#SoldiPubblici, in Umbria tutti a spasso / 100 milioni in trasporto pubblico - Tuttoggi.info

#SoldiPubblici, in Umbria tutti a spasso / 100 milioni in trasporto pubblico

Alessia Chiriatti

#SoldiPubblici, in Umbria tutti a spasso / 100 milioni in trasporto pubblico

Il portale benedetto da Renzi in Tv / Boom di click / Sanità 27 mln, Cultura 9mln, formazione solo 218mila
Mar, 23/12/2014 - 19:35

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Un boom di click quello registrato in poche ore dal portale soldipubblici.gov.it, il portale destinato a far conoscere le rendicontazioni della Pubblica amministrazione, dal Parlamento fino al più piccolo dei Comuni. E’ stato lo stesso premier Matteo Renzi a sponsorizzare la nuova ‘creatura’ del Governo, durante l’ultima messa in onda del programma di Fazio, “Che tempo che fa“, motivo per quale durante il lancio TV il sito è immediatamente andato in tilt per eccesso di accessi. Segno evidente che l’attenzione dei cittadini verso i dati pubblici che li riguardano da vicino, come la spesa pubblica, è veramente alta. SoldiPubblici.it è un sito grazie al quale ogni cittadino può ritrovare i dati del bilancio e delle spese di ogni regione, provincia e comune italiano, e metterli a confronto con i dati degli anni precedenti. Un metodo ‘chiaro’ per comprendere, almeno per macro-aree, dove vanno a finire i soldi dei contribuenti, i quali saranno ben contenti di sapere che la spesa pubblica totale di regioni, provincie e comuni per il solo mese di novembre 2o14, ha superato i 23 milioni di euro.

La curiosità – Il Presidente del consiglio, un pò ingenuamente, aveva dato l’annuncio a “Bersaglio mobile” di Enrico Mentana convincendo uno degli ascoltatori a registrare subito il dominio soldipubblici.it. Giornali e blog hanno rilanciato la gaffe che però è stata risolta brillantemente dal momento il sito è stato chiamato soldipubblici.gov.it (decisamente più governativo e meno commerciale), la cui realizzazione è costata al contribuente 45mila euro.

Come funziona – Procedendo per gradi, il sito, come aveva annunciato anche il Premier, mette online “tutto l’elenco dei denari, così ognuno potrà verificare quanto costa un’opera pubblica, quanto un dirigente“. Un tassello a suo avviso “utile alla spending review“, ma soprattutto “un’opera straordinaria di trasparenza“. Nonostante il portale sia ancora in fase sperimentale, il sito consente di “spulciare” i dati per ogni amministrazione pubblica e capitolato di spesa, grazie al sistema SIOPE, frutto di una collaborazione tra Banca d’Italia e Ragioneria Generale dello Stato, “che aggrega i pagamenti giornalieri delle diverse P.A. attraverso una serie di circa 250 codifiche gestionali disponibili su www.siope.tesoro.it.” Ogni voce può essere approfondita, seppur con un’analisi ancora poco precisa, e si possono inoltre visualizzare alcuni grafici “interattivi” che disvelano una timeline associata ad un andamento temporale.

I dati a confronto in Umbria – Analizzando l’Umbria con una lente di ingrandimento, è semplice individuare voci importanti del bilancio regionale: si nota così che le spese per la sanità ammontano per il 2014 a poco meno di 27 milioni di euro (fino a novembre, cifra comprensiva di versamenti diretti alla voce sanità e pagamenti ad aziende sanitarie private per servizi, assistenza ed esami), mentre lo scorso anno l’assessorato “ad interim” della presidente Marini ne aveva sborsati, per le stesse voci, addirittura 76 milioni di euro. Più del doppio. Difficile stabilire da cifre globali, le motivazioni di uno scostamento così importante in un solo anno. Che l’Umbria, sulla sanità, è fra le più virtuose lo si sapeva da tempo anche se il dato fa storcere il naso a chi vorrebbe magari maggiori investimenti non fosse che per eliminare le liste di attesa. Un calo talmente drastico che fa ipotizzare che i dati pubblicati potrebbero non essere quelli definitivi. Non resta che attendere il consuntivo dell’anno, dopo la pubblicazioni dei numeri di dicembre 2014.

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Spostiamoci sulla cultura: cala anche in questo caso l’investimento su organizzazioni dirette dell’ente, mentre sale, non di poco, il contributo a istituzioni sociali private per fini diversi dal sociale. L’investimento complessivo alla voce di ricerca “culturale” raggiunge a novembre del 2014 la soglia dei 9 milioni di euro (di cui solo € 391.542,93 per manifestazioni e convegni gestiti in prima persona). Per gli stessi codici nel 2013 si era era speso un milione in meno. Sarebbe interessante riuscire ad approfondire il concetto di “fini diversi dal sociale”, che ovviamente non raccoglierà solo le voci relative all’industria culturale.

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Se si procede con il settore internet e innovazione, si mantiene pressoché invariata la spesa complessiva delle voci di acquisizione o realizzazione di software, rinnovi delle licenze e assistenza posizionata a circa 6 milioni e mezzo di euro. Da notare l’inversione di tendenza nei capitoli relativi all’acquisto/realizzazione e dell’assistenza, quest’anno a favore di quest’ultima. Da notare la spesa relativamente limitata per il rinnovo delle licenze, con l’auspicio che l’adozione di programmi open source, già prevista dall’Agenda digitale umbra, porti a una ulteriore riduzione di questa voce di spesa, insieme a quella molto più cospicua dedicata all’acquisto di nuovi software.

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Sempre in regione, impenna (si fa per dire) la spesa per la formazione del personale, per la quale quest’anno sono stati investiti € 218.161,64, in aumento rispetto al 2013 (€ 189.958,92).

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Un solo codice riferisce alla manutenzione del suolo, incrociando la ricerca delle parole chiave “territorio” e “sicurezza”, per un importo complessivo e costante nell’ultimo biennio di circa 2 milioni e 300 mila euro. Un’investimento nettamente più basso rispetto alla media italiana.

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E ancora: la regione Umbria ha speso quasi 700 mila euro nel 2014 tra le indennità di missione e rimborsi spese.

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Nulla se paragonato al codice 1101 “Spese per organi istituzionali” che esce fuori incrociando la parola chiave “missione”. Vien da chiedersi cosa conterrà mai nello specifico questo codice o Capitolo di bilancio, per giustificare un importo complessivo di 20 milioni di euro l’anno, con 2 uscite secche di 10 milioni, una a febbraio e una a luglio, sia nel 2013 che nel 2014. Spesa per la quale ogni cittadino umbro contribuisce con 23 euro all’anno, più del doppio dell’incidenza procapite nazionale (€ 11,06).

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Ma la maglia nera delle voci di spesa è quella del trasporto pubblico, che supera la soglia dei 100 milioni di euro (se considerata insieme alla voce del noleggio/leasing di € 916.268,90)  con un incremento quasi del doppio della cifra a capitolo “Contratti di servizio per trasporto” che passa da 66 a 98 milioni di euro dal 2013 a novembre del 2014. Poco incide che tutte le altre voci si siano notevolmente ridotte. Che sia l’effetto delle politiche di spending review sulle auto blu? O quelle di sostegno a Umbria Mobilità?

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Le prossime tappe del progetto soldipubblici.it, si legge sul sito, “riguarderanno la possibilità di effettuare direttamente il download dei dati che comunque, già oggi, possono essere liberamente scaricati attraverso la piattaforma SIOPE. Inoltre dal 31 marzo 2015 tutti i fornitori di PA locali dovranno inviare obbligatoriamente fatture elettroniche, così come già fanno i fornitori delle PA centrali dal 6 giugno 2014. Con la fatturazione elettronica sarà possibile incrociare i dati di SIOPE con quelli delle fatture (che contengono, tra le altre cose, il dettaglio dei beni e delle quantità)“.

C’è dunque da precisare che al momento ben poco ci rivelano queste cifre: doppi e tripli zeri a parte, cliccando sulla singola voce, è ancora poco chiaro che tipo di voci di spesa siano, o di quale progetto facciano parte. A poco serve risalire ai codici del sistema Siope. Nel mucchio, queste grandi cifre possono solamente offrire un’idea di massima di come vengono suddivise le capacità economiche della Regione e le varie considerazioni rischiano di lasciare il tempo che trovano e restare poco più che chiacchiere da bar. O magari spunto di approfondimento, proprio in nome della top trend del momento: la #trasparenza. In attesa dell’adozione da parte dell’Italia di un vero e proprio FOIA (Freedom of Information Act) che dia un senso vero all’accesso degli open data

Ha collaborato Sara Cipriani

Tutti i dati riportati in questo articolo sono stati estratti dal sito governativo soldipubblici.gov.it, ottenuti da Elaborazione AgID su dati SIOPE

(Aggiornato il 24 dic 2014 alle 11:00)

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