Una varietà di esperienze e proposte musicali sotto il segno del jazz di “giovane generazione”. Otto concerti – tra “soli”, di gruppi e session di improvvisazione – con protagoniste le “giovani generazioni”, grazie ad undici straordinari musicisti provenienti da sei paesi diversi. Per due giorni – sabato e domenica scorsi – Foligno ha ospitato la rassegna musicale invernale Young Jazz Countdown, che ha chiuso con pieno successo la sua quarta edizione confermandosi come punto di riferimento tra gli eventi musicali umbri e non solo, perché dal forte respiro nazionale ed internazionale. Un “mini festival” che ha permesso di creare un rapporto fra il pubblico (arrivato da tutta la regione e anche dal nord Italia), gli spazi e gli artisti. La parte musicale ha presentato un programma di concerti caratterizzati da diverse soluzioni jazz, dalle più classiche alle più “spinte”, sempre seguendo la filosofia tanto cara alle rassegne Young Jazz, ovvero quella di proporre un jazz di “contaminazione” ad un pubblico attento a recepire le novità più interessanti sulla scena musicale. Si è passati dai “soli” molto originali e inconsueti dei batteristi, l’italiano Stefano Tamborrino e il portoghese Joao Lobo, a quelli sperimentali dei sassofonisti, l’italiano Valerio Cosi e l’americano Paul Roth: tutte esibizioni che hanno permesso di conoscere più da vicino e nel profondo i protagonisti, soli con i rispettivi strumenti, e dove a volte solo l’elettronica o qualche altro “marchingegno” era a fare compagnia ai musicisti. Dalle formazioni ospiti, gli scandinavi Fattig Folket e gli inglesi BABs, sono invece arrivati i quadri sonori più “tradizionali”, ma sempre attenti a creare un mix ben equilibrato tra improvvisazione e composizione. “L’obiettivo – spiega il direttore artistico Kinzelman – era quello di creare una proposta qualitativa e di ricerca, ma allo stesso tempo molto fruibile e crediamo di esserci riusciti. Per questo abbiamo lavorato su diversi piani, dalla programmazione dei concerti all’allestimento degli spazi, per creare un'esperienza stimolante, divertente e sorprendente per il pubblico. Anche per il futuro l’idea è quella di sviluppare un rapporto di fiducia con un pubblico che si fida delle nostre scelte artistiche al punto di frequentare i nostri eventi anche quando proponiamo gruppi meno conosciuti”. Ora, archiviata la rassegna invernale, l’associazione sarà impegnata per tutto il mese di gennaio con Young Jazz Museum – organizzata insieme a Sistema Museo – che prosegue con concerti ad ingresso gratuito nei più suggestivi musei dell’Umbria. Young Jazz è già al lavoro – insieme al direttore artistico Giovanni Guidi – per l’organizzazione dell’edizione 2013.