55% sulle famiglie e per il 45% sulle aziende; non è stata fatta una valutazione tra imprese che hanno avuto in questo anno significativi cali di fatturato e aziende che invece sono paradossalmente cresciute. Si è fatta una regola piatta che andrà invece sicuramente a penalizzare le famiglie anche qui senza valutare che esistono situazione di grave disagio. Anche i 250 mila euro messi a disposizione, per gli aiuti, soldi sottratti ad altre finalità, potevano aggiungersi, ed a quel punto avremmo avuto addirittura 650 mila euro da destinare però in modo puntale a chi soffre di più questa maledetta crisi economica e sociale, sia che fossero aziende che famiglie. Ecco uno dei motivi per cui sosteniamo che l’azione della Giunta De Augustinis è deleteria e andrebbe fermata, così come ieri abbiamo provato a fare in modo compatto con tutta l’opposizione”.
Nessuna nota a parte degli altri astenuti, anche se Fd’I del capogruppo Polinori ribadisce che la scelta è stata legata esclusivamente a “non lasciare la città senza il documento di bilancio che potrà essere emendato in futuro. Per il resto non si condivide quasi nulla del dup come dell’azione di questo governo arrivato ormai al capolinea”. Che Fd’I sia pronta a staccare la spina, dopo essere passata nei mesi scorsi all’opposizione lo conferma il segretario regionale Franco Zaffini in un post: “Tra appoggiare una scelta rivelatasi sbagliata, come ha fatto la sinistra nel passato chiamandola ‘cultura di governo’, con Spoleto abbandonata e isolata e la sua comunità dilaniata, e ammettere il proprio errore, compiuto in buona fede, spiegarlo e ‘abbandonarlo’, i consiglieri di Fd’I hanno scelto questa seconda strada che rispetto e condivido”.
Bilancio, tra accuse e difese
A tener banco però è il secondo intervento che il primo cittadino ha tenuto in aula, stizzito dalle critiche che arrivavano a tutto tondo da destra, civici e sinistra, sull’immobilismo della giunta e la mancanza di programmazione per il futuro.
Tra chi come Laureti (Pd) ha parlato del dup come di un “libro dei sogni” e Frascarelli (Spoleto popolare) “della letterina di Babbo Natale”. Quest’ultima ha voluto evidenziare la responsabilità della giunta nell’aver stracciato i progetti delle scuole “Dante Alighieri e Prato fiorito, della vicenda Inps, della caserma dei vigili del fuoco, del Palacrocerossa “dove nel 2016 sistemammo per il sisma più di 200 cittadini e che oggi sarebbe tornato utile per fronteggiare l’emergenza covid”.
Più tecnici gli interventi di Lisci (Pd) e Profili (Alleanza civica). Il primo ha sottolineato come non si senta parlare di finanziamenti “da bandi europei, di reperimento di risorse, di un immobilismo che troverà scoperta la città una volta finita la pandemia, andando a caricare ancor più di problemi Spoleto” e di come sia al palo “l’emergenza occupazionale con l’assessorato allo sviluppo economico della Urbani incapace di dare una prospettiva”
Profili invece ha sottolineato l’incapacità della Giunta a reperire risorse dai fondi per le strade del Sisma2016 dell’Anas. “Nel 2017 con il compianto Cardarelli decidemmo di non partecipare ai primi 2 stralci di finanziamento per consentire a città più disastrate della nostra come Norcia di avere una corsia preferenziale, rimandando però la partecipazione agli stralci. L’Anas ha per questo stanziato ben 1,7 miliardi di euro; miliardi non milioni. Ebbene da quando si è insediata questa amministrazione non è stato fatto nulla con comuni come Assisi che ha ottenuto 9 milioni di euro, Marsciano 2,5 milioni, Scheggino 2 milioni, solo per fare qualche esempio”.
Sulla stessa linea di critiche Polinori (Fd’I), Renzi (Os), Morelli (FI), Bececco (Sp). Un fuoco incrociato che ha portato il primo cittadino alla replica e ad un elenco delle cose fatte in questi due anni e mezzo ma anche a criticare le precedenti amministrazioni, “almeno quelle degli ultimi 13 anni”. Chiamando così in causa quanto meno le giunte Brunini, Benedetti e Cardarelli e, di conseguenza, quegli assessori e consiglieri di maggioranza che, in tempi diversi, ne hanno fatto parte (Laureti, Lisci, Trippetti, Profili, Bececco, Settimi, Frascarelli ma anche Cretoni, Proietti).
De Augustinis ha così rivendicato, con ottima arte oratoria, “il piano delle manutenzione delle strade, il recupero esterno del palazzo Inps, il progetto Lucus, la bretella di Eggi, il progetto per la Flaminia, la consegna della bretella di Eggi, i lavori per la frana dello stadio, la palestra dell’alberghiero, i prossimi lavori per il palavecchio. E questa sarebbe una Giunta che non ha fatto nulla?” ha detto all’aula.
Tornando di nuovo sul tema dell’ospedale da difendere, quasi a fare un distinguo quando è ormai palese che tutte le forze politiche della città sono per il ritorno di tutti i servizi a fine pandemia, come la Giunta Tesei ha decretato nella recente Ordinanza.
L’allusione del sindaco e la sfida di Profili
Una frase però ha gettato un’ombra pesantissima sul passato: quella in cui il sindaco ha affrontato la vicenda delle scuole Dante e Prato: “vogliamo parlarne? E’ un tema un po’ fortino…meglio lasciar perdere” lasciando così, ancora una volta, e non solo lui, intendere a chissà quale gestio perpretata sotto la gestione del sindaco Fabrizio Cardarelli. Che purtroppo, magari è sfuggito, non ha più possibilità di difendersi.
Non è la prima volta che il sindaco si lascia andare a simili o più forti esternazioni. E’ successo mesi fa quando denunciò la possibilità di infiltrazioni malavitose in città, in estate quando affrontò con la cittadinanza i problemi della scuola di Beroide commentando che non l’avrebbe trasformata in appartamenti (alludendo alla Dante Alighieri?), ancor più di recente sul tema dell’ospedale quando parlò di non meglio chiariti “soldi dalla Calabria”. Una affermazione, quest’ultima, su cui lo ha invitato a fare chiarezza il capogruppo al Senato di Leu di Nicola Fratoianni.
Torniamo ai lavori del consiglio. Il silenzio dei chiamati in causa da De Augustinis per il passato è stato però interrotto dal capogruppo Profili che, a questa ennesima accusa, ha sfidato apertamente il sindaco: “non parliamo della Dante? Ne parliamo quando vuole, se ha da fare accuse le faccia, quando ho detto che per giustificare la scelta su Dante e Prato ha scritto una delibera che non risponde a vero, l’ho detto in consiglio, non ho fatto illazioni, supposizioni, non lancio messaggi, il modo di lanciare messaggi mi portano indietro al 2018. Se dobbiamo secretare perché ha da fare accuse personali lo facciamo, così parliamo dal 2018 e magari qualche dottore in pensione (Mancini? n.d.r.) può raccontarci alcune cose, possiamo ascoltare insieme quello che raccontava. Non mi tiro indietro”. A cosa si riferisce Profili non è dato sapere, ma nei prossimi giorni potrebbero uscire clamorose denunce.
E ancora sull’elenco delle cose fatte, Profili ha voluto ricordare che “i progetti Lucus, frana, Antfiteatro che lei ha attuato ma che i soldi ha trovato qualcun altro. L’assessore di ieri (Loretoni, n.d.r.) è quello di oggi. Quando parla della Flaminia dimentica che il City Forum ha raccolto 7mila firme provocando l’incontro con l’assessore Melasecche. Ricordo che questa settimana doveva venire Bertolaso, vorrei sapere quando si farà; lei ha tanto rispetto per il consiglio comunale che fa incontrare i dirigenti medici con il suo comitato di vigilanza che non so quale valenza abbia, e non si preoccupa di farli incontrare con gli organi preposti del comune, commissione sanità o conferenza capigruppo”
Ospedale, Mancini getta benzina sul fuoco
E’ in questo clima, già di per se incandescente, che il capogruppo di Laboratorio Mario Mancini, approfittando della discussione sull’ospedale, approfitta per tenere alta la tensione sul futuro dell’ospedale. L’ex chirurgo da una parte auspica di sbagliare il proprio pensiero, dall’altra si dice certo che l’ospedale “E’ scomparso l’ospedale, ci è stato fatto un danno immenso” dice “sono convinto purtroppo che poco tornerà a Spoleto, se tornerà l’ospedale sarà con pochi servizi. In questo momento dobbiamo essere uniti, chi ci ha eletto lo ha fatto per tutelare la città, i grandi problemi”.
Dimenticando che, oltre alla Ordinanza delle Tesei che assicura il ritorno di tutti i servizi, appena due giorni prima l’intero consiglio comunale, nessuno escluso, ha firmato la mozione che impegna il sindaco a vigilare sul prossimo Piano sanitario regionale. Che Spoleto rivoglia il proprio ospedale è assodato, diversa resta la posizione sulla necessità di averlo utilizzato per il covid: ma su questo martedì prossimo metterà la parola fine il Tar dell’Umbria, al quale il sindaco si è rivolto per contrastare la decisione della Regione.
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