Con la Messa vespertina in “Coena Domini” (cioè la “Cena del Signore” – l’ultima cena come comunemente è chiamata – che Gesù tenne insieme ai suoi apostoli prima dell’arresto e della condanna a morte) è iniziato il Triduo pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemorano la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale. Dell’ultima cena del Signore gli evangelisti presentano due segni: quello della lavanda dei piedi e quello della consacrazione del pane e del vino. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto questa celebrazione giovedì 13 aprile 2017 nella Basilica Cattedrale di Spoleto (18.00) e nella Sala della Pace del complesso agostiniano a Cascia (21.00).
«Il Vangelo del Giovedì Santo – ha detto il Presule nell’omelia – esorta i discepoli a chinarsi e lavarsi i piedi gli uni gli altri. È un comandamento nuovo. Non lo troviamo tra gli uomini. Non nasce dalle nostre tradizioni, tutte ben solidamente contrarie. Tale comandamento viene da Dio; ed è un grande dono che questa sera riceviamo. Gesù l’ha applicato per primo. Beati noi se lo comprendiamo! La lavanda dei piedi è un segno, un’indicazione preziosa della via da seguire: lavarci i piedi gli uni gli altri, a partire dai più deboli, dai malati, dagli anziani, dai più poveri, dai più indifesi. La liturgia che stiamo celebrando ci insegna come vivere e da dove iniziare a vivere: la vita vera non è quella di stare fermi nel proprio orgoglio; la vita secondo il Vangelo è piegarsi verso i fratelli e le sorelle. L’amore fraterno, la carità senza compenso è la vita che possiamo desiderare: viene dal cielo e approda sulla terra. Tutti, infatti, abbiamo bisogno di amicizia, di affetto, di comprensione, di accoglienza, di aiuto. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che si chini verso di noi, come anche noi di chinarci verso gli altri. Nel Giovedì Santo si svela davvero la grande umanità di Dio: è il giorno dell’amore di Gesù che scende in basso, fino ai piedi dei suoi amici. E tutti sono suoi amici, anche chi lo sta per tradire. Per Gesù nessuno è nemico, tutto per lui è amore. Lavare i piedi non è un gesto, è un modo di vivere».
Nella celebrazione a Spoleto c’erano i fedeli delle parrocchie della Pievania di Santa Maria (Cattedrale, S. Gregorio, Santa Rita e Santi Pietro e Paolo), in modo particolare i bambini e i ragazzi che si stanno preparando per la prima Confessione, la prima Comunione e la Cresima. A Cascia, invece, c’erano i fedeli della parrocchia di Santa Maria della Visitazione e alcune persone del gruppo “Amici di S. Agostino”.
Dopo l’orazione, in entrambe le celebrazioni, mons. Boccardo si è inginocchiato dinanzi all’altare ed ha incensato per tre volte il Santissimo Sacramento; quindi, indossato il velo omerale, ha preso la pisside e processionalmente ha accompagnato il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione (Cappella del Santissimo in Duomo; Basilica inferiore a Cascia). L’adorazione, poi, si è protratta fino alla mezzanotte.